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Spread, credito, mutui: come l’economia incide sulla vita dei cittadini
Scritto da Denise Rocca   
Martedì 03 Aprile 2012 10:02

 

La BCE ha aiutato le banche e i governi pure salvandone qualcuna a suon di milioni mentre si chiedevano sacrifici ai cittadini, eppure una sensazione diffusa è che le banche siano sempre più egoiste: ricevuti gli aiuti per una crisi della quale hanno più di qualche responsabilità, ora non restituiscono il favore a cittadini e imprese che avrebbero bisogno di sostegno.

 

Questa la premessa, che ne pensa Roberto Filippi, direttore della Cassa Rurale Lorenzo Guetti?

Sono solo parzialmente d’accordo: il sentimento generale è diffuso, ma vorrei specificare che in Trentino il 66% del mercato  è in mano alle Casse Rurali; non ci sono state Casse da salvare e nel 2011 gli impieghi sono saliti rispetto al 2010 segno che il sostegno ai cittadini non è mancato.

Prendiamo atto della puntualizzazione, ma entriamo nel dettaglio: le banche hanno risposto agli aiuti della BCE comperando titoli di stato, perché?

Non tutte le banche si trovano nelle stesse condizioni; alcune hanno utilizzato o utilizzeranno i fondi per sostituire la raccolta internazionale che ha difficoltà ad essere rinnovata, altre banche stanno ricostituendo riserve di liquidità a fronte di un rapporto impieghi su raccolta in forte crescita. Altre hanno acquistato titoli di stato a prezzi interessanti e questo ha contribuito al ritorno di fiducia sui mercati e di conseguenza alla riduzione dello spread.

Qual è stato l’obiettivo della decisione di Draghi? E’ stato raggiunto?

L’obiettivo era mettere in sicurezza il sistema bancario europeo a fronte delle conseguenze negative che la dinamica dei titoli di stato stava determinando sulla capacità di raccolta delle banche meno liquide. Una crisi che forse la massa non ha completamente percepito.

Prestiti: cosa è cambiato rispetto al periodo pre-crisi?

Il costo di raccolta è salito in maniera importante nel corso del 2011 mano a mano che saliva il rischio paese. Il riequilibrio economico di questo fenomeno passava inevitabilmente per la riprezzatura dei nuovi impieghi con prezzi che fossero in linea con il mutato e maggiore costo della raccolta.

Se oggi un’impresa o un cittadino venissero alla “Don L. Guetti” per un prestito, cosa troverebbero ad attenderli?

La Cassa Rurale “Don Lorenzo Guetti” è una Cassa estremamente solida, molto liquida e con un ottimo rapporto impieghi/depositi. Sicuramente l’impresa e il cittadino troverebbero la disponibilità per un finanziamento a prezzi coerenti con l’attuale condizione di raccolta e con spese contenute. La Don Guetti da sempre è vicina alle imprese e ai cittadini della propria zona di competenza.

Lo spread, assunto a termometro della crisi, è sceso nei mesi passati e sopratutto nei giorni scorsi. Perché e grazie a quali fattori?

I fattori sono principalmente tre: la migliorata percezione dell’affidabilità degli impegni presi dal nostro governo nella giusta direzione di ribilanciamento del debito pubblico rispetto al PIL, il sostegno alla domanda di titoli di stato rafforzata anche grazie alle iniziative straordinarie della BCE a favore delle banche  e non da ultimo alcune scelte che lasciavano intravvedere una possibile soluzione positiva della crisi greca.

Fino a che punto la riduzione dello spread è positiva?

La riduzione dello spread è positiva nella misura in cui le decisioni di politica economica nei prossimi mesi vanno nella direzione attesa dai mercati che hanno in parte anticipato questa fiducia. Questo renderà la riduzione dello spread durevole e permetterà anche una normalizzazione delle condizioni di raccolta e impiego per le banche.

Diminuzione dello spread vuol dire diminuzione del costo del debito pubblico; le spese per gli interessi sul debito pubblico italiano sono una componente molto importante del bilancio nazionale. Tagliare o almeno ridurre le spese in questo momento è determinante per il nostro bilancio pubblico.

La Grecia non è fallita perché si è trovato un accordo, ce lo spiega?

L’accordo di scambio che è in corso di perfezionamento con tante difficoltà mira a concambiare in maniera volontaria il debito pubblico greco con nuove obbligazioni aventi un valore nominale minore e una scadenza più lunga. Ciò determina una riduzione del debito pubblico e una perdita per coloro che aderiscono al concambio, ma consentono alla Grecia di andare nella direzione di riduzione del rapporto debito/pil.

Se l’empasse della Grecia è stato superato, come sembra, quale sarà ora secondo lei il prossimo grande passo per uscire dalla crisi?

Migliorare l’armonia fiscale nei diversi paesi, per esempio con la ratifica costituzionale della regola di pareggio di bilancio, e per quanto riguarda il nostro paese l’avvio concreto di politiche strutturali per sostenere la crescita.