Home Il Saltaro L’Italia e l’auto di zio Oreste

Traduzioni e Comunicazione

Scritto da Administrator   
Martedì 02 Aprile 2013 21:46

Che mese questo (scorso) di marzo, pazzerello come sempre, acqua e neve in abbondanza, nei cieli ho sofferto la nebbia ed il gelo, povero Saltaro vostro, intabarrato come sempre dal tradizionale mantello nero dei tempi andati, alieno com’è a felpe, giacche a vento e compagnia bella. Che mese! Siamo partiti senza Papa, e già eravamo senza Governo e presto saremo senza presidente della Repubblica. Un vero periodo di desolazione politica e sociale. E lassù, nelle alte sfere, occupati come sono dalle sofferenze del mondo intero, all’Italia non han fatto gran caso, sono i soliti casinisti, se la caveranno come sempre, così  liquidavano le nostre miserie. 

Nel frattempo la Chiesa si sistemava con un novo Pontefice, lo Spirito Santo deve aver fatto un ottimo lavoro, perchè Papa Francesco promette bene, ne vedremo delle belle, sembra intenzionato a fare pulizia dentro e fuori il Vaticano; era ora, s’è festeggiato in terra, ma anche in cielo s’è fatta gran tripudio, hanno gioito angeli ed arcangeli, cherubini e serafini, e anche a noi, umili Saltari è stata data una giornata di vacanza.

Non a tutti, purtroppo, al vostro Saltaro è stato imposto di rimanere al suo posto, troppo movimento in questi giorni in Giudicarie, con i politicanti già in campagna elettorale, con le beghe fra i grisentiani e i dellaiani, con le Comunità in fermento e bracconieri all’attacco, non potevo di certo andare a zonzo dimenticando i miei doveri di osservatore attento, censore e pacificatore delle nostre valli. Ho però anch’io commesso un errore, come sempre capita ai troppo buoni. Ritenuto saggio più degli altri, per l’età ultracentenaria e per la mia sagacia, dato che rimanevo in servizio permanente, sono stato chiamato dai Santi in paradiso a spiegare la situazione politica dell’Italia dopo le elezioni del 24 aprile,  visto che le loro informazioni erano confuse e di parte, non sempre i buoni cristiani la sanno raccontare giusta, e così ho dovuto accettare l’ingrato compito.

Incasinato com’è il nostro momento politico, non è stato un incarico da poco. Ci ho pensato una notte intera, come cavolo spiegare le tante cose strane che stanno succedendo nel nostro paese, le elezioni sono state confuse e sterili, come non mai. Cosa dovevo dire? Mi è venuta in soccorso la macchina d’altri tempi, scassata e malconcia, dello zio Oreste. Lo zio Oreste è lo zio di tutti, girovago e solengo, gira le Giudicarie aspettando che venga sera, non ha mai lavorato e mai lavorerà, fin che gli dura, ma è uno dei pochi che non sente la crisi, misero e tapino lo era prima, allo stesso modo misero e tapino lo è oggi, crisi o non crisi, per lui non è cambiato niente. La sua macchina antica m’è venuto l’estro strampalato di paragonarla all’Italia di oggi. E così la spiegai nel migliore dei modi al sacro convivio. Alla macchina Italia, mi perdoni lo zio Oreste, sono stati cambiati i copertoni proprio il 24 febbraio, per cercare di farla ripartire, ma i fornitori (tutti noi) non sono stati particolarmente chiari e l’auto stenta a muoversi. La ruota anteriore sinistra era stata preparata a puntino, con tanto di primarie e parlamentarie, anche la campagna elettorale era stata condotta con serietà, e ci avevano messo il becco un po’ tutti, Matteo Renzi compreso. Hanno riesumato persino Prodi ed altri vecchi scheletri del comunismo antico. Sembrava una vittoria facile, e vittoria è stata. Di Pirro. Infatti, grazie al porcellum, hanno avuto la maggioranza alla camera, ma non al Senato. La ruota di destra sembrava destinata a restare sgonfia e sfaldata, ma poi è ricomparso un gommista di 76 anni, milanese, godereccio per indole, che con il suo celebre “ghe pensi mi”, è riuscito a montarla praticamente con la stessa pressione della sinistra. Certo, ha dovuto girare tutte le TV e radio della penisola, ha raccontato favole e spropositi a destra e a manca, ma è riuscito nell’impresa impossibile, grazie ai colpi di teatro, alle imitazioni da cabaret, a Balotelli...e persino grazie ai suoi nemici giurati Santoro e Travaglio.

