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Foto 2010
Scritto da Marco Zulberti |
Giovedì 08 Settembre 2011 20:29 |
Due anni fa, nella primavera del 2009 in occasione delle elezioni comunali scrissi un articolo dal titolo “sindaci coraggiosi” in cui mi auguravo l’elezione di una nuova generazione di sindaci all’altezza dei tempi. In piena crisi economica ed in una fase di forte trasformazione dell’economia globale e locale, l’augurio era che le nostre vallate fossero governate da una categoria di uomini volenterosi che si potesse contraddistinguere per essere “coraggiosa”. Il senso di quel coraggio era necessario per affrontare una situazione economica e sociale di crisi in cui si doveva su alcuni temi ormai cambiare drasticamente rotta; servizi, lavori pubblici, occupazione, qualità, limiti e necessità dell’intervento pubblico. Poteva sembrare l’ennesimo elogio retorico alla piccola casta locale, tanto quel coraggio di svoltare non sarebbe servito. L’anno precedente, nell’ottobre del 2008, dopo l’exploit elettorale che collocava per la tersa volta Lorenzo Dellai alla guida della Provincia Autonomia di Trento, chiedevo lo stesso coraggio di cambiamento al Presidente nel valutare e proporre radicali trasformazioni e riforme nel tessuto economico, sociale e politico trentino a partire dalla legge elettorale e dal progetto delle Comunità di valle. Oggi a quasi tre anni da quegli avvenimenti il perdurare della crisi in settori come quello delle costruzioni, dell’energia e dei trasporti, con l’esplosione dei debiti e il controllo della spesa pubblica, quel coraggio che si è manifestato nel disegno politico provinciale delle Comunità come entità che dovrà un giorno assumersi il ruolo di guida nei progetti e nei servizi locali dei comuni, non si vede ancora emergere, tra i sindaci che sono ancora troppo legati a progettualità gestionali, amministrative, energetiche, imprenditoriali, culturali e urbanistiche di vecchio stampo, dipendenti al finanziamento pubblico provinciale. Quell’impasse che si comincia a manifestare sull’orizzonte delle Comunità, rischia pertanto di compromettere quel coraggio che, una maggior coscienza della crisi e dei tagli di bilancio che verranno attuati da Roma, rendono ineluttabili. L’attuale profonda crisi finanziaria internazionale obbligherà i comuni infatti a tali tagli e sacrifici tali che i sindaci che non comprenderanno la portata delle nuove misure, si troveranno a non vedere realizzato non solo nessun proprio progetto, ma nemmeno quello della Comunità. La Comunità che si ferma nell’indecisione nelle decisioni vedrà svanire i propri progetti a favore di altre. Fondamentale quindi sarà non solo il coraggio di scelte rapide, efficaci nel senso della qualità dei progetti e dei finanziamenti, ma anche la progettualità e la costruzione di un disegno comune di valle condiviso tra tutti i sindaci. Il fallimento delle Comunità rappresenterà anche un forte salto indietro per i singoli comuni. I campanili non potranno più suonare da soli ma abituarsi a suonare sulle loro vallate tutti insieme e all’unisono. |