
Viaggio nelle associazioni L’Avis cerca volontari Donare è indolore e consente di salvare altre vite, oltre a monitorare gratuitamente e periodicamente il proprio stato di salute L’Italia ha bisogno di sangue e anche il Trentino – solitamente terra di solidarietà – non fa eccezioni. E’ questo il grido d’allarme lanciato dall’Avis trentino, e la situazione è di emergenza, tanto che nel corso del corrente anno il Centro trasfusionale e di immunoematologia dell’ospedale Santa Chiara di Trento è stato costretto ad attivare raccolte straordinarie di sangue per reintegrare le scorte. Un sempre maggiore ricorso alle cure ematiche negli ultimi anni, nuove specializzazioni e tecniche di operazione chirurgica, interventi sempre più particolari ed ecco che cresce la domanda di sangue, ad un ritmo maggiore di quanto, al contempo, cresca l’offerta.
Una situazione a cui si è cercato di ovviare con le raccolte straordinarie grazie alla disponibilità dei donatori attivi che hanno aumentato la frequenza delle loro donazioni, ma non è una soluzione sostenibile nel tempo. La verità è che servono nuovi donatori, specialmente nelle nuove generazioni, che, però, sembrano sempre meno disponibili a donare, senza contare il fatto, non da poco, che sempre più spesso anche molti giovani trentini abusano di sostanze allucinogene e di stimolanti che danneggiano in maniera irreversibile le cellule cerebrali e creano un’inidoneità alla donazione. Basta indicare alcuni dati: 17.500 studenti fra i 15 e i 19 anni fanno uso di alcool, 6.000 fumano tabacco, 5.700 cannabis, 800 assumono cocaina, 640 allucinogeni e 360 eroina. I policonsumatori, cioè coloro che fanno uso di almeno due di tali sostanze, sono il 23%. E questi dati dicono tutto. “Il disinteresse generale – spiega Roberto Bagozzi, responsabile della sezione Avis di Condino che comprende anche Brione, Castel Condino, Cimego - lo si riscontra anche a livello locale, come accaduto nella serata “I giovani incontrano AVIS” organizzata lo scorso 12 dicembre. Nonostante una pubblicità capillare, con manifesti consegnati ad ogni famiglia, ci siamo trovati ad una serata pubblica rivolta in particolar modo ai giovani e riteniamo occasione di particolare rilievo nella quale il relatore era il Presidente dell’Avis provinciale dott. Fabrizio Zappaterra, con la sala prevalentemente vuota.” Tuttavia va detto che nel corso dell’anno 2008 la raccolta di sangue, comprensiva di tutte le Sezioni AVIS operanti sul territorio provinciale, ha evidenziato un incremento rispetto al 2007, grazie in prevalenza al contributo dei Centri di Raccolta della periferia, mentre Trento ha evidenziato una leggera flessione. Le donazioni hanno raggiunto il numero di 20.198 di cui 17.467 di sangue intero, 2.530 di plasma e 201 di piastrine. Rispetto al 2007 le donazioni sono quindi aumentate di 879 unità, in linea con gli obiettivi prefissati dall’Avis Regionale per soddisfare la maggior richiesta derivante dall’attivazione del servizio di Neurotraumatologia presso l’Ospedale Santa Chiara di Trento. Per quanto riguarda poi le raccolte delle singole Avis comunali sono indicate in maniera dettagliata nello schema a lato. “Al 31/12/2008 – spiega Bagozzi - la sezione comunale di Condino ha attivi 139 donatori che nel corso dell’anno 2008 hanno effettuato 197 donazioni di cui 179 di sangue intero e 18 di plasma. Rispetto al 2008 abbiamo avuto un trend in aumento nei donatori di 5 unità, di cui 19 nuovi iscritti e 14 avisini cancellati. Le donazioni sono aumentate di 20 unità, per una percentuale pari al 11,29%.” Occorre però informare sempre più la gente della necessità di donare il sangue, e del fatto che non comporta nessuna controindicazione non è doloroso e consente invece al donatore di monitorare periodicamente i valori del sangue gratuitamente senza dover fare le analisi all’ospedale. Secondo un recente rapporto dell’Istituto superiore di sanità, infatti, la disinformazione risulta ancora alta con solo la metà delle persone contattate ha sentito parlare della possibilità di donare il sangue. “Ciò è molto significativo – conclude Bagozzi - chissà quanti potenziali donatori potrebbero nascondersi nell’altra metà della popolazione … Poster, cartelloni pubblicitari, televisione e passaparola fra amici e parenti sono i principali canali attraverso i quali le persone sono venute a conoscenza dei diversi aspetti legati alla donazione. Lascia perplesso il dato secondo cui soltanto un risicato 17% degli interpellati ne abbia sentito parlare durante una visita medica. Eppure i medici sarebbero probabilmente le voci più autorevoli, in grado anche di convincere e rassicurare chi può avere timori immotivati, legati a rischi per la propria salute connessi alla donazione.” |