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Elemosina? Meglio aiutare chi si prodiga per gli altri
Scritto da Administrator   
Venerdì 03 Febbraio 2012 10:58

Sig. Amistadi, vorrei conoscere il suo parere su una questione che mi sta a cuore. Ormai credo che capiti a tutti, ogni giorno suonano alla porta stranieri  con l’intento di vendere qualcosa, ma più che altro per chiedere l’elemosina. Mi sono stufata e così cerco di resistere, non mi faccio trovare, non rispondo, ma quelli insistono fino a farmi paura, vivo sola e non mi sento così sicura. Poi, però, verso sera, nel ripassare la mia giornata, mi vergogno un po’ della mia mancanza di solidarietà, di accoglienza, che è un dovere per i cristiani e per me che sono particolarmente devota....

Margherita di Storo

 

Capisco le sue ragioni e le rispondo con franchezza. Non so se ha letto quanto ha raccontato un quotidiano locale: nei giorni scorsi, a Trento, si sono dati il cambio,  i mendicanti rumeni si sono trasferiti in un’altra città e qui ne sono arrivati di nuovi. Questo ci fa capire come dietro a questa povera gente ci siano organizzazioni criminali che riducono in schiavitù donne, bambini, sciancati, quali strumenti per impietosire la gente e raccogliere grandi somme. E’ un ‘business’ anche l’accattonaggio. Ho letto da qualche parte che in alcuni paesi dell’Est ci sono medici pronti a tagliare ai bambini un braccio o una gamba. Un piccolo invalido è una miniera d’oro e anche da adulto, mostrando il moncherino, continuerà a raccogliere molte più offerte. Ricordo, quand’ero a Trento, di essere rimasto colpito da una famiglia di storpi, agli ordini di una vecchia megera, che, verso mezzogiorno, si mettevano sui crocicchi vicino alla Regione, (facevano davvero pena), e scucivano anche a me, quasi quotidianamente, piccole elemosine. Poi un giorno me li sono visti sani come un pesce, eccetto uno davvero invalido, a mangiare bistecche in una osteria fuori città. Da allora ho chiuso il rubinetto e non me ne pento. Più o meno la stessa cosa succede con quelli che bussano alla porta. Per fortuna non ci sono invalidi, ma gente che dice di morire di fame, anche se ad una prima occhiata non sembrano né patiti, né sofferenti. Così, più per paura che per solidarietà, molti regalano l’euro che sommato ad altri euro in una giornata portano ad un guadagno spesse volte superiore a quello di un nostro operaio che si fa il mazzo sul cantiere tutto il giorno. E sono anch’essi organizzati da clan sospetti. Al mio paese li vedo scaricati da un pulmino fuori dal centro a metà mattina,  per  poi essere  raccolti verso il tardo pomeriggio, ad una ora definita, dallo stesso mezzo con l’autista gongolante. Quello che vendono sono, di solito, cose di nessun conto, che servono da alibi per giustificare l’accattonaggio, casa per casa, di per sé illegale. Devo ammettere che ci sono anche delle eccezioni. Alcuni sono dei commercianti che tentano un lavoro legittimo per poi mettere in atto una attività propria del tutto regolare. Ma quelli si conoscono e rifiutano orgogliosamente ogni elemosina. Con queste premesse, e le assicuro che mi sono negli anni informato, io mi sento in dovere di non dare niente a nessuno, non voglio con i miei oboli incrementare la delinquenza, e non mi sento per questo un cattivo cristiano. La carità cristiana la ritengo una cosa seria, non va fatta per aumentare, ma per alleviare il male nel mondo. Credo che la nostra coscienza potrebbe trovare conforto se, invece, fossimo un po’ più larghi di manica nell’aiutare i numerosi ragazzi giudicariesi sparsi, in missione, in tutto il mondo, assolveremmo ad un nostro dovere di vicinanza con gli eroici conterranei, e saremo sicuri che quel poco o tanto che riusciremo ad inviare, verrebbe usato, questo sì, per alleviare le miserie della povera gente da loro assistita, per dar loro un tozzo di pane ed un minimo di speranza per il futuro. Questo è il mio pensiero e spero che sia condiviso.

Adelino Amistadi