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Foto 2010
Scritto da Administrator |
Mercoledì 11 Giugno 2014 05:49 |
Caro, Amistadi, ti abbiamo visto in pigiama all’ospedale, probabilmente ricoverato, ma non sembravi molto malato, sorridevi come al solito e scherzavi con il tuo compagno di stanza. Sperando che tu sia tornato a casa in buona salute, volevamo chiederti, che idea ti sei fatta del nostro ospedale? Tu ne sei sempre stato uno strenuo difensore, adesso che l’hai provato, sei sempre della stessa idea? Alcuni amici del Chiese
Sono tornato a casa e va tutto bene, era poca cosa. C’era un sacco di gente che stava certamente peggio di me con cui ho convissuto qualche giornata di disagio e di sofferenza. Ho condiviso storie, ansie e preoccupazioni di pazienti d’ogni età e di ogni provenienza. Ho avuto conferma dell’importanza di avere un presidio ospedaliero a Tione, della sua imprescindibile necessità sul territorio, e sul nostro dovere di difenderlo con le unghie e con i denti. La tiritera dell’ospedale sì, ospedale no, è lunga come la fame. C’è chi ce la racconta soave: il nostro ospedale costa troppo, ormai è meglio andare tutti a Trento, con l’elicottero ci si arriva in pochi minuti, a Trento si hanno più garanzie, ci sono i medici migliori, il mondo va così, ci dobbiamo rassegnare. Ho assistito infatti un pomeriggio alla partenza dell’elicottero per un ricovero urgente al Santa Chiara, e mi è venuto un groppo in gola. Capisco le urgenze o i casi particolarmente difficili e delicati, ma ve li immaginate i nostri anziani, i nostri genitori, i nostri figli caricati sull’elicottero per trasferirli a Trento, senza la vicinanza dei parenti e delle persone care, morirebbero durante i viaggio. O portati con l’autoambulanza per un ora su strade che sono ancora quelle del dopoguerra? Potete immaginare il disagio dei parenti che vorrebbero stare vicino ai loro cari che devono trasferirsi in città trascurando il lavoro e la casa. La vicinanza dei propri famigliari per un paziente vale di più di mille medicine. Per avere in più che cosa? Per l’esperienza appena vissuta, e per il parere concorde raccolto dalla parte dei pazienti, posso garantire di aver avuto a che fare con personale medico altamente professionale e preparato, non saranno nomi da oscar, ma sicuramente ottimi professionisti, coscienziosi e competenti. Decisamente ottima è anche l’assistenza del personale infermieristico d’ogni qualifica, che oltre al loro duro lavoro, sanno sorridere con comprensione e vicinanza ad ogni paziente, che sia ricco, povero o di ogni altra condizione, davvero un ambiente ideale per i malati che perlomeno sono esentati da una ulteriore e fastidiosa sofferenza ambientale, quella dei mega ospedali, tanto per capirci, dove il paziente non è il Paolo, il Franco, l’Eugenio, ecc, ma sono solo numeri da curare, per il resto si arrangino. La battaglia contro i piccoli ospedali va avanti da decenni, è vecchia e sbagliata, se ne rendano conto i nostri politici, negli Stati con i sistemi più avanzati stanno riscoprendo l’importanza dei servizi sanitari di prossimità in realtà piccole, appunto perché permettono di curare il paziente come persona e non come un numero. Solo nei piccoli ospedali si possono sperimentare percorsi di umanizzazione della medicina. Il nostro ospedale deriva dalla tenace volontà dei nostri nonni che negli anni trenta portò alla costruzione dell’Ospedale Mandamentale di Tione a beneficio dell’intera popolazione delle Giudicarie. Ora, seppur in tempi diversi e con necessità di riorganizzazione e di risparmio sulla spesa sanitaria, c’è chi vorrebbe minarne l’esistenza, sopprimere il nostro ospedale che per decenni ha rappresentato un sicuro punto di riferimento per la popolazione locale e per i numerosi turisti che stagionalmente soggiornano sul nostro territorio. E allora concordo pienamente con quanto affermato da un documento pubblico dei nostri medici del territorio sulla necessità di mantenere attivo il nostro ospedale, che riassumo. Sono da consolidare i Reparti di degenza (medicina,chirurgia generale, ortopedia e ginecologia) e di Servizi di diagnostica (radiologia e laboratorio d’analisi) oltre al servizio di di Anestesia, rinforziamo il Pronto Soccorso, bene organizzato nonostante la dislocazione attuale, speriamo provvisoria, scomoda e poco funzionale. Si garantisca l’emergenza-urgenza, di fronte all’emergenza non ci devono essere cittadini di serie A (residenti a Trento e nell’asta dell’Adige) e cittadini di serie B (residenti nelle valli). Pertanto deve essere potenziato l’attuale Pronto Soccorso garantendo la presenza costante 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, di operatori e medici specializzati. E’ poi fondamentale mantenere il reparto di Radiologia agli attuali livelli qualitativi, dotandolo di un adeguato numero di operatori medici e tecnici radiologi per dare in tempi brevi le risposte agli esami richiesti. Potenziare inoltre la frequenza e la presenza di medici specialisti, consulenti ambulatoriali provenienti da altri ospedali e infine porre la massima attenzione alla “cronicità”. L’invecchiamento della nostra popolazione farà aumentare in futuro le patologie croniche che dovrebbero trovare beneficio nell’ambito dell’ambiente famigliare, ma che spesso si complicano con episodi di acuzie. A questi casi dovrà essere garantita un’assistenza ospedaliera per lo stretto periodo necessario al controllo della fase acuta con la previsione di posti letto riservati alla categoria dei “cronici”. Per quanto riguarda i posti letto, considerando anche la vocazione turistica delle nostre valli, che stagionalmente comporta notevoli variazioni di popolazione, andrà prevista una variabilità stagionale nella disponibilità dei posti letto in ospedale in modo da non penalizzare i residenti in Giudicarie. Sono stato un po’ lungo, chiedo scusa, ma spero d’essere stato chiaro. Dovrei aggiungere qualcosa sul reparto di maternità dove invece l’eventuale chiusura è soprattutto colpa nostra, delle nostre donne, su circa quattrocento parti all’anno, più della metà delle nostre mamme scelgono di partorire a Trento, ne hanno diritto, ma non lamentiamoci se la maternità sparirà dall’ospedale di Tione in un prossimo, molto prossimo, futuro. Questa lunga risposta ai miei amici che si sono preoccupati per la mia salute e li ringrazio, vuol essere una presa di posizione preventiva della nostra gente contro chi sui nostri disagi ci gioca. Si finiscano i lavori, sarebbe ora! Si riorganizzi il tutto, ma giù le mani dal nostro ospedale, lo sappiano i politici, abbiamo nella storia delle Giudicarie momenti in cui il nostro carattere guerriero s’è manifestato a difesa di ingiustizie e sperequazioni, vedi la guerra delle noci nel Bleggio e la storia del Dazio di Tempesta, contro il Principe-vescovo, se si tocca il nostro ospedale dovremo tornare ai vecchi metodi, forche e forconi contro i Principi d’adesso, donne o uomini che siano. Adelino Amistadi |