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Foto 2010
Scritto da Paolo Magagnotti |
Giovedì 29 Novembre 2012 13:34 |
La crisi economica e finanziaria che sta cambiando profondamente i nostri comportamenti ha colpito, come tutti sappiamo ed avvertiamo, anche il Trentino. Sembra tuttavia che vi siano realtà della nostra provincia che dimostrano riluttanza nell’attrezzarsi, mentalmente e operativamente, per affrontare un futuro che non sarà mai come il passato. Si pensa e si spera, forse, che si tratti di un fenomeno passeggero e che poi si potrà continuare come prima. Ci si lamenta magari perché la Provincia invece di indire gare europee non pubblica bandi “spezzatino” per far lavorare tutti, continuando ad avere lavoro fuori della porta di casa. Chi si illude di poter ritornare ad una traduzione che ha procurato lavoro e benessere in abbondanza in loco andrà incontro ad amare sconfitte. Una tradizione, peraltro, che grazie a robuste dotazioni finanziarie di un sistema autonomistico forte, ha garantito sviluppo ma non ha stimolato adeguatamente il liberarsi di imprenditorialità disposte ad esporsi al rischio ed aperte verso l’esterno. Anche nel Trentino, come in molte parti d’Europa, la piccole e media imprese rappresentano la spina dorsale dell’economia provinciale. Se non si intraprenderanno nuove vie gli spazi di lavoro anche nelle vallate trentine saranno sempre più ridotti ed in buona parte occupati da aziende che verranno da fuori; un fenomeno, questo, già concreto anche in Trentino, soprattutto con l’intervento di ditte del vicino mondo tedesco, soprattutto dell’Austria. Ditte che si muovono in termini di perfetta legittimità nell’ambito del mercato interno europeo, che prevede la libera circolazione nei Paesi dell’Unione Europea di persone, servizi, merci e capitali. Non di rado si sente dire anche da esponenti istituzionali che non bisognerebbe lasciare entrare ditte da fuori e far lavorare le aziende nostrane. Si sostiene anche che l’Europa non dovrebbe favorire una concorrenza che può penalizzare le attività economiche locali. Si tratta di pura retorica elettorale ed illusione. Le norme europee sulla competizione non sono state adottare per penalizzare l’economia, ma per contenere i prezzi a beneficio dei consumatori e migliorare la qualità. Fra pochi giorni celebreremo i venti anni di operatività del mercato interno europeo, entrato in vigore il primo gennaio 1993 dopo l’Atto Unico Europeo di Lussemburgo del 1986 che ha posto le premesse per la sua completa attuazione. Vi sono stati pertanto due decenni per darsi da fare ed organizzarsi per sfruttare meglio le opportunità del mercato interno e stabilire alleanze, senza le quali, una terra piccola come la nostra, troverà difficoltà ad essere competitiva. Sarebbe certamente riduttivo e ingeneroso non riconoscere iniziative in linea con il nuovo quadro europeo , ma poco è stato fatto per rapporto agli imperativi che la realtà impone. Ci si è probabilmente affidati un po’ troppo ai bilanci provinciali, il che non ha sempre sollecitare la fantasia. Cogliendo anche l’occasione della ricorrenza dei venti anni del mercato interno europeo sarebbe bene che la Provincia e le stesse Comunità di Valle si attivassero per motivare con azioni mirate operatori economici di piccole e medie dimensioni a creare fra di loro consorzi o cooperative, molto più di quanto è stato fatto. Si avrebbero così entità in grado di partecipare anche a bandi di importi elevati per poi affidare lavori settoriali ai consorziati. Simili organizzazioni potrebbero avvantaggiarsi della rete europea delle imprese (Enterprise Europe Network), la quale da noi fa capo a “Trentino Sviluppo”, struttura che dovrebbe probabilmente rivedere il rapporto fra ruolo di promozione di nuove iniziative economiche e interventi di salvataggio. La nostra vicinanza al mondo tedesco costituisce una particolarissima opportunità che dovrebbe essere maggiormente sfruttata, soprattutto se ci si convincerà della necessità di attrezzarsi meglio nella conoscenza della lingua tedesca. Sarebbe inoltre il caso di tentare nuovi percorsi economici, magari in forma di cluster transfrontalieri, nell’ambito dell’Euroregione che unitamente alle due Province di Trento e Bolzano coinvolge il Tirolo austriaco; un’Euroregione che dovrebbe probabilmente limitare spot di immagine e slogan per assumere maggiore concretezza in termini di progetti economici. Dobbiamo purtroppo prendere atto di un paradosso scoraggiante. Siamo una terra di cooperazione ed al tempo stesso registriamo forti individualismi. Vi sono operatori economici soddisfatti di essere soci delle nostre Casse rurali o di altre realtà cooperative, ma al tempo stesso riluttanti di fronte all’idea di dar vita ad una cooperativa che veda le loro aziende unite in un’entità con validi presupposti per aprirsi sull’esterno con maggiore competitività. Unirsi ad altri potrebbe significare perdita di un po’ di autonomia, ma ciò comporterebbe maggiore forza e sicurezza nell’affrontare le crisi ed essere competitivi. La prossima venuta di Babbo Natale non ci porterà gradi novità di miglioramento per il 2013. Sarà meglio attrezzarsi per una nuove stagioni di crisi ricorrenti. |