Home Primo Piano «Autostrada una risorsa importante per il Trentino (e per le Giudicarie)»

Traduzioni e Comunicazione

Scritto da Roberto Bertolini   
Venerdì 09 Marzo 2012 08:05

In Giudicarie per una visita di piacere, Walter Pardatscher ha parlato con il nostro Giornale spaziando tra tanti argomenti, economia, trasporti, territorio. Presidente dell’A22 dal giugno 2010, ingegnere edile, Pardatscher è considerato un personaggio emergente della politica altoatesina e uomo di fiducia di Luis Durnwalder.

Allora Pardatscher, cosa significa essere presidente di una realtà come l’Autobrennero?

L’A22 è sicuramente un soggetto forte a livello economico e una leva importante per lo sviluppo del Trentino e dell’Alto Adige. Essa interpreta il ruolo che negli anni ‘50 gli fu assegnato, allorché le Camere di commercio e gli attori economici delle due province di Trento e di Bolzano puntarono forte su questa via di comunicazione fra l’Italia e l’Europa come strumento di sviluppo dell’economia. Si trattò di passaggi importantissimi e a volte anche combattuti, basti pensare ad esempio ai forti dibattiti rispetto al tracciato, che alcuni volevano far passare da Merano.

In poche parole è il territorio che ha “voluto” l’A22.

Si, soprattutto gli operatori del territorio, come fattore di sviluppo economico e sociale. Un ruolo che è stato determinante per la crescita economica del Trentino e dell’Alto Adige negli anni ‘60 e ‘70 e che è fondamentale anche oggi, si pensi solo alla sua strategicità rispetto a settori come l’industria e il turismo.

Una società con assetto pubblico. Perchè e che cosa comporta?

La società Autostrada del Brennero Spa che gestisce l’Autobrennero è pubblica all’85%, con una partecipazione dei soggetti territoriali attraversati dal suo tracciato, dunque la Regione Autonoma Trentino Alto Adige, le province di Trento e Bolzano, ma anche di Verona, Mantova, Reggio Emilia, Modena, le Camere di commercio di queste realtà e i principali comuni. Questo assetto è determinante nella scelta delle politiche da portare avanti.  Per fare un esempio, in questi anni l’A22 ha investito cifre significative nello sviluppo dei trasporti su rotaia, attraverso due società controllate che si occupano di incentivarne la crescita. Si tratta di una scelta di decongestionamento del traffico su gomma con risvolti positivi per l’ambiente, un’iniziativa che un gestore privato di un’autostrada difficilmente avrebbe messo in campo, perché va contro i suoi interessi economici.

Ora però c’è la “grana” del bando europeo per la gestione dell’autostrada per i prossimi decenni. Come vi state muovendo?

Direi che,  anche per i motivi sopracitati, abbiamo un forte interesse a continuare nella gestione dell’A22. Ritengo che possiamo mettere sul piatto a nostro favore una gestione attenta e logisticamente di alto livello che ci consente ad esempio di essere un’autostrada con un basso numero medio di incidenti, ma non solo, penso alle tante iniziative innovative e a favore del territorio messe in campo in questi anni.

Quali?

Penso ad esempio al divieto di sorpasso dei camion, recentemente esteso, penso all’attenzione verso l’ambiente con iniziative che vengono additate come modello, come il “chilometro” di impianto fotovoltaico ad Isera. Oppure allo studio sul rumore, con la collocazione di apposite barriere fonoassorbenti per ridurre al minimo l’impatto del traffico nei confronti dei cittadini. Si tratta di pratiche virtuose verso le quali abbiamo dimostrato di essere sensibili e attenti.

Parlando di Giudicarie, i giudicariesi che vanno a Trento a lavorare possono esultare per la chiusura del casello di Trento centro, che ha decongestionato la “rotonda” in fondo al viadotto determinato minori code in entrata a Trento. E’ una scelta  definitiva?

Quando è stato deciso di creare il casello di Trento Sud si è pensato di chiudere Trento centro, ritenendo che due caselli per la città di Trento (l’altro è quello Nord) fossero più che sufficienti. Per i giudicariesi, ma anche per chi proviene dall’Alto Garda, questo è sicuramente un vantaggio, visto che il decremento del traffico sulla rotonda di ingresso a Trento è stato notevole. Resta da valutare l’impatto sulla tangenziale, che chiaramente ha fatto registrare un incremento del traffico, ma ritengo che l’attuale impostazione sia corretta e vada mantenuta se non vi fossero nuove esigenze.

Parlando in generale, l’autostrada è anche un termometro dell’economia. Che ricadute ha avuto la crisi sui trasporti?

E’ giusta la lettura dell’autostrada come termometro. Essa infatti ci segnala le difficoltà dell’economia, attraverso il calo dei passaggi; un fenomeno che abbiamo potuto osservare dopo il 2008, più marcatamente sul settore merci, e anche negli ultimi mesi del 2011, dove a calare sono state anche le autovetture dei privati, segnalando così a mio avviso il calo di fiducia degli italiani rispetto alla soluzione della crisi, ma anche le difficoltà generali e il disagio rispetto agli aumenti del costo dei carburanti. Dico solo, per fare capire la portata del fenomeno, che negli ultimi 20 anni il traffico di autovetture era praticamente sempre stato in costante crescita.

Si parla da anni di terza corsia; qual’è lo stato delle cose?

Si tratta di una discussione da anni sul tavolo. Per quanto riguarda il tratto da Verona a Modena, il tracciato prevede già lo spazio necessario per realizzarla e dunque direi che a breve ci sarà il bando per la realizzazione. Da Verona verso nord l’ampliamento è più difficile, perché necessiterebbe di un allargamento del sedime autostradale e in molti tratti ciò non è possibile, senza contare che nel territorio altoatesino, specie nel tratto da Bolzano al Brennero, vi sono tanti tunnel, ponti e viadotti e realizzare la terza corsia comporterebbe costi altissimi.

Dunque ci siamo chiesti come operare da Verona a Bolzano. La soluzione sarebbe la terza corsia cosiddetta “dinamica”, ossia l’utilizzo dinamico della corsia di emergenza. Esso si realizza togliendo la siepe centrale tra le due corsie (larga 3 metri) e lasciando un solo guard rail rinforzato, “guadagnando” così 2 metri e realizzando due corsie da 3,75 metri e una di emergenza di 3,50. Con questi numeri, nei momenti di maggior afflusso turistico, sarebbe possibile aprire il traffico alle 3 corsie (utilizzando pro tempore quella di emergenza), smaltendo le code e agevolando il traffico. Ecco un buon compromesso tra necessità del traffico e necessità di conservazione dell’ambiente, così sentite sia in Trentino che in Alto Adige.