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Scritto da Administrator |
Domenica 14 Dicembre 2014 07:44 |
Fra pochi giorni va in scena un passaggio importantissimo per il futuro delle fusioni in Giudicarie. Domenica 14 dicembre è in programma il referendum consultivo per la conferma delle fusioni tra i comuni di Condino, Castel Condino, Brione, Cimego e di Pieve di Bone e Prezzo e dalle ore 8 alle 21 i cittadini di questi comuni saranno chiamati alle urne per dire sì o no al progetto di aggregazione portato avanti dalle amministrazioni comunali. Nelle settimane scorse si sono svolti nei vari comuni degli incontri con la popolazione, nei quali i sindaci, accompagnati dall’assessore provinciale agli enti locali Carlo Daldoss e al consigliere Mario Tonina, hanno illustrato i vantaggi di una riorganizzazione amministrativa che possa assicurare una gestione più efficace delle risorse a disposizione e dei servizi sul territorio. Buono il livello di coinvolgimento della popolazione, in tutte e quattro le serate. Per essere valido, ogni referendum dovrà raggiungere il 50% dei votanti in ciascun comune e la maggioranza di questi dovrà avere espresso parere positivo. Inutile dire che si tratta di un passaggio importantissimo non solo per questi comuni, ma anche per le prossime fusioni che si stanno organizzando sul territorio, quelle di Villa-Darè-Vigo, di Bocenago-Strembo-Caderzone, di Giustino-Carisolo-Massimeno e di Bondo-Breguzzo-Roncone-Lardaro, per le quali, se tutto andrà per il verso giusto, se ne riparlerà a marzo del 2015. Lo stesso discorso si può fare a livello provinciale e regionale. Nella giornata del 14 dicembre oltre ai giudicariesi saranno chiamati alle urne gli elettori altri 7 comuni: Cavareno, Malosco, Romeno, Ronzone e Sarnonico dovranno dare il proprio parere sulla nascita del nuovo comune di Altanaunia, mentre Dimaro e Monclassico per la nascita del nuovo comune di Dimaro Folgarida. Un appello, univoco, alla partecipazione al referendum del 14 dicembre arriva dai sindaci dei comuni coinvolti. Inizia Giorgio Butterini, sindaco di Condino, il comune più grande: «È importante che vi sia una partecipazione convinta dei cittadini, bene sapendo che si tratta di un momento storico e che, comunque, qualche cambiamento sarà inevitabile. Se vince la voglia di fusione avremo una tutela del territorio, una gestione dei servizi più efficiente e moderna oltre a risorse aggiuntive, se passa il no in ogni caso le cose non potranno rimanere come ora e si dovrà ricorrere a gestioni associate con la Comunità, con difficoltà logistiche e meno risorse a disposizione». Per Carlo Bertini, sindaco di Cimego «se abbiamo portato avanti questo processo è perché crediamo possa dare migliori servizi per i cittadini disegnando un assetto più sostenibile degli enti locali. Per questo abbiamo accelerato, perché riteniamo sia importante prendere questo treno in questo particolare momento storico». Gianni Bagozzi, vicesindaco di Castel Condino:«E’ importante che la gente arrivi informata al referendum e poi partecipi secondo coscienza. I consigli comunali hanno fatto la loro proposta, ora sta ai cittadini scegliere quale strada prendere per il futuro” Per Brione, il più piccolo comune della fusione, il primo cittadino Cristina Faccini dice:«Il consiglio comunale si è espresso in maniera netta a favore della fusione, segnale della condivisione di questo progetto. Spero che il referendum dia un risultato positivo perché ritengo che sia giusto perseguire questa aggregazione, specie per Brione un comune di poco più di 100 abitanti. Chiaro che col cuore siamo legati al nostro comune, ma la realtà ci chiama a scelte importanti».
Sul fronte della fusione tra Pieve di Bono e Prezzo il sindaco del primo comune Attilio Maestri spiega: «le difficoltà del momento economico e storico rendono tutti più responsabili. Gli amministratori hanno fatto la propria parte in questo cammino, ora sta ai cittadini trarne le conseguenze, sapendo che votando sì alla fusione si coglie un’opportunità importante, non tanto per i prossimi mesi, ma per i prossimi anni». Celestino Boldrini, sindaco di Prezzo: “penso che quello della fusione sia un approdo logico nell’attuale panorama di contrazione delle risorse che già impone ristrettezze di bilancio in un comune piccolo come Prezzo. Del resto da anni stiamo attuando importanti collaborazioni con Pieve nella gestione dei servizi, dunque ora occorre fare un passo in più e creare un unico comune”.
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