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Scritto da Administrator |
Giovedì 08 Settembre 2011 20:27 |
Ecco la lettera che nei giorni scorsi i presidenti di alcune Famiglie Cooperative giudicariesi hanno inviato al Consiglio Comunale del Comune di Spiazzo, alla Presidente della Comunità delle Giudicarie Patrizia Ballardini, all’Assessore al Commercio della P.A.T. Alessandro Olivi, al Presidente della P.A.T. Lorenzo Dellai e al Presidente della Federazione Trentina della Cooperazione Diego Schelfi. Gentile Signora e Pregiatissimi Signori, con questo scritto vogliamo far presente la nostra viva preoccupazione per la prevedibile nascita di un’area commerciale tanto vasta nella zona Ex Ille del Comune di Spiazzo. Riteniamo che sul sorgere in Comune di Spiazzo di un nuovo centro commerciale di notevoli dimensioni si debbano porre quantomeno alcuni interrogativi a tutte le amministrazioni comunali della Rendena, alla Comunità di Valle e alle agenzie della società civile. Il nostro punto di partenza è che le famiglie cooperative hanno storicamente rappresentato e sono tutt’ora uno dei patrimoni della Comunità e come tali vadano considerate. Quindi non solo come uno degli elementi del mercato e delle sue componenti di concorrenza. Esse non lo sono mai state, non per l’incapacità di garantire qualità dei prodotti accanto a prezzi di mercato, cosa che è sotto gli occhi di tutti, ma proprio perché hanno sempre agito come PROPRIETA’ del territorio, come elemento di rappresentanza del BENE COMUNE. Ci piacerebbe quindi che questa nostra impostazione venisse discussa pubblicamente proprio per verificare reciprocamente se come Famiglie Cooperative veniamo ancora vissute come “proprietà della gente” o se ciò viene ritenuto superato dalla storia e dalle regole della cosiddetta modernità. L’introduzione di meri criteri del cosiddetto libero mercato metterà in discussione quel “bene comune” del quale fanno anche parte tanti negozi familiari che sono espressione della nostra valle. Una delle probabili conseguenze sarà la chiusura dei negozi periferici sia cooperativi che non. Riteniamo inoltre che il modello di sviluppo trentino legato sempre di più al territorio abbia intrinsecamente bisogno di essere espressione di quella “economia civile” che è tutt’uno con le persone che vivono su un territorio e grazie allo sviluppo di quel territorio che loro e solo loro hanno contribuito ad affermare e rendere vivo. E’, crediamo, per questa ragione che anche a livello provinciale, in questi ultimi anni in particolare, si riflette sempre più seriamente su uno sviluppo commerciale basato sui “centri” e si tende a rivalutare la funzione del commercio locale espressione di tradizione, usi e impegno di espressioni comunitarie. In definitiva, le domande che chiamano decisioni rapide e conclusive sono relative al bene, non solo immediato ma guardando al domani, della intera Valle, della comunità che in essa vive e delle Famiglie Cooperative. Per esse le considerazioni non possono riguardare solo la loro sopravvivenza economica come soggetti imprenditoriali, ma la loro continuità intergenerazionale come esperienza del bene comune. Su queste considerazioni vi chiediamo un incontro urgente teso almeno al chiarimento delle vicendevoli posizioni. Rimaniamo in attesa e con l’occasione porgiamo distinti saluti. Mauro Cominotti (Pres. Famiglia Cooperativa Pinzolo) Modesto Povinelli (Pres. Famiglia Cooperativa Carisolo) Fulvio Collini (Pres. Famiglia Cooperativa Caderzone) Adriano Catturani (Pres. Famiglia Cooperativa Strembo) Marco Bosetti (Pres. Famiglia Cooperativa Pelugo) Alfonso Loranzi (Pres. Famiglia Cooperativa Vigo Rendena) Renzo Salvaterra (Pres. Famiglia Cooperativa Giudicarie) |