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Foto 2010
Scritto da Ettore Zampiccoli |
Venerdì 15 Febbraio 2013 12:59 |
In Alto Adige dal 2014 i turisti dovranno contribuire a finanziare la promozione del turismo altoatesino. La Giunta provinciale non molte settimane fa ha approvato la legge che introdurrà la famosa – per qualcuno la famigerata – imposta di soggiorno. Ogni ospite “ over 14 “ dovrà versare una piccola quota per ogni notte trascorsa in Sudtirolo: si andrà dai 70 centesimi per gli affittacamere, agriturismo e alberghi a 1 e 2 stelle, all’euro per gli hotel a tre stelle e 1,30 euro per gli hotel a fascia superiore. In molte città italiane, da Roma a Firenze, per non parlare degli altri Stati europei, l’imposta è in vigore da tempo. In Trentino il discorso è fermo. L’estate scorsa l’assessorato, anche attraverso uno studio della Tsm, lo aveva messo sul tappeto. Era stata nominata una commissione incaricata di approfondire e sensibilizzare. Forse le modalità di lavoro di questa commissione, che tra l’altro non aveva coinvolto tutti i soggetti interessati alla partita, ha fatto sì che alla conferenza del turismo di Levico Terme ci sia stato una mezza rivolta contro l’ipotesi di introduzione dell’imposta di soggiorno, che di fatto è stata rimessa nel cassetto. Pensare ora che nel 2013 si possa tornare a parlare – e magari decidere – di questa imposta sarà ben difficile. Alla vigilia delle elezioni provinciali solo un kamikaze potrebbe tentare di affrontare un problema di questo peso. Così anche l’imposta di soggiorno, come altri nodi del turismo, peraltro già sollevati e ricordati in più occasioni dallo stesso assessore Mellarini, rimarrà in freezer. I problemi ai quali accenniamo sono, ne citiamo solo alcuni, son quelli della commercializzazione svolta da Apt e da Trentino Marketing (ora Trentino Sviluppo ), quello dell’autonomia delle Apt e del loro rapporto con la Trentino Marketing, della ristrutturazione delle Apt stesse. Lo stesso Mellarini ha detto giustamente che sono troppe le Apt presenti sul territorio trentino e sarebbe opportuno provocare processi di aggregazione. Ma torniamo all’imposta di soggiorno. Perché è sbagliato essere contrari aprioristicamente? Alcune obiezioni sono note: il settore turistico e le strutture ricettive sono già gravate da troppe tasse ( e questo è vero), i turisti potrebbero essere spaventati dall’imposta di soggiorno. Francamente noi non pensiamo sia una manciata di euro (mettiamo sette o dieci alla settimana ) a far scegliere al turista altre destinazione. L’offerta del territorio – e degli hotel – ormai si gioca sulla qualità dei servizi. Se ci saranno standard alti e innovativi il turista sicuramente non se ne va. Gli hotel pagano troppe tasse? A parte che l’imposta di soggiorno è pagata dal turista, è vero che le tasse gravanti sul settore sono troppe e onerose ma per questo gli albergatori e loro categorie potranno fare – se lo faranno – specifiche battaglie, chiedendo alla Provincia, per quanto di sua competenza, di far abbassare alcune voci d’imposta. Al contrario un’imposta “dedicata” alla promozione e versata alle APT e Consorzi turistici (e non alla Trentino Marketing) potrebbe essere utile per una serie di ragioni, che ora vedremo di elencare brevemente. Nel sistema attuale gran parte dei fondi arrivano alle Apt dall’ente pubblico, dalla Provincia. Ma in tempi di crisi i finanziamenti si assottigliano. Questo sistema di finanziamento, tra l’altro, rende succube le Apt alle decisioni – parliamo dell’ambito promozionale – che arrivano del centro e spesso le obbligano di fatto a partecipare ad iniziative non del tutto condivise o utili al proprio territorio di competenza. In Trentino le presenze ed i pernottamenti dei turisti sono, mille più, mille meno, trenta milioni. Se l’imposta fosse di un euro sarebbero 30 milioni circa di euro. Fossero anche meno sarebbe un bel gruzzolo. In Alto Adige l’80 per cento delle somme raccolte dall’imposta di soggiorno andrà a finanziare l’organizzazione turistica periferica. Sei dei trenta milioni sopra accennati l’80 per cento arrivasse alle APT e Consorzi turistici sarebbe proprio un bel respirare. Significa che le APT potrebbero risolvere parecchi problemi economici, risolvere la questione faticosa della partecipazione finanziaria degli albergatori all’Apt (a questo punto gli albergatori pagherebbero l’imposta di soggiorno raccolta dai rispettivi clienti e nessuno tirerebbero loro la giacca per finanziare ulteriormente l’Apt a meno che non si tratti di progetti specifici e mirati), all’interno delle Apt gli albergatori potrebbero avere maggiore autonomia e voce in capitolo nelle scelte strategiche e promozionali del proprio territorio, senza star col cappello. In questo senso l’autonomia val bene una piccola imposta. Pensateci, cari albergatori, e nella prossima legislatura vedete di decidere. |