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Scritto da Administrator |
Domenica 10 Febbraio 2013 12:58 |
Primo candidato nella Lista Monti-Scelta Civica, Lorenzo Dellai, dopo 14 anni di governo del Trentino si affaccia alla politica nazionale con l’intento di “rompere” alcuni schemi e comportamenti istituzionali che secondo lui hanno portato l’Italia al declino, portando un po’ della cultura autonomista nelle stanze del potere romane.
Presidente Dellai, innanzitutto, perché la scelta della Lista Monti? Perché mi pare una proposta seria e nuova. Non se ne può più di una politica nazionale incapace di liberasi degli schemi del passato. Talvolta, sembra di essere tornati al 94 ( secolo scorso ), quando ebbe inizio la cosiddetta “seconda repubblica “. Doveva essere la somma di tutte le meraviglie e si è trasformata in un progressivo declino anche civile e politico, non solo economico. Fino a sfiorare il baratro poco più di un anno fa, quando il fallimento di questa politica ha portato in extremis al Governo tecnico. Eravamo sull’orlo del burrone, in Europa scommettevano che saremmo finiti come la Grecia. E il bilancio della Stato rasentava il fallimento. Monti ha avuto il difficile compito di dire la verità agli Italiani e di adottare decisioni drammatiche e durissime, che hanno colpito tante famiglie, tante aziende e anche gli enti locali (ne sappiamo qualcosa anche noi quassù). Ma l’alternativa era finire come la Grecia: i potenti e ricchi avrebbero potuto delocalizzare all’estero il proprio futuro. La gente comune certamente no. Ecco perché non è affatto vero che Monti e’ nemico del ceto medio o dei lavoratori. Ora bisogna che questi sacrifici si traducano anche in lavoro, in prospettive per i giovani, in maggiore sicurezza e crescita, assieme all’Europa. Se torna la politica di prima, quella demagogica e populista o quella ancora legata alle ideologie dei decenni scorsi, questi sacrifici saranno buttati alle ortiche. La vera condizione per poter valorizzare i sacrifici ed aprire una stagione veramente nuova e’ che la lista Monti sia forte e abbia tanti consensi, per poter così concorrere a tenere la barra dritta. Dopo 14 anni di governo provinciale chiede la fiducia e il voto dei trentini per andare a Roma. Su quali basi e con quali intenti programmatici? Spero di aver lasciato un ricordo positivo nella nostra comunità. Ci siamo impegnati sempre con determinazione e credo che le cose che contano veramente non le abbiamo sbagliate. Possiamo certo aver commesso errori, questo e’ ovvio, ma non penso che abbiamo deragliato rispetto alla tradizione del buon governo dell’Autonomia. E sono le linee guida che riguardano la scuola e la formazione; la riscoperta della nostra identità e assieme l’apertura al mondo e alla innovazione; la solidarietà e la collaborazione tra le componenti sociali; il sostegno alle nostre imprese; un grande investimento sulla famiglia e sui giovani. Abbiamo cercato di valorizzare il volontariato, struttura portante della nostra comunità. L’impegno nazionale naturalmente si pone su un piano molto diverso, certamente più complesso e periglioso: ma penso che in fin dei conti questa nostra esperienza possa essere molto utile anche alla politica nazionale, che deve uscire dalla deriva dell’effimero per tornare ad occuparsi delle attese della comunità. Che Trentino si lascia alle spalle dopo la Sua esperienza amministrativa? Un Trentino forse più consapevole della sua storia, della sua forza, della sua Autonomia. Forse siamo oggi un pochino più “ comunità autonoma “, nel senso pieno di questi termini. Noi siamo qui, ci siamo abituati alla nostra realtà, spesso non ci rendiamo conto delle cose straordinarie che abbiamo costruito. Magari per polemica o per invidia neghiamo le cose buone che abbiamo. Ma basta poco (per esempio un amico non trentino che ce lo fa notare ) perché lo avvertiamo. Io sono orgoglioso del Trentino che ho governato in questi anni e sono certo che lo sarò anche del Trentino del futuro. Lei ha spesso parlato di buongoverno dell’Autonomia, contrapposto ad esempio agli scandali dei festini nel Lazio. Qual’è l’apporto che questa cultura del buongoverno può portare a livello nazionale? Per carità, anche noi abbiamo i nostri problemi e le nostre mancanze , ma penso che abbiamo conservato il senso delle istituzioni e il valore della serietà e della sobrietà. Senza nessuna presunzione di insegnare niente a nessuno, questa sensibilità potremo certamente testimoniarla come una caratteristica del Trentino. Qual’è la cosa del Trentino che più di ogni altra porterà con sé in questa sua nuova esperienza amministrativa? Il principio della responsabilità. La cosa più deprimente della politica nazionale e’ la sistematica tendenza a scaricare colpe sempre sugli altri. Bisogna tornare a questo valore, che nei governi locali, specialmente quelli autonomi come il nostro, e’ naturale e consolidato. Quali obiettivi e quali aspettative ripone nella Sua prossima “avventura romana”? Impossibile riassumere tutto in poche righe. Direi comunque che mi riprometto di continuare ad essere, come in questi mesi, parte del gruppo promotore di un nuovo progetto politico che si muove nell’ottica della “ricostruzione” del Paese. Parlo di una ricostruzione non solo economica e sociale, ma anche istituzionale. Unire verità e speranza, questo serve oggi alla politica italiana. La verità da sola rischia di essere fredda constatazione dei numeri. La speranza da sola rischia di essere illusione e, in sostanza, tradimento delle attese della gente . Un’ultima cosa. Si è scritto sui giornali che Lorenzo Dellai sarà a Roma “difensore dell’autonomia trentina”. Sarà così? Non è una definizione che mi piace. Ma certamente uno come me che ha avuto il grande onore di guidare il Trentino per così lungo tempo non può che considerare la difesa e la promozione dell’Autonomia come un dato imprescindibile. Io sono stato e sarò sempre coerente con questo valore e ritengo di avere su questo abbastanza credibilità senza necessità di ottenere patenti autonomistiche da nessuno, Bolzano compresa. La SVP ed il PATT hanno stretto un accordo con il PD di Bersani. Noi siamo nella squadra di Monti. Ognuno, nella sua collocazione alla Camera e tutti assieme al Senato, con pari dignità, difende e promuove l’Autonomia. Quello che conta e’ lavorare con trasparenza e sincerità per lo stesso grande obiettivo: radicare il nostro sistema autonomistico nei nuovi scenari istituzionali che la prossima legislatura sarà costretta a definire per evitare che l’Italia vada a fondo. Sapendo che se l’Italia affondasse, anche Trento e Bolzano non se la passerebbero certo bene.
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