Home Economia «Una realtà che lavora per il territorio»

Traduzioni e Comunicazione

Scritto da Administrator   
Venerdì 17 Gennaio 2014 16:00

Dal mese di maggio di quest’anno è un giudicariese a guidare la Fondazione Cassa Rurale Trento e Rovereto (Caritro). Paolo Battocchi, classe ‘44, come dice chiaramente il cognome, è un tionese e giudicariese.

Di nascita, però, perché sin da giovane le esperienze lavorative lo hanno strappato dalle Giudicarie e dal ‘79 risiede a Mori. Negli anni si è occupato di tutto, e sempre in ruoli di vertice. A partire dalla Marangoni di Rovereto, di cui è stato dapprima dipendente e poi, dal ‘95 al 2001 amministratore delegato, prima di passare al settore pubblico, dal 2001 al 2009 presidente di Trentino Servizi (poi Dolomiti Energia) e Set. Fino al 2013, anno in cui diventa presidente della Fondazione Caritro.

 

La Fondazione bancaria, nata nei primi ‘90 sulla spinta della legge Amato, gestisce un patrimonio di 400 milioni di euro e si occupa – secondo la normativa vigente e il proprio statuto - di promuovere dello sviluppo economico e sociale e sostenere i settori della ricerca scientifica e tecnologica, educazione, istruzione, formazione e cultura.

«Si tratta di un ruolo molto importante a livello di promozione sociale e di sostegno all’innovazione e alla produzione di idee – spiega Battocchi - Dalla sua nascita ad oggi Fondazione Caritro ha investito sul territorio circa 100 milioni di euro ed il trend attuale è di circa 6 milioni l’anno».

Su quali ambiti e con quali budget vi muovete?

La normativa che disciplina l’attività delle Fondazioni bancarie (D.Lgs. 153/1999) prescrive che questi soggetti scelgano gli ambiti sui quali operare nella propria azione di supporto del territorio. La Caritro ha scelto ricerca, istruzione, cultura e sociale, destinando a ciascuno di questi ambiti un budget e finanziando i progetti attraverso due canali: da una una parte valutando attraverso una commissione di esperti i singoli progetti che ci vengono proposti, dall’altra attraverso bandi specifici con i quali diamo impulso ai vari settori.

Un impegno importante, ancor più significativo oggi, nella congiuntura economica.

Certamente, proprio a causa della crisi la Fondazione ha rivisto le priorità di sostegno, concentrando più risorse sull’ambito degli interventi destinati al sociale, per supportare tutte le situazioni di disagio e di difficoltà che si sono venute a creare, Per fare un esempio, per il 2013 abbiamo messo a disposizione con uno specifico bando che è scaduto il 1° dicembre, 250.000 euro a favore di associazioni che lavorano nel sociale, che danno supporto alle persone in difficoltà tramite alimenti, fondi di solidarietà e che diano accoglienza ai senza tetto, un problema sentito soprattutto in città. Si tratta di un aiuto importante che monitoriamo costantemente per evitare che vada disperso o che sia mal utilizzato.

Un impegno che continuerà anche nel 2014?

Sì, e anzi posso dire, anche se non è ancora stato ufficializzato, che nel 2014 questo impegno sarà ancora potenziato e dovrebbe arrivare a 400.000 euro, confermando l’attenzione per le situazioni di disagio che la crisi sta accentuando e che sicuramente si riproporranno anche per l’anno prossimo. L’idea è quella di rafforzare la collaborazione con gli assistenti sociali, creare reti di solidarietà e favorire l’inclusione sociale anche con progetti come quello che stiamo portando avanti con il Decanato, per favorire il microcredito garantito.

Sempre per il 2014 parte anche un bando di sostegno alla attività culturali

Si tratta di un primo bando quadrimestrale 2014 che premia idee, progetti e attività in ambito culturale che è rivolto a tutte le realtà di volontariato culturale. I progetti presentati nel contesto di questo bando dovranno dunque dimostrare di promuovere la conoscenza, l’approfondimento, la valorizzazione e il dibattito di tematiche culturali, sociali e di attualità, agevolandone l’ampia divulgazione. Il budget complessivo è di 90.000 euro e la scadenza per le domande è per il 15 gennaio 2014.

Come spiegherebbe l’attività di Fondazione Caritro a chi non ne avesse mai sentito parlare?

La premessa è che nei primi anni ‘90 sulla scorta della legge Amato in Italia si è assistito allo scorporo da parte delle tante banche e casse di risparmio dell’attività propriamente di “banca” da quella di “supporto” e sostengo alla crescita del territorio. Furono così create da una parte delle Spa con finalità di raccolta e dall’altra le Fondazioni, che hanno in buona sostanza un capitale da amministrare attraverso investimenti e – con i profitti creati – reinvestire gli utili sulla comunità in cui agiscono (la legge Tremonti stabilisce nel 90% la quota da utilizzare all’interno della regione di appartenenza, ndr.). Allo stesso modo la Cassa di risparmio di Trento e Rovereto attuò questa separazione creando la Fondazione Caritro. Da allora sono stati investiti sul territorio più di 100 milioni di euro.

E la sua esperienza nei primi sette mesi alla guida della Fondazione?

Un impegno forte che si sviluppa lungo due filoni. Il primo è quello della scelta degli investimenti che ci permettono di mantenere ed incrementare il capitale alla base della Fondazione (400 milioni di euro); il secondo è appunto quello di individuare azioni e progetti utili al territorio e alla comunità, come da statuto Caritro.