Home Politica Stop al consumo di suolo, si punta a riqualificare l’esistente

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Scritto da Administrator   
Mercoledì 16 Settembre 2015 08:08

La nuova legge urbanistica è entrata in vigore da poche settimane, dopo l’approvazione da parte del Consiglio provinciale con una votazione largamente favorevole.

La proposta avanzata dall’Assessore Carlo Daldoss, frutto di un ampio confronto con le forze politiche, economiche e sindacali, ha avuto il consenso ampio da parte del Consiglio provinciale che l’ha sostenuta e approvata. Un percorso difficile che ha visto l’Assessore impegnato a cercare tra i consiglieri anche di opposizione una condivisione rispetto alla sua proposta. Una riforma che si fonda su partecipazione, responsabilità e semplificazione come ha precisato Daldoss.

 

Ma chiediamo direttamente all’Assessore quali sono i principi ispiratori della nuova legge.

Il principio cardine  cui è ispirata la nuova legge è il risparmio di territorio orientato al “consumo zero” di suolo (entro il 2020): la riforma sposta, infatti, la prospettiva delle politiche di governo del territorio sul recupero e la  riqualificazione dell’esistente.

A questo si correlano anche gli altri principi ispiratori di qualità della progettazione, centralità e valorizzazione del paesaggio nonché di responsabilità di tutti i soggetti (pubblici e privati) coinvolti, a vario titolo, nelle scelte afferenti il  governo del territorio.

Infatti, frenare il consumo di suolo significa compiere una scelta importante, una scelta responsabile verso il territorio, che costituisce lo spazio in cui viviamo e in cui vivranno le generazioni future e che, come tale, va preservato, costantemente migliorato e reso attrattivo.

In tale prospettiva di incentivazione del recupero e della riqualificazione, si inseriscono anche i principi di semplificazione normativa e sburocratizzazione delle procedure, che si armonizzano con il principio di partecipazione, quale strumento di apporto significativo e anche di condivisione delle scelte di governo del territorio.


Molti lamentano che l’urbanistica sia diventata una giungla di leggi e norme che rendono difficile districarsi e scoraggia chi vuole avviare nuovi interventi, cosa prevede la nuova legge in materia di semplificazione?

Il tema della riduzione del consumo di suolo trova diretta applicazione negli strumenti di pianificazione territoriale (PTC, PRG e piani attuativi) che sono stati rivisti nei contenuti e nelle procedure secondo il principio guida di un’ulteriore semplificazione.

In particolare, è stata prevista l’efficacia diretta delle previsioni del PTC (Piano territoriale di Comunità) che non richiederanno quindi ulteriori procedure di conseguente adeguamento dei piani regolatori generali; inoltre, è stata semplificata la procedura di approvazione del PTC, in modo da assicurare la certezza dei tempi della programmazione territoriale; è stata rivista l’articolazione dei piani attuativi, prevedendo in particolare i piani di riqualificazione urbana,  nell’ottica di assicurare uno strumento coerente per l’approfondimento della pianificazione urbanistica relativa al patrimonio edilizio esistente.

Anche sotto il profilo edilizio, con la riforma è stata attuata la semplificazione delle fonti normative (la legge unifica in aree tematiche le disposizioni urbanistiche ed edilizie riguardanti specifici settori quali quello agricolo, produttivo, turistico) ed è previsto un regolamento urbanistico-edilizio provinciale quale strumento unico di attuazione della legge, di immediata efficacia e senza necessità di adeguamenti da parte di comunità e comuni. Semplificate anche le categorie d’intervento, i titoli edilizi e i procedimenti per il loro rilascio.

 

Provincia, Comunità di Valle e Comuni quali saranno le rispettive competenze e funzioni?

La legge punta ad una razionalizzazione dei ruoli e dei compiti dei soggetti coinvolti anche mediante meccanismi di coordinamento tra funzioni dei diversi livelli, ad esempio, come si è detto, tra gli strumenti di pianificazione, ed anche tra CPC (Commissione Paesaggistica di Comunità) /CEC (Commissione Edilizia Comunale) e tra servizi provinciali (ad es. nell’ambito della valutazione di impatto ambientale, dell’autorizzazione unica territoriale e delle autorizzazioni in materia di paesaggio/beni culturali). Nelle gestioni associate di funzioni è prevista l’istituzione di un’unica CEC e quando la CPC rilascia l’autorizzazione paesaggistica ed esprime pareri sulla qualità architettonica, il Sindaco del comune interessato partecipa alla CPC con diritto di voto e la CEC non si esprime su quel progetto.

 

Sono previste agevolazioni e semplificazioni per il recupero degli immobili nei centri storici?

La legge prevede meccanismi premiali per chi recupera l’esistente, come i bonus volumetrici o l’attribuzione di veri crediti edilizi, che consentono di ricostruire gli immobili demoliti anche in aree diverse da quella originaria e che possono essere commercializzati. Tali crediti sono riconosciuti anche a chi demolisce immobili incongrui. La legge favorisce la riqualificazione anche attraverso il concetto di ristrutturazione che viene ampliato fino a ricomprendervi anche interventi di demolizione e ricostruzione. Agli interventi di recupero viene applicata una significativa riduzione del contributo di costruzione (5% del costo medio di costruzione) che viene invece aumentato (nella misura del 20%) per le nuove costruzioni.

 

Sono previsti strumenti per rilanciare il settore dell’edilizia che sta attraversando una gravissima crisi con pesanti ripercussioni sull’occupazione?

Ci siamo interrogati su come intervenire senza penalizzare chi cerca di fare impresa sul territorio e per questo abbiamo introdotto notevoli semplificazioni a partire da un quadro normativo unitario, che favorisce la certezza delle regole applicabili, consentendo agli interessati di intervenire senza dover ricostruire una disciplina frammentata in più fonti. Nel contempo, con la riforma si è cercato di creare nuove opportunità di sviluppo, orientando gli investimenti dal nuovo ai volumi esistenti, al fine di indirizzare le risorse verso la riqualificazione del costruito, a cominciare dai centri storici, e verso le demolizioni dei volumi abbandonati, in modo da aiutare il mercato dell’edilizia ad uscire dalla crisi nell’ambito di un processo complessivo di miglioramento architettonico dell’esistente.

 

Quali saranno le conseguenze che si aspetta nei prossimi anni in conseguenza dell’applicazione della nuova legge?

Ci aspettiamo una maggiore responsabilizzazione di tutte le categorie interessate in vista di  un progressivo miglioramento del paesaggio trentino e di una crescente attrattività dello stesso. Gli obiettivi sui quali poggia la riforma - risparmio dell’uso di suolo, riqualificazione dell’esistente, maggiore qualità della progettazione, centralità e qualità del paesaggio, sburocratizzazione delle procedure, responsabilità e partecipazione -  rappresentano il riferimento a partire dal quale lavorare tutti insieme per il Trentino di domani.

 

Dopo l’approvazione delle recenti leggi di riforma istituzionale che ha favorito la fusione di numerosi comuni e dopo l’approvazione della nuova legge urbanistica, quale sarà il Trentino dei prossimi decenni?

Sarà un Trentino necessariamente più efficace, maggiormente capace di fare sistema e di perseguire obiettivi comuni attraverso un’azione sinergica di tutti i soggetti, pubblici e privati, interessati e più “accessibile” per tutti, in virtù di un quadro normativo che offre regole certe e nel quale si innestano esercizio coordinato delle competenze e procedimenti semplificati

Un Trentino con un’elevata qualità del paesaggio e della vita, in grado di continuare ad essere riferimento per altri territori e ad esercitare un’importante capacità attrattiva.

Un Trentino che sia in grado di valorizzare al meglio l’Autonomia intesa sempre più come opportunità e capacità di autogoverno sostenibile ed equilibrato delle risorse naturali e di quelle umane.