Caseificio, 30 milioni per il salvataggio La Cooperfidi acquista gli immobili. Riapre la sede di Giustino, prezzo del latte bloccato fino al 5 marzo Alla fine l’operazione salvataggio del caseificio Fiavè-Pinzolo si è fatta. 30 milioni di Euro da parte di Cooperfidi per l’acquisto degli immobili delle varie sedi del Caseificio, che poi saranno date all’azienda ad affitto agevolato. Una boccata d’aria, che si somma alla riapertura del Caseificio di Giustino il 23 gennaio, dopo circa un mese di chiusura, aprendo uno spiraglio in fondo al lungo tunnel della crisi imboccato dal caseificio lo scorso anno. Il centro di produzione di proprietà del Caseificio Pinzolo Fiavè Rovereto aveva infatti chiuso lo scorso 22 dicembre in seguito (secondo fonti ufficiali) al blocco del software che gestiva il funzionamento degli impianti, una sorta di computer di bordo del caseificio.
Dal 23 gennaio è ripresa quindi la produzione giornaliera dei formaggi tipici, in particolare, a Giustino vengono prodotte ogni giorno 80 forme di Spressa Dop delle Giudicarie, 10 forme di grana bio, 10 forme di formaggio Razza Rendena e 10 forme di Nostrano di Pinzolo. Durante questo mese di chiusura, il latte conferito dagli allevatori è stato utilizzato per la produzione del caseificio di Rovereto, che ha ospitato anche i tre dipendenti di Giustino addetti alla produzione del formaggio. Dal punto di vista della sopravvivenza, chiaro che questi 30 milioni di liquidità dell’acquisto immobili Cooperfidi serviranno a ripianare i debiti e a dare più corpo all’ipotesi di fusione con Latte Trento, data per certa a novembre e poi sempre più raffreddatasi per le resistenze degli ambienti trentini che vedevano di cattivo occhio la fusione con una realtà così oberata dai debiti. Dall’altra parte ci sono gli allevatori, sempre più perplessi di fronte ad una situazione che si trascina da mesi, che recentemente hanno ricevuto due notizie non proprio incoraggianti, ossia che non saranno loro restituite le quote di autofinanziamento versate mesi fa (500-600mila euro) e che il prezzo del latte non sarà aumentato. Caseificio Fiavè e Rovereto e Latte Trento hanno deciso infatti di posticipare l’aumento del prezzo di latte fresco trentino, yogurt e mozzarella, dovuto all’aumento dei costi di produzione che hanno ridotto al minimo il guadagno degli allevatori stessi, ascoltando anche le richieste del mercato dei consumatori, preoccupato da nuovi aumenti in un periodo di crisi. Fino al primo marzo i consumatori potranno dunque continuare ad acquistare il latte fresco trentino al solito prezzo. Caseificio Fiavè e Rovereto e Latte Trento hanno infatti deciso di posticipare di un mese l’aumento annunciato nelle scorse settimane. