Home Attualità La “vera” storia di Don Guetti

Traduzioni e Comunicazione

Scritto da Denise Rocca   
Martedì 01 Novembre 2011 07:10

Padre della cooperazione, studioso d’avanguardia dei fenomeni migratori, uomo di Chiesa e giornalista Don Lorenzo Guetti ha prodotto una mole di scritti e articoli impressionante, firmandoli con il suo vero nome o con tutta una serie di pseudonimi tutt’ora non interamente svelati. Non stupisce dunque quando i letterati che si avvicendano nello studio dei suoi testi e avventurano nella lettura dei quotidiani dell’epoca trovano nuovi documenti che svelano la sua mano. Di questi giorni la presentazione di un volume di inediti raccolti dal professor Renzo Tommasi che le amministrazioni comunali delle Giudicarie Esteriori doneranno ad ogni famiglia. Intitolato “Itinerari. Dalle Terme di Comano attraverso la montagna di Don Guetti”, il libro raccoglie dieci articoli che il religioso di Vigo ha scritto nel corso di un quinquennio di soggiorni ai “Bagni di Comano”: una fotografia in parole del territorio giudicariese dalla quale traspare il grande affetto che lo scrittore nutriva per le sue montagne ma anche la consueta attenzione allo sviluppo economico dell’area.

Aggiunti questi ultimi pezzi agli oltre 700 già visionati nel corso dell’anno passato, Don Marcello Farina, lucido religioso e abile scrittore di Balbido nel Bleggio, ha passato il mese di agosto a scrivere la bozza dei cinque capitoli di una nuova biografia di Don Lorenzo Guetti, dopo quella di Enrico Agostini del 1984 che era fin’ora l’unico scritto estensivo sulla vita del religioso giudicariese. Per ora il testo è un flusso di coscienza appena organizzato del pensiero e dell’esistenza del Guetti che dovrà aspettare ancora diverse revisioni prima di comparire in libreria. Nell’attesa di stringerlo tra le mani ne abbiamo parlato con l’autore.

Gli scritti su Don Guetti prolificano, come si inserisce la biografia che sta scrivendo in questo panorama?

Sul Guetti si è scritto tanto e dire cose nuove è sempre molto complicato. Il problema è collocarlo in una comprensione più ampia, un po’ più problematica, senza dar per scontato che l’attuale situazione risponda effettivamente a quello che il Guetti ha pensato e ideato.

 

Si riferisce a qualche tematica in particolare che non rispecchia i pensieri originari di Don Guetti?

In generale, parlo dell’idea profonda che quell’uomo ha saputo costruire, creare, e vivere soprattutto, che non sempre viene interpretata fedelmente.

 

Perché una nuova biografia?

Mi pare sia arrivato un tempo in cui non solo si è perso il contatto con le fonti ma si è anche persa la capacità di interpretare in maniera profonda l’operato di Don Guetti. Per questo mi pareva interessante poter rappresentare la sua figura in un contesto culturale e storico come quello attuale in cui sarebbe bello che alcune riflessioni fatte da Don Guetti a suo tempo potessero trovare ancora occasione di essere discusse.

 

Cosa per esempio?

L’idea fondamentale che il bene comune si costruisce a partire dal basso e non dall’alto. Quello che si confonde oggi in maniera davvero barbara, micidiale, è il fatto di credere che il bene comune corrisponda al bene pubblico. Non è assolutamente vero. Io penso che anche un dittatore abbia a cuore il bene pubblico...se vuole durare almeno un mese! Bene pubblico oggi vuol dire calato dall’alto; per Don Guetti è viceversa: se non si interpellano le persone dal basso, invitandole ad operare solidariamente, cioè con solidarietà, il mondo - lo chiamo così manzonianamente “degli ultimi” - ad avere una forza per potersi emancipare, il bene pubblico dura solo quanto un individuo ha la forza di mantenerlo. Mentre se si costruisce una società dal basso convincendo tutti di essere protagonisti di questo progresso è più facile che il contesto resista anche di fronte a momenti di difficoltà. Io penso che sia questo uno dei pensieri fondamentali di Don Guetti. Si è andata sfaldando l’idea del bene comune e c’è tanta ipocrisia su di esso. Non è quello fatto dai politici, perché se non c’è la base, il popolo, che viene sollecitato a costruire con solidarietà, il bene comune non esiste.

E poi c’è una seconda grande idea del Guetti: quella che il bene economico vada di pari passo con lo spirito democratico. La resistenza del bene economico è affidata, per Don Guetti, allo spirito democratico e non ad assolutismi o a oligarchie di potenti o di illuminati. Anche qui ritorna l’idea che il convincimento e l’educazione democratica delle persone sono le uniche ad avere una forza creatrice.

 

Ha trovato nuovi scritti che rinforzano queste idee?

L’idea di fondo è così diffusa nei suoi scritti che non è indispensabile averne cento o mille.

Quello che la scoperta di nuovi testi ha confermato è stata l’opera indefessa, anno per anno, mese per mese, che Don Guetti ha fatto. Questi 700 scritti non lasciano pause alla sua idea da promuovere; non ci sono buchi o momenti morti nei quindici o vent’anni nei quali Don Guetti ha vissuto alla Quadra e poi a Fiavé nella sua idea fondamentale di promozione del popolo.

 

E’ attuabile oggi il pensiero di Don Lorenzo Guetti?

Dipende da come uno vive la sua vita, sia personale che comunitaria. Se uno pensa che la società gli serva per i propri interessi, invece di adoperarsi per l’interesse di tutti, è chiaro che in qualche modo per don Guetti non c’è spazio.

Io affronterei questo tema con uno dei simboli più cari a Don Guetti che è l’idea di socio. Oggi per molta gente il socio è il cliente, e questo è un travisamento radicale dell’idea di Don Guetti: il socio è colui che accetta di mettersi insieme con altre persone, di condividerne gli ideali ma anche le fatiche per la promozione di tutti. Non c’è un interesse privato che deve essere realizzato come capita spessissimo oggi: sto nella cooperativa, nella cantina, nella cassa rurale finché ho interesse, il giorno in cui non ho più interesse vado a casa o scelgo un’altra cantina, un’altra cassa rurale. Questo e’ l’opposto dell’idea di socialità e di solidarietà che è tipica di Don Guetti.

Questa gente non si accorge di fare discorsi a breve invece che a lungo termine.

Mi pareva in questo senso che fosse venuto il momento di rendere giustizia alla figura del Guetti che viene tirata in giro come un lenzuolo da uno e dall’altro. Don Lorenzo Guetti è una persona che ha una rigorosità eccezionale e fuori discussione: il punto di partenza di tutta la sua enorme attività è il servizio all’emancipazione del popolo. Vivere per l’altro e non per se stesso sono il fondamento del suo esempio.

 

E il Don Guetti religioso?

Mi ha fatto riflettere molto la sua idea che non è il cielo che deve essere difeso perchè il cielo si difende da sé. Il Padreterno non ha bisogno di avvocati, è la terra che va difesa. E Don Guetti è il prete della terra, nella sua miseria e nella sua grandezza. La terra come Terra Natale, come simbolo di una vitalità che la natura stessa ci mette davanti – la primavera infatti viene tutti gli anni –. C’è una straordinaria positività nel pensiero di Don Guetti: davanti al male non si abbatteva ma si chiedeva subito come vincerlo.

Dal punto di vista cristiano lui non pensa che il suo lavoro salvi le anime, pensa che il suo lavoro salvi i corpi. Perché salvando i corpi si salvano anche le anime.

Il cielo ci è dato come dono; non occorre lavorare per il cielo, l’importante è lavorare per la terra, per i bisogni delle persone. Questo ho imparato da Don Guetti.