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Foto 2010
Scritto da Denise Rocca |
Domenica 06 Gennaio 2013 16:02 |
Si sta infiammando sempre di più con il passare dei mesi, in consiglio comunale a Pinzolo, ma anche nel resto della Rendena, il caso Nambrone, con il sindaco William Bonomi e la minoranza ai ferri corti. Tutto ruota attorno al progetto di riattivazione da parte di Cg Energia dell’omonima centralina, realizzata dall’Enel e da anni dismessa; Cg Energia è una società privata con sede a Preore, con metà del capitale “coperto” dalla fiduciaria Sirefid spa di Milano. Nulla di particolare, con un privato che chiede di poter aprire un’attività. Non fosse che l’attività, redditizia, si basa sullo sfruttamento di risorse pubbliche – cioè il Sarca di Nambrone – e che al privato è stato dato il via libera dopo che negli anni passati l’ente pubblico, pur avendone la possibilità, non ha deciso di fare lo stesso. Si potrebbe parlare anche in questo caso, semplicemente, di occasione sprecata, o anche solo di una scelta amministrativa poco oculata. Ma il susseguirsi temporale e gli intrecci di interessi pubblici e privati che si sfiorano pericolosamente, hanno acceso il focolaio delle polemiche. E’ un anno il tempo trascorso dal 9 aprile 2008, quando il Comune di Carisolo, dopo aver fatto domanda di concessione alla PAT per lo sfruttamento della acque per la produzione di energia, ritira la relativa richiesta lasciando campo libero al privato, e il marzo 2009 quando il sindaco di Pinzolo, l’altro Comune che poteva avere un interesse nell’iniziativa, passa dall’essere il commercialista della compagnia privata che nel 2008 si è aggiudicata la concessione, a proprietario del 25 per cento della stessa. La conferma in questo senso è arrivata da parte dello stesso primo cittadino di Pinzolo, William Bonomi, lo scorso 29 novembre, quando ha riferito alla Procura della Repubblica di Trento di avere nel progetto Nambrone “un interesse diretto dal 20 marzo 2009, perché sono proprietario, utilizzando il mandato fiduciario Sirefid del 25% della Nambrone srl”. Bonomi lo ha ammesso al procuratore Amato, dopo che la procura aveva ricevuto un esposto da parte delle minoranze in Consiglio comunale, che sospettavano addirittura, a carico di Bonomi, l’ipotesi di abuso d’ufficio. Nulla di tutto questo, ha spiegato Amato archiviando la pratica. Se censura della condotta del sindaco ci può essere, questa – scrive il procuratore - va valutata “in altra sede (politica in primo luogo, n.r.d.)”. Nessun rilievo penale, infatti, “proprio perché non sono risultate dimostrate attività amministrative ‘interessate’ che possano avere trasferito in sede penale una vicenda di natura squisitamente economica e, proprio in ragione della qualità soggettiva dell’interessato, politica”. Nessun reato secondo la legge, dunque, ma l’ammissione del sindaco di Pinzolo non poteva passare inosservata: fino ad allora, Bonomi aveva solo comunicato di essere stato il commercialista della società che nel 2007 aveva acquistato l’immobile ex Enel. Mai, di trarre interessi diretti dal progetto Nambrone. “Ha mentito alla comunità e soprattutto alla sua maggioranza”, ha tuonato Roberto Failoni, alla guida del gruppo di minoranza “Un comune per tutti”. “Ora, una mozione di sfiducia nei confronti del sindaco Bonomi è il minimo che si possa fare”, va oltre Diego Binelli. A far scendere sul piede di guerra le minoranze non vi è solo l’ammissione di Bonomi, ma l’intero controverso iter della vicenda, iniziato nel 2007 con la costituzione della Nambrone srl da parte di Walter Bonomi, cugino di secondo grado di William, e di Marco Gallazzini. A quel punto nessuno può dire, se non i diretti interessati, quando effettivamente fu fatta la proposta a William Bonomi di entrare a far parte della società; si tratta certamente di una questione di mesi, ed il tutto, sul piano dell’etica, lascia aperti diversi spiragli di critica: questo il concetto espresso dalle minoranze in una lettera aperta. Nel 2007 William Bonomi non era sindaco, ma lo è già nell’aprile 2008 quando Cg Energia srl e Nambrone srl fanno richiesta di concessione. E lo è nel giugno 2009, quando dimentica di convocare il Consiglio comunale per la conferenza dei servizi che darà il primo nulla osta all’impianto idroelettrico privato. A buttare benzina sul fuoco dei sospetti, anche il comportamento del comune di Carisolo, che il 22 gennaio 2008, quando sindaco era Diego Tisi, chiese alla Provincia di poter riattivare la centrale, ma il 9 aprile successivo presentò praticamente richiesta di archiviazione, evitando di mettersi in concorrenza con i privati della Nambrone e CG Energia. Che le minoranze si chiedano se qualcuno (e semmai chi) suggerì a Tisi e alla sua giunta di non interferire con soggetti privati fra i quali stava una fiduciaria il cui commercialista era un sindaco di un comune vicino che di lì ad un anno passera a diventarne proprietario del 25 per cento, non può stupire.
Cronistoria della “centralina nambrone”1986 – 1989: i Comuni di Pinzolo e Carisolo insieme alla società Funivie Pinzolo presentano una “domanda di derivazione d’acqua dal torrente del Sarca di Nambrone ad uso idroelettrico”. Dopo alcuni anni di incartamenti il tutto si conclude il 26 maggio 1994 con determina del dirigente provinciale del Servizio acque pubbliche e opere idrauliche che dispone “l’archiviazione definitiva del procedimento” per mancanza di documentazione. 2005: I comuni di Carisolo, Pinzolo, Massimeno, Giustino firmano un documento di intento di sfruttare le acque del Sarca di Nambrone per la produzione di Energia elettrica 2007: una società del gruppo Enel mette all’asta l’edificio ex centralina. Né il comune di Carisolo, guidato da Diego Tisi, né il Comune di Pinzolo retto dal Commissario Giorgio Paolino partecipano all’asta. William Bonomi segue in qualità di commercialista gli imprenditori della Nambrone Srl, che si aggiudicano l’edificio ubicato sul Comune di Carisolo. 22 gennaio 2008: il Comune di Carisolo presenta una domanda di derivazione di acqua per uso idroelettrico sul torrente Nambrone senza interpellare gli altri comuni con cui aveva manifestato l’intenzione di sfruttamento del Sarca di Nambrone. 21 marzo 2008: viene pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione la domanda del Comune di Carisolo. Entro i termini utili di presentazione (30 giorni) vengono protocollate anche quelle di Nambrone srl e di Cg Energia srl, i quali hanno avuto buon gioco quando il 9 aprile 2008 il Comune di Carisolo ha ritirato la propria domanda. 21 aprile 2008: scadono i termini fissati dalla normativa vigente per presentare ulteriori domande di derivazione sul Sarca di Nambrone. Da questa data in avanti nessuno può presentare nuove domande di derivazione sul Sarca di Nambrone. Rimangono valide solo quelle presentate entro tale data. 20 marzo 2009: William Bonomi diventa proprietario del 25% della Nambrone srl tramite la fiduciaria Sirefid 11 giugno 2009: viene protocollata nel comune di Pinzolo la convocazione della Conferenza dei Servizi (del 16 luglio 2009) per il rilascio della Concessione competenza esclusiva della Pat. Viene richiesto dalla Pat un parere al Comune di Carisolo e di Pinzolo per capire “se sussistevano prevalenti interessi pubblici ad un diverso uso delle acque chieste in concessione rispetto a quello idroelettrico, nonché se sussisteva un prevalente interesse ambientale incompatibile con la derivazione proposta” 16 luglio 2009: Il sindaco di Pinzolo Bonomi delega il Sindaco di Carisolo ad esprimere il parere senza aver portato la questione in Consiglio Comunale come richiesto dalle procedure. Il Sindaco Tisi non evidenzia alcun uso diverso delle acque né un interesse diverso ambientale incompatibile. Ottobre 2011: Viene rilasciata alla CG Energia srl la concessione di sfruttamento delle acque del Sarca di Nambrone per la produzione di energia elettrica
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