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Avanzano le gestioni associate
Scritto da Administrator   
Lunedì 12 Ottobre 2015 21:27

 

Che succede ai comuni che non hanno proceduto alla infornata di “fusioni” del luglio scorso? La legge dice che dovranno procedere alle gestioni associate sulla base di ambiti territoriali e demografici (5.000 abitanti) stabiliti dalla Provincia, anche se molti primi cittadini che non hanno voluto procedere alle fusioni sono convinti che alla fine non se ne farà niente e tutto potrà procedere, di rinvio in rinvio (classici quando si parla di tematiche istituzionali) tirando a campare con i vecchi schemi per chissà quanto ancora. Magari fino a fine legislatura. Anche in Giudicarie qualcuno ha fatto questo pensiero, inutile negarlo.

Gestioni associate, si va avanti. A rischiarare il quadro confermando che la Provincia questa volta fa sul serio ci ha pensato l’assessore provinciale agli enti locali Carlo Daldoss con due mosse. Prima lanciando un appello a nuove fusioni, confermando che anche se è di fatto iniziata una nuova consigliatura nulla osta che le nuove amministrazioni possano optare per nuovi percorsi di aggregazione. In secondo luogo confermando che sulle gestioni associate non vi saranno né rinvii né deroghe.

In particolare restano due punti fissi: la data-catenaccio del 10 novembre prossimo, indicata da Daldoss per la definizione degli ambiti delle gestioni associate e la dimensione demografica di 5.000 abitanti per determinare l’ampiezza degli ambiti associativi. Se vi saranno deroghe – ha detto Daldoss – saranno limitate, conformi alla legge e solo nei casi in cui non è possibile fare altrimenti. Nel corso del suo intervento in seno al Consiglio delle Autonomie, Daldoss ha ribadito come «indietro non si torna» e che dunque i comuni dovranno mettere in campo le gestioni associate, attraverso una road map che ha già alcune tappe: nella proposta che ha portato al Cal l’assessore ha individuato un calendario per il quale, entro il 10 novembre la Provincia individuerà gli ambiti, entro il 10 febbraio 2016 deve partire progetto riorganizzazione complessiva dei servizi, entro il 30 giugno 2016 deve essere messa in campo l’attuazione di almeno due servizi in forma associata (comunque dovrà essere incluso quello di segreteria comunale) mentre entro 31 dicembre 2016 dovranno essere gestiti in forma associata tutti i servizi previsti dalla legge 3/2006 così come recentemente novellata. 40 sono gli ambiti già individuati dalla Provincia, che ora aspetta osservazioni da parte dei comuni per eventuali ritocchi, che dovranno comunque essere minimi, perché – ha già chiarito Daldoss - l’assetto generale non si cambia.

Altre fusioni in vista? Come detto, Daldoss ha anche stimolato i sindaci a mettere in campo nuove fusioni, al fine di ridurre ulteriormente il numero dei comuni, che ricordiamo, dal 1° gennaio prossimo sarà di 170, in luogo dei 217 di soli 3 anni fa («se si arrivasse a 150- ha osservato Daldoss – non sarebbe male). In questo momento ci sono movimenti su questo fronte con circa 20 comuni (fra gli altri Tenna, Faedo, Zambana, Carano, Panchià, Tesero) che si stanno interessando a questo argomento e stanno valutando l’ipotesi. Premesso che la legge permette ai comuni di dare corso alle fusioni in qualunque momento, l’articolo 9-bis comma 9 della legge 3/2006 prevede che le fusioni che partono entro la data della individuazione degli ambiti (il famoso 10 novembre) sfuggono all’obbligo di gestione associata se comprendono almeno 3 comuni, o vanno a formare un comune con più di 2.000 abitanti. Se non rispondono a questi requisiti o si formano dopo il 10 novembre dovranno partecipare alle gestioni associate. Eventuale data per referendum confermativi è fissata per il maggio 2016.

 

E nelle Giudicarie? Non risultano attualmente movimenti nelle Giudicarie per nuove fusioni. L’unica fallita nella tornata referendaria del 7 luglio scorso, ossia quella fra Bocenago, Strembo e Caderzone certamente non si riproporrà entro il 10 novembre poiché quelle stesse amministrazioni andranno alle urne per il rinnovo dei consigli comunali domenica 15 novembre e dunque mancano i tempi tecnici. Tutti gli altri, quantomeno quelli che non hanno dato corso ad una fusione, dovranno dunque adeguarsi ed affrontare il percorso che li porterà alla firma di una convenzione per le gestioni associate.Gli ambiti attualmente ipotizzati sono i seguenti: Storo, con Bondone e Castel Condino; Tione (da solo, avendo tutti i paesi confinanti realizzato fusioni); Giudicarie Esteriori, ambito unico; Bassa Rendena con Spiazzo baricentro; infine Alta Rendena con Pinzolo. (r.s.)