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Scritto da Administrator |
Venerdì 07 Ottobre 2011 05:06 |
“Bella idea, progetto ambizioso… però…”. Si può sintetizzare con questo intercalare il sentiment di tanti amministratori e cittadini che hanno partecipato alla serata di fine settembre presso la Casa della Comunità delle Giudicarie, con tema Metroland. Dibattito molto affollato, nel quale Pacher ha difeso e rilanciato il grande progetto di mobilità alternativa su rotaia che «ha il significato di dotare il Trentino di una moderna rete e di creare per i cittadini importanti possibilità per il futuro», ma nel quale sono emersi peraltro i dubbi di tanti amministratori davanti ad una super opera da 3,6 miliardi (in tempi di budget sempre più risicati) e soprattutto davanti ad un percorso che – per le Giudicarie – prevede il contestato passaggio da Arco-Mori e Rovereto prima di giungere a Trento. Le difficoltà economiche di questo periodo non fermano dunque la programmazione delle grandi opere, dunque, e anzi – secondo il vicepresidente Pacher - «rilanciano la necessità di pensare al domani con lungimiranza e attenzione alle tematiche viabilistiche ed ambientali». Conferme anche per quanto riguarda il tracciato che, per le Giudicarie, prevede il passaggio da Arco, Mori e Rovereto. Ad introdurre la serata la presidente della Comunità Patrizia Ballardini, che ha fortemente voluto questo incontro proprio per l’importanza della tematica e ha evidenziato il ruolo fondamentale della Comunità nell’interpretare e fare sintesi delle esigenze del territorio in tema viabilistico. A sottolineare ulteriormente l’attenzione per la tematica, la sala assembleare davvero gremita. «Il progetto Metroland – ha ribadito Pacher – va avanti con il bando per la presentazione di idee entro fine 2011 e proprio oggi, in un momento di grande incertezza e difficoltà economica, assume un significato molto forte. Esso esprime la capacità di un territorio di essere lungimirante e di investire sul proprio futuro attraverso un mezzo di comunicazione “pulito” e collegamenti rapidi tipo metrò. La sfida è quella di coinvolgere sempre più persone nel trasporto pubblico, convincendole a lasciare a casa la macchina: per farlo occorre offrire la convenienza a livello economico e soprattutto di tempi di spostamento». La nuova tratta Tione-Rovereto avrà dunque queste caratteristiche: due stazioni, nel capoluogo giudicariese e a Comano Terme, poi Sarche, Arco fino a Rovereto. Dalla città della Quercia a Trento, Metroland si avvarrà della linea già esistente, con – in prospettiva 2035 – l’opportunità di averla in “esclusiva”. I tre tunnel necessari saranno a binario singolo, avranno una lunghezza massima di 12 km e una percorrenza di 8 minuti, per una tempo totale di trasporto di 31 minuti per giungere a Rovereto. Da lì in 8 minuti si può giungere nel capoluogo. Ingente lo sbancamento necessario, sui 3 miliardi di metri cubi, di cui il 70% materiale “pregiato” per l’edilizia, che permetterà di recuperare parte dei costi di lavorazione, che per la linea “azzurra”, quella appunto da Tione a Rovereto, sono stimati in 700 milioni di euro. Allargando il capo alle altre tratte trentine il costo totale sarà di circa 3,6 miliardi di euro. «Un’idea interessante di viabilità integrata – ha detto l’assessore alla viabilità della Comunità giudicariese Gianpaolo Vaia – che davvero può rappresentare un modello a livello europeo. Non ci nascondiamo perplessità sui costi, dato il momento di crisi, però va sottolineata la voglia di guardare lontano. Dal canto suo, la Comunità sta facendo la propria parte con il lavoro relativo al piano stralcio per le opere pubbliche, perchè non va tralasciato, accanto a questo impegno per il futuro, l’impegno per la viabilità ordinaria dell’oggi che in Giudicarie presenta ancora molte criticità». Anche la presidente Ballardini si è detta favorevole, annunciando però che la Comunità metterà in campo iniziative per fare ripensare la tratta che prevede il passaggio da Arco-Mori in senso più razionale e – altro tema scottante – ad un eventuale prolungamento nella Rendena per renderlo appetibile anche in senso turistico. Tanti gli interventi in sala, favorevoli e contrari. Tra questi ultimi quello di Diego Binelli, consigliere di minoranza della comunità che ha sottolineato aspetti critici del progetto Metroland, soprattutto in relazione all’”esclusione” della Rendena. L’unico intervento calorosamente applaudito di tutta la serata, indice di condivisione generale della platea, è stato però quello di Paolo Bronzini, consigliere comunale di Fiavè, che – pur riconoscendo l’importanza del progetto - ha pragmaticamente richiamato la Provincia ad un’attenzione maggiore sulle esigenze attuali della viabilità «a partire dalle gallerie di Ponte Pià, con l’acqua che piove da ogni fessura, mettendo a rischio chi guida e ponendo anche interrogativi sulla stabilità della volta, o dalla deviazione da Stenico che mette in difficoltà chi ogni mattina deve recarsi a Trento». Evidentemente esperienze (sentite) che hanno condiviso molti, in sala. |