Dopo la netta vittoria nelle elezioni provinciali del 27 ottobre il neo -presidente Ugo Rossi ha varato la nuova Giunta e si è subito tuffato negli impegni istituzionali, da subito stringenti. Sul tavolo c’è la partita con Roma sulle risorse e sulla delega fiscale, ma anche le misure per fare ripartire economia ed occupazione promesse in campagna elettorale, senza dimenticare la riforma delle Comunità di Valle.
Presidente l’ampia vittoria elettorale le dà carta bianca per il governo del trentino e rappresenta anche una bella responsabilità. Quali sono le tematiche su cui si sta impegnando in queste prime settimane? In questo scorcio di inizio legislatura siamo stati fin da subito impegnati nel ridefinire i rapporti con Roma. Siamo soddisfatti dell’emendamento adottato dal Governo che recepisce l’Accordo con le province di Trento e Bolzano in materia di rapporti finanziari. Le due Province autonome saranno dunque titolari di nuove deleghe, nell’ambito del loro contributo al processo di risanamento dei conti pubblici, e in particolare potranno usare la leva fiscale per rilanciare lo sviluppo. Resta aperto però il problema del rispetto delle nostre prerogative statutarie che l’impostazione data alla legge di stabilità non sembra ancora garantire. Sul piano sociale, invece, al centro del nostro pensiero ci sono i giovani: dobbiamo mettere in campo un impegno straordinario nei loro confronti, che coinvolga tutte le componenti dell’amministrazione ma più in generale tutta la società trentina, partendo dai temi della formazione e del lavoro, che sono strettamente legati. Quali sono le direttrici verso le quali indirizzerà la sua attività di presidente? Sento fortemente il bisogno di aprire nuovi canali di comunicazione fra la Provincia e la comunità, l’insieme dei cittadini. La Provincia è la casa dell’Autonomia e l’Autonomia appartiene a tutti e ha bisogno di tutti. Dobbiamo fare questo anche per guardare, con convinzione e fiducia, al futuro. Spesso la politica è accusata di non farlo abbastanza, di tenere lo sguardo fisso sul presente. Io non voglio certo trascurare l’oggi ma voglio pensare anche al domani, al Trentino in cui vivranno i nostri figli. Una delle sfide principali dovrà essere quella dell’innovazione, che deve attraversare trasversalmente tutti i campi dell’agire: innovazione tecnologica, ma anche delle prassi e delle procedure dell’amministrazione, dei servizi e della loro erogazione. La stessa Autonomia andrà rinnovata, per essere messa nella condizione di rispondere sempre meglio alle sfide della società globalizzata e della crisi economica che continua a perdurare. I temi che ritiene strategici per questi cinque anni di legislatura. La prima priorità è quella del rilancio dell’economia. Il nostro impegno non parte oggi visto che abbiamo varato il primo piano straordinario, per sostenere l’accesso al credito delle imprese, già nel 2009, ma dobbiamo continuare ad insistere, rafforzando la competitività del nostro sistema produttivo, accrescendo le sinergie fra ricerca e imprese, sostenendo l’internazionalizzazione e attirando anche imprese e “cervelli” dall’esterno. Determinante sarà poi l’impegno in favore della coesione sociale. Vogliamo rilanciare un’idea di Trentino come di una terra solidale, aperta, che non lascia indietro nessuno. Sanità, politiche sociali, famiglie, cultura sono altrettante voci a cui dedicheremo una particolare attenzione. Diversificando se necessario le risposte a seconda delle esigenze dei singoli territori, perché non è detto che, ad esempio, le Giudicarie e il capoluogo abbiano le stesse priorità. Un altro aspetto centrale è quello del calo di risorse a disposizione. Come conciliarlo con la necessità di servizi pubblici specie nelle periferie e nelle valli? La sfida è quella di fare meglio con meno. Ma sono convinto che possiamo riuscirci, utilizzando meglio le risorse che abbiamo già a disposizione, razionalizzando e semplificando l’operato della pubblica amministrazione, e infine anche decentrando. Va detto che stiamo concludendo una serie di investimenti strategici che faciliteranno le sinergie e la messa in rete anche dei territori più lontani dalla città capoluogo e dall’asta dell’Adige, uno su tutti la posa di oltre mille chilometri di fibra ottica. A monte vi è però una questione più generale, ovvero la necessità di definire il modello finanziario sotteso alla nuova impostazione dell’Autonomia, che tenga conto delle nuove competenze progressivamente trasferite ai territori, ovvero a Comunità di valle e Comuni. Economia e occupazione sono al centro del dibattito, ma in Giudicarie si parla anche molto di riforma delle Comunità. Come procederà in questo senso il Governo provinciale? I principi-guida dell’azione della Giunta nella nuova legislatura in questo campo dovranno essere quelli della perequazione, della compartecipazione alla fiscalità locale, del controllo e razionalizzazione della spesa complessiva. Confermeremo alle Comunità di valle il loro ruolo strategico, sul piano della gestione delle competenze delegate e anche su quello politico, ma le renderemo più snelle e capaci di funzionare. I Comuni a loro volta saranno maggiormente protagonisti e saranno chiamati a condividere i meccanismi di governance. (r.b.)
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