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Scritto da Administrator |
Martedì 03 Aprile 2012 10:38 |
Mi piacerebbe che qualcuno un giorno mi presentasse “il Territorio”. Risponderei: “Finalmente: è un vero piacere conoscerLa. Sento parlare di Lei da anni. Lei è molto popolare qui in Trentino”. Territorio qui, Territorio là, Territorio su, Territorio giù. Sembra un personaggio mitico questo Territorio. In effetti da parecchi anni è invalsa in Trentino la consuetudine di abbinare la parola Territorio o l’aggettivo Territoriale alla categoria della politica, specie quando si tratta di definire un partito. Bisogna ascoltare il Territorio, il nostro è un partito territoriale, c’è bisogno di un nuovo partito territoriale, bisogna radicarsi nel Territorio ecc. ecc. Poi nasce anche la competizione. Il mio partito è più territoriale del tuo. Un po’ come il Dash che lava meglio. In questa corsa ci stanno dentro tutti: anche quei sindaci e amministratori che magari il territorio hanno contribuito a devastarlo con politiche urbanistiche demenziali. Ovviamente anche parecchi giornalisti lo hanno fatto proprio e nelle consuete interviste al politico di turno una domanda sul territorio non manca mai. Così in questa orgia di inni, se uno non si professa “territoriale” lo guardano come un povero Cristo che di politica non capisce una acca. Ora noi modestamente pensiamo che un partito, proprio perché è formato da gente che vive sul territorio, in una valle, in un centro abitato, sia ovviamente e naturalmente espressione del territorio. Un partito vive ed opera nella comunità e quindi aggiungere la definizione “ territoriale” potrebbe apparire pleonastico. Questo in una provincia “normale”. Ma in una provinciale speciale, come quella trentina, c’è chi ha pensato che il termine “Territorio” poteva essere la discriminante, fare la differenza fra i partiti che “amano il Trentino” e quelli che non lo amano, insomma il bollino blu. Se tu non sei territoriale non sei un vero autonomista, non capisci la specificità della tua terra, fai il gioco di Roma, non capisci la politica del presidente Dellai, sei un po’ demodè. E non a caso il presidente Dellai all’ultimo congresso dell’UPT ha lanciato l’idea di un nuovo partito territoriale, che dovrebbe nascere dall’incontro fra Patt, Upt e Pd, guarda caso i partiti che sostengono l’attuale maggioranza. Quindi un soggetto politico nuovo, territoriale appunto, in nome dell’urgente difesa dell’Autonomia, che sarebbe minacciata dalle forze oscure di Roma e del governo “amico“ di Monti. Per fortuna nel Pd c’è ancora qualcuno che pensa in proprio e in un batter d’occhio l’idea di Dellai è stata bocciata. Anche perché secondo qualche commentatore politico quando Dellai al congresso UPT lanciava questa proposta non pensava tanto al Trentino ma a sé stesso con la speranza che magari il nuovo Soggetto potesse poi incoronarlo per la quarta volta. Ma questo è un pensiero malizioso, dal quale – come direbbe Manzoni - noi ci dissociamo. Più seriamente questo uso ed abuso del termine “Territorio” nasconde – secondo noi - un pericolo : quello della chiusura mentale dentro il territorio trentino, della difesa ad oltranza di qualche situazione di privilegio che l’Autonomia – sia sempre benedetta – pure ci ha portato, quello di non volersi mettere in discussione e non accettare critiche o valutazioni negative sul modo di governare il Trentino. Molti non si accorgono che i predicatori del Territorio di fatto giorno dopo giorno stanno portando il Trentino verso una chiusura involutiva, culturale prima ancora che politica. Qui non passano i concetti di liberalizzazione, si pretende di gestire l’A 22 senza una gara regolare, si continua con il no ideologico alla Valdastico, si risponde picche al Governo che chiede di ridurre i consiglieri regionali da 35 a 27, per non parlare poi dei ritocchi allo stipendio dei consiglieri provinciali. Si è tentato perfino di prefigurare una Università ad uso e consumo del potere territoriale, cioè assoggettata alla Provincia. Ma tutto questo avviene in nome del Territorio e dell’Autonomia o piuttosto in nome di un forte spirito di conservazione e di difesa di un sistema di potere, dove le parole Territorio e Autonomia diventano la classica foglia di fico ?
MA I TURISTI NON SONO CAPANNONI Alberto Faustini, direttore de Il Trentino, qualche giorno fa ha scritto in prima pagina un bel pezzo dal titolo “ C’era una volta l’APT”, dove per Apt si intende Azienda per la promozione turistica del Trentino, poi trasformata in Trentino Spa e successivamente ritoccata in Trentino Marketing. Senza entrare nel merito dei giudizi critici che Faustini esprime sul funzionamento della Trentino Marketing, una cosa ci ha sorpreso : la recente decisione del presidente Dellai di incorporare la Trentino Marketing nella Trentino Sviluppo, la società che fino ad oggi si è occupata di capannoni e di politiche industriali. In questa provincia così ricca e fantasiosa prima si moltiplicano come i pani le Società partecipate, poi all’improvviso ci si accorge che forse si è esagerato e allora per dare qualche segno di morigeratezza si lanciano politiche di contenimento : meno servizi, meno direttori generali, meno Società partecipate. Va tutto bene ma qualcuno dovrebbe spiegarci che ci azzecca – per dirla con Di Pietro – la promozione del turismo con le compravendite di capannoni e con gli investimenti industriali. Certo ci spiegheranno che dentro la Trentino Sviluppo magari ci sarà il dipartimento turismo, ci sarà un board di esperti altamente specializzati nel marketing turistico, ecc. ecc. Ce la racconteranno come vogliono loro tanto in questo clima da caserma nessun albergatore né tanto meno qualche presidente di Apt avranno il coraggio di sollevare obiezioni. Nel resto d’Italia si stanno creando, con criteri di grande managerialità, Agenzie regionali per la promozione del turismo. Qui invece la si chiude sicchè il Trentino sarà l’unica provincia/regione italiana a non avere un ente ad hoc preposto alla politica ed alla promozione turistica. Quasi che i capannoni ed i turisti fossero la stessa cosa. Dopo di che, una volta avvenuta l’incorporazione della Trentino Marketing in Trentino Sviluppo, saremmo curiosi di sapere quali saranno i rapporti tra Trentino Sviluppo e Apt di ambito, tra la Trentino Sviluppo e Consorzi Pro Loco, ecc. ecc. Non vorremmo essere pessimisti ma per le povere Apt prevediamo un’altra stagione di sconquassi. E visto come va ora il turismo, questo proprio non ci vorrebbe. Riuscirà l’assessore Mellarini a far cambiare idea a Dellai? Forza Mellarini. |