Nel retrotreno Grillo non ha voluto una gomma da montare, ma un cingolo di una ruspa. A bordo del suo camper, il Grillo ha girato tutta Italia, dicendone di “bò e di vacca” contro tutto e tutti, e alla fine il Movimento 5 stelle è risultato il primo partito portando in Parlamento 160 peones, all’insegna del cambiamento, del “mandiamoli tutti a casa”, vecchi e nuovi, secondo Grillo, sono tutti da rottamare. Cosa voglia fare lui con il suo Movimento, non lo si è ancora capito, fin’ora ha solo contribuito a generare il caos e ad aumentare lo spread; miliardario com’è di suo, dei guai dell’Italia sembra non l’importi un granché.

Sull’altro lato della macchina, la quarta ruota, è piuttosto un ruotino mezzo sgonfio, visto che colui che era salito in politica, è poi sceso e non poco alle urne. Col 10% il prof. Monti s’è detto soddisfatto, contento lui...meno contento saranno stati i suoi compari, appena sorridente Casini, infuriato Fini finito fuori dalle scatole. Purtroppo la gente ha preferito il “il populismo simpatico, spiritoso, ma assolutamente devastante per l’Italia e per i nostri problemi”, queste le sue parole, piuttosto che dare credito alla serietà di un vecchio professore che per un anno intero si era speso per il salvamento del nostro paese. Doveva essere il centro moderato, catalizzatore dei voti dei cattolici e della gente responsabile e per bene, l’ago della bilancia del Parlamento. E invece niente. Un vero fallimento. Infine, nel bagagliaio dell’auto Italia c’è una ruota di scorta col cerchione, ma senza copertone. Rappresenta il 25% degli elettori che sono rimasti a casa, uno su quattro, ovvero il primo partito del paese.

Il problema ora sta nel capire chi sarà in grado di guidare un’auto cosi scalcinata, inaffidabile, con le ruote spaiate, con un cingolo d’intralcio. Sarà il capo officina Napolitano a decidere, e sembra che per ora abbia designato il Bersani, patito e rattristato come non mai, sarà lui ha provarci per primo, ma l’auto dello zio Oreste, sembra non gradire, all’Italia serve un autista sicuro e   una macchina stabile con tutte e quattro le ruote funzionanti, con la giusta pressione, con il motore a posto, e finora la macchina Italia è tutta da rifare, e più si aspetta a rimetterla in carreggiata, più saranno i guai per gli Italiani, già ne abbiamo segnali davvero tragici, ma sembra che gli aspiranti autisti non se ne rendano conto. Vedremo. Con ogni probabilità, alla fine, bisognerà alzare bandiera bianca, dovremo cambiare macchina o tentare con nuovi gommisti, ritorneremo alle elezioni e nessuno può prevedere il futuro politico che ci aspetta. Ma soprattutto il futuro economico, siamo già sull’orlo del baratro, con i gommisti che ci ritroviamo, non tarderemo a precipitare.

Questo ho detto, in parole chiare al Santo consesso che ascoltava allibito e perplesso. Credo d’essermi spiegato alla grande. Gli astanti facevano ampi cenni d’assenso e decisero di prendere immediati provvedimenti. Non potendo fare altro, hanno indetto per tutto il mese di aprile novene di preghiera e penitenza a salvamento del bel Paese, hanno movimentato ogni santo Protettore, ed hanno minacciato sventure profonde a chi non saprà rimettersi in riga, a chi sarà causa di guai alla nostra gente, a chi non saprà comprendere con generosità l’esigenza di mettersi tutti al servizio di questo povero paese che sta naufragando, anche per colpa nostra, purtroppo, che non sempre sappiamo scegliere i nostri governati con la ragione e l’intelligenza necessaria.

Chi è causa del suo mal pianga sè stesso. E scusami, zio Oreste, ho finito, vieni a riprenderti la macchina, non mi serve più