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...ma non tutte le strade portano a Roma |
Scritto da Ettore Zampiccoli |
Giovedì 29 Novembre 2012 13:22 |
E’ incredibile la velocità con la quale in questo Paese cambiano gli scenari politici. Un giorno Bersani, che ora ha dichiarato di affidarsi a Giovanni XXIII, sta con Casini, il giorno dopo Vendola non vuole Casini e allora Bersani ci ripensa, al terzo giorno Casini non si sa più con chi stare e allora fa casini. Poi appare all’improvviso Montezemolo, sì quello che Giuliano Ferrara sul Foglio sintetizza con la sigla LCdM. Ma chi è questo ? Sì avete indovinato, è quello della Fiat e della Ferrari, del treno Italo. Insomma un imprenditore con i fiocchi. Anche Berlusconi a suo tempo era considerato un imprenditore con i fiocchi. E LCdM fa la sua bella assise a Roma: seimila persone, tanti cattolici e tanta gente che probabilmente non può nemmeno permettersi di salire sul treno Italo. Ma tutti applaudono il nuovo leader che lancia la Terza Repubblica, che dovrebbe nascere sull’entusiasmo e sul ritrovato impegno politico dei cattolici. In effetti sul palco c’è una lobby centrista e anche intelligente, una bella parata di ricchi borghesi che dicono di parlare in nome dei cattolici, dei moderati e del popolo. Quanti fatti e misfatti in nome di questi cattolici! C’erano anche le Acli ad applaudire LCdM. Uno si chiede cosa abbia a spartire un lavoratore delle Acli, che si è fatto il culo per 40 anni lavorando sodo ed ora ha una pensione di mille euro, con LCdM. Anch’io – domine non sum dignus – mi considero un cattolico, magari di terza o quarta fila, ma che ci azzecco io con un LCdM che è sempre stato rappresentante di quell’imprenditoria vissuta per anni grazie anche ai forti contributi statali e che ha ridotto la Fiat a quello che è oggi. Che ci azzecco con gli imprenditori col pelo sullo stomaco ed i banchieri che stavano osannando LCdM. E’ questo il movimento popolare, moderato e cattolico che si sta costruendo ? Ai posteri l’ardua sentenza. Ma con Luca c’era anche Lorenzo ( in privato anche i politici si chiamano per nome ). Diciamo Lorenzo Dellai, il nostro presidente della Provincia, assurto ad una dimensione nazionale. Più che meritata ovviamente perché la stoffa c’è. Dellai c’era nella prima Repubblica, è stato un protagonista della Seconda ed ora è lanciato sulla Terza. Ivo Tarolli, leader dell’Udc locale, ha commentato con un certo sarcasmo “Dellai ha finalmente trovato casa”. Sì nel gruppo di Montezemolo&Imprenditori&Banchieri. Tutti in adorazione di Mario Monti. Ma Mario Monti fino a qualche settimana non era il nemico numero uno dell’autonomia del Trentino? La cosa deve aver sconvolto anche il presidente della provincia di Bolzano, Luis Durnwalder, che molto elegantemente si è limitato a dire . “Non capisco Dellai”. Ma nessuno si dovrebbe scandalizzare - se storicamente parlando – avesse presente il percorso, anzi i percorsi, del presidente Dellai. Una volta era della DC – lo eravamo in molti allora. Poi nel Comune di Trento ha contribuito al requiem della DC, ha flirtato un attimo con Orlando allora leader della Rete ( molti trentini ricordano l’incontro all’hotel Trento in un mare di folla), poi ha seguito per un certo periodo Martinazzoli, quindi ha fondato la Margherita, successivamente ha messo in piedi l’UPT ed ora apprendiamo che forse questo UPT cambierà nome. Ma avendo anche una missione nazionale da affrontare, Dellai si è mezzo a zigzagare un po’. Se non andiamo errati in un primo momento aveva aderito anche al Pd, poi si è avvicinato a Rutelli. Quando ha capito che il puffo romano sarebbe andato poco lontano, ha cominciato a flirtare con Montezemolo. E’ andato anche da Casini per annusare il terreno. Non deve esser andata bene perché due settimane dopo è tornato da Montezemolo, dopo aver annunciato nel frattempo strane alleanze con le Regioni del Nord ( i famosi incontri di Chivasso ) ed aver lanciato solo nell’agosto scorso un costituendo “polo degasperiano”, ora già dimenticato. Come ha detto un grande scrittore argentino “solo gli imbecilli non cambiano mai idea”, ma star dietro al nostro Dellai, che è intelligente, è impegnativo, molto impegnativo. Se Renzi è il rottamatore, Dellai – non si offenda – è il grande “riciclatore”. Adesso si è schierato con LCdM. Lo abbiamo visto su tutti i giornali e televisioni e difficilmente potrà tirarsi indietro. Ma una domanda ci punge. Ma LCdM riuscirà a presentare una propria lista e – ammesso che la presenti – saprà superare la soglia minima? In altre parole se Dellai si candiderà con LCdM sarà eletto o resterà a casa ? Rebus sic stanti bus un rischio c’è. Non tutte le strade portano a Roma e quella di LCdM ci sembra la più stretta. E allora, visto che Dellai è intelligente e vede lontano più di tanti suoi colleghi, vuoi vedere che alla fine Dellai non si candiderà per Roma. E ce lo ritroveremo sotto l’albero di Natale, pronto per le elezioni provinciali del 2013. Perché è ben vero che non potrà più ripresentarsi come Governatore, ma come consigliere provinciale sì. E chi gli vieta di fare il vicepresidente della giunta post 2013 o il presidente del consiglio o il capogruppo del partito ex UPT o come diavolo si chiamerà ? Non sarebbe più il Governatore ma di fatto comanderebbe ancora lui. Fantascienza ? Sì può essere, ma spesso i retro pensieri – come diceva il divino Giulio Andreotti - sono quelli vincenti. |