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Canoni energetici, la spuntano i comuni |
Scritto da d.r. |
Martedì 03 Aprile 2012 10:46 |
Nella prima tranches di sentenze la spuntano i comuni contro Hydro Dolomiti Energia S.r.l. nella questione dei sovracanoni energetici. Sono infatti favorevoli ai quattro comuni per i quali si è arrivati ad un responso le prime sentenze del contenzioso che vede contrapposti 26 comuni rivieraschi, il Bim del Sarca e la Provincia Autonoma di Trento contro Hydro Dolomiti Energia S.r.l.
Il Tribunale di primo grado delle Acque di Venezia ha emesso le sentenze che riguardano Bolbeno, Calavino, Carisolo e Darè, accogliendo le ragioni dei comuni. Sentenze che le concessionarie hanno impugnato per il secondo grado davanti al Tribunale Superiore delle Acque di Roma, quindi non è ancora finita e i sindaci aspettano a cantare vittoria. Il fatto scatenante della vicenda risale al 2005, quando i tecnici della Provincia eseguirono il collaudo definitivo degli impianti idroelettrici sul fiume Sarca di S. Massenza I, S. Massenza II e Nembia, ridefinendo in aumento la loro potenza nominale media annua a 122.405,15 Kw complessivi contro gli 111.905,08 Kw stabiliti in precedenza. Una maggiorazione registrata di 10.500,07 Kw che ovviamente fino ad allora non era stata conteggiata nella determinazione dei canoni. “Ad oggi – spiega il presidente del Bim del Sarca Gianfranco Pederzolli – un Kw costa alla società 29 euro, quindi il concessionario ci deve più di 300.000 euro all’anno”. Sulla base dei collaudi definitivi il Bim del Sarca ha chiesto quindi a Hydro Dolomiti Energia S.r.l. gli arretrati per i sovra canoni e i relativi interessi maturati sin dagli anni 1955 e 1957. Va detto che i canoni in carico al concessionario sono di quattro tipi: quello demaniale che va corrisposto alla Provincia, il cosiddetto articolo 13 che prevede, sempre in favore della Provincia, un corrispettivo in energia, il canone per il Bim e un altro per i comuni rivieraschi sul Sarca. Quindi, contestualmente al Bim, anche i ventisei comuni rivieraschi e la Provincia hanno avanzato la richiesta per gli arretrati a loro dovuti e i rispettivi interessi maturati. Da contratto, nel caso dei comuni la differenza sui canoni andrebbe corrisposta a partire dal 1971. Si parla di 4 milioni di euro che Enel, oggi Hydro Dolomiti Energia S.r.l., deve versare. La società ha pagato 1 milione di euro nel 2006 a titolo di conguaglio per il periodo che va dal 2000 al 2006, eccependo la prescrizione quinquennale dei sovra canoni anteriori al 2000. Il Bim, che ha assunto anche l’onere della difesa dei comuni, ha opposto a questa risoluzione due ragioni: “anzitutto l’eventuale prescrizione sarebbe decennale – spiega Pederzolli - e inoltre nel contratto la prescrizione era stata esplicitamente esclusa”. Secondo il legale assunto dal Bim il contratto firmato nel 1953 stabiliva che solo in sede di collaudo definitivo si sarebbe arrivati a una definizione esatta dei canoni, a seguito della quale, una o l’altra delle parti avrebbe provveduto a colmare la differenza rispetto alla stima iniziale. Questo significherebbe in pratica l’impossibilità di attivazione della prescrizione. Proprio sulla retroattività è imperniata l’intera questione, e per la soddisfazione del Bim il Tribunale delle Acque di Venezia ha rigettato la prescrizione paventata da Dolomiti Energia stabilendo il rimborso ai primi quattro comuni giunti a sentenza: Bolbeno, Carisolo, Darè e Calavino. Il Bim per parte sua ha sospeso la sentenza per un anno e mezzo intavolando una negoziazione con Dolomiti Energia finalizzata al raggiungimento di un accordo prima della sentenza prevista nel mese di aprile.
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