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Elisoccorso anche di notte. Finalmente
Scritto da Administrator   
Martedì 02 Aprile 2013 21:50

Aveva fatto trenta. E, finalmente, la Provincia ha fatto trentuno. Venti milioni all’anno prima, e 22 dal primo di luglio. Con il solo 10% in più, dall’inizio dell’estate, il servizio dell’elisoccorso trentino si potrà fregiare di un servizio H24. Cioè 24 ore su 24. Per tutte le ore del giorno e della notte, quindi, i potenti Agusta Westlar Aw 139 (costo 24 milioni cadauno), potranno fare la spola da ospedale a ospedale,  per portare in sale più attrezzate le vittime di incidenti gravi o persone colpite da ictus o disfunzioni che necessitano di cure immediate. E’ un grande passo avanti verso una sanità trentina davvero efficiente, in grado di sopperire - a tutte le ore - alle asperità di un territorio montuoso ostile, e a distanze non sempre colmabili in tempo utile per la vita dei pazienti con i mezzi di trasporto tradizionali. Da tempo, i collegamenti tra i nosocomi della regione hanno raggiunto un alto grado di efficienza con i soccorsi affidati ai rotori degli elicotteri. A tutte le ore, fuorché di notte. Dalle 6 del mattino  alle 21 di sera, in pochi minuti i casi più gravi possono raggiungere gli ospedali di Trento o Rovereto. O, nei casi di traumatizzati gravi, anche Verona. Il grosso neo è costituito però dalle rimanenti ore di buio, con il servizio non sufficientemente strutturato, per permetterne la copertura nell’arco di tutte le 24 ore. 

Elicotteri e piazzole sono state dotate di tutte le tecnologie necessarie a far alzare in volo i mezzi anche in condizioni estreme di visibilità (basti pensare che la sola pista di atterraggio dell’ospedale di Tione è costata qualcosa come 2 milioni di euro). Ma mancavano gli uomini per coprire, compiutamente, la turistica del servizio. Oggi, finalmente, la Giunta provinciale – lo ha comunicato l’assessore alla salute Ugo Rossi in un’apposita conferenza stampa – ha deliberato che i trasporti aerei, tra ospedali, saranno garantiti a tempo pieno: sette giorni su sette, e per tutte le 24 ore. Il servizio entrerà in funzione dal 1° di luglio. Per questo gli uffici provinciali stanno attivando i bandi di assunzione di 3 piloti, 3 tecnici di volo, 3 medici rianimatori e 3 infermieri.  Il tutto con una spesa aggiuntiva di 1.865.000 euro l’anno, così ripartiti: 950 mila euro per il personale dell’Azienda sanitaria, 510 mila per il personale del Nucleo elicotteri e vigilanza aereoportuale, 245 mila per spese correnti (licenze e carburanti) e 160 mila per i controllori di volo. Circa 2 milioni di euro in più, che vanno ad aggiungersi ai 20 annui spesi per l’attività di elisoccorso dove già operano: 12 piloti, 13 tecnici e coadiutori di volo, 13 medici anestesisti/rianimatori, 16 infermieri professionali, 20 tecnici di elisoccorso (Soccorso Alpino) e, durante il periodo invernale, 11 unità cinofile per ricerca in valanga.

Il tutto per garantire la spola e i collegamenti con 14 piazzole attrezzate, destinate a diventare 18, di cui sette al servizio degli ospedali di Trento, Rovereto, Arco, Cles, Cavalese, Borgo Valsugana e Tione, e altre presenti nei territori comunali di Mezzolombardo, Storo, Malè, Madonna di Campiglio, Trasacqua, Folgaria, Avio e Fondo. Più due in costruzione a Cembra e Pozza di Fassa. Una rete capillare, che ha iniziato il suo iter organizzativo esattamente venti anni fa: nel gennaio del 1993. E, che solo dal prossimo mese di luglio, verrà resa efficiente a tutte le ore. Cuore di questo sistema era stata l’istituzione del Servizio di Allarme Territoriale, meglio conosciuto come 118. Un servizio che aveva rivoluzionato la gestione dell’emergenza sanitaria, fino allora assicurata dalla rete dei Pronto Soccorso. E dotato di un sempre più completo servizio di collegamento di elisoccorso, oggi equipaggiato di una flotta di Agusta e Duphin. Con i primi, tecnologicamente adatti al volo notturno. La scarsità di organico, non sufficiente per coprire tutta la turnistica, nonostante i mezzi  , non aveva consentito finora di completare il programma H24. Ora, non appena saranno espletate tutte le formalità per le nuove assunzioni (copertura finanziaria, compresa), per l’ambizioso progetto si potrà finalmente pronunciare l’ormai ricorrente: missione compiuta. Uno sforzo organizzativo ed economico ritenuto eccessivo da molti. Ma che, a ben guardare, oltre agli indubbi vantaggi di un soccorso tempestivo, capace di mettere in “rete” anche l’ospedale più periferico con le più dotate strutture centrali, permetterà risparmi sinergici tra tutti i nosocomi trentini. Già oggetto di pesanti programmi di razionalizzazione che prevedono appunto ( come già accade nell’ospedale di Tione) di non utilizzare le sale operatorie per il week-end, ma di delegare al Pronto Soccorso “aviotrasportato” le eventuali urgenze dei fine settimana. “Del resto – come sostiene l’assessore Rossi – se l’intervento è davvero urgente richiede strutture di un certo tipo per offrire il massimo della sicurezza”. Parole inconfutabili. Di cui, sarà però molto importante valutare – come qualcuno fa osservare -  quanto il disinvolto utilizzo dell’emergenza penalizzi la vita di strutture periferiche, da sempre baluardi di una sanità capace di dare risposte efficaci al territorio.