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Alla Casa di riposo dimissioni che fanno discutere
Scritto da Denise Rocca   
Venerdì 09 Marzo 2012 08:08

Sono arrivate come un fulmine a ciel sereno e altrettanto velocemente sono state respinte, ma le dimissioni da presidente della casa di riposo di Spiazzo presentate da Don Paolo Ferrari hanno generato un mare di chiacchiere e speculazioni. D’altronde la richiesta di un passo indietro avanzata dal vescovo Bressan in persona non poteva non suscitare qualche perplessità, sommata poi alla riservatezza di amministratori e prete sull’argomento si vede ben che di legna per accendere fuochi, immaginari o meno, ce n’è d’avanzo. 

Vediamo i fatti: lo scorso 15 febbraio il presidente Ferrari convoca l’assemblea con un unico punto all’ordine del giorno, le sue dimissioni appunto; i sindaci si presentano in diciotto, convinti di andare a confermare un semplice avvicendamento al vertice della San Vigilio fra Don Ferrari, che la presiede dal 2010, e Antonio Cozzio, consigliere nominato a suo tempo dall’amministrazione di Spiazzo. Prassi vuole infatti che il sorgere della casa di riposo sul territorio di Spiazzo conceda all’amministrazione il diritto di proporre alla presidenza il proprio rappresentante; dopo aver ascoltato il contenuto della lettera di dimissioni gli amministratori chiedono le motivazioni della decisione al presidente e fra lo stupore di tutti questo racconta di una missiva del vescovo Bressan che lo invita, alla luce dei crescenti impegni con la parrocchia, a lasciare la presidenza dell’istituto. A questo punto i primi tentennamenti dei sindaci nell’accettare delle dimissioni che ai presenti paiono, a loro dire, “poco spontanee”. E come dar loro torto... ma non è tutto, come racconta il direttore della casa di riposo Marco Saggiorato: ”Don Paolo ha accennato ad una situazione di disagio personale che stava vivendo in paese nelle sue funzioni di parroco di Spiazzo e che sembrava legata in qualche modo anche alla sua carica di presidente”. Lo stesso sacerdote conferma che ci sarebbero delle lettere, giunte in curia a Trento che gli indirizzano delle critiche, ma di cui specifica di non conoscere il contenuto.

Il clima di “disagio, amarezza e imbarazzo” creato in assemblea da tutte queste rivelazioni ha fatto convergere gli amministratori sulla proposta di Arturo Povinelli ed Emanuele Bernardi, sindaci rispettivamente di Carisolo e Villa Rendena, di: “lasciar decantare la situazione per capire meglio cosa stia succedendo” e si è arrivati alla decisione finale di respingere all’unanimità le dimissioni. “Messa di fronte a motivazioni che non parevano interamente legate alla gestione della casa di riposo - puntualizza il direttore Saggiorato - l’assemblea ha ritenuto di non aver avuto il tempo per fare una scelta ragionata e quindi di non voler turbare l’equilibrio istituzionale dell’ente”. Il momento è particolarmente importante per la casa di riposo visto che il secondo lotto dei lavori che dovrebbe completare il rinnovo dell’edificio per 7.700.000 euro è stato affidato dalla provincia con una gara indetta il 21 febbraio scorso e il cantiere partirà nel giro di qualche mese.

A questo punto Don Ferrari rimane al suo posto in attesa di un chiarimento con la curia e la decisione rimane nelle sue mani. A riguardo il direttore Saggiorato specifica: “Se dovesse lasciare la parrocchia automaticamente decadrebbe anche come consigliere, poiché una norma statutaria prevede che nel consiglio vi sia un membro nominato dalla parrocchia di Spiazzo”.

Il diretto interessato è tranquillo e pur rimettendosi alle decisioni del vescovo Bressan “che – dice don Paolo - avrà le sue giuste ragioni anche se non me ne ha reso partecipe in toto”, non nasconde la sua disponibilità a portare avanti la presidenza e si gode l’attestato di stima che il gesto unanime degli amministratori rendenesi ha fornito: “Però è una novità anche per me essere ancora qui, non mi aspettavo che le dimissioni venissero respinte”. Nessuna rottura con il vescovo Bressan, ci tiene a precisare Don Ferrari, che da subito ha accettato la lettera del suo superiore con serenità e “come un suggerimento”, la delusione del religioso è per altre missive, quelle giunte in curia: “ Quello che mi lascia amareggiato è sapere che sono state inviate delle lettere su di me e non conoscerne nemmeno il contenuto. Non so neanche cosa lamentano o mi rimproverano”. Per ora  Don Ferrari non ha ancora preso nessuna decisione, il termine del suo mandato come presidente è comunque vicino (aprile 2013) e da circa un anno segue anche la parrocchia di Bocenago, Strembo, Caderzone e quella di Pelugo in vista di avvicendamenti che erano comunque previsti per l’estate.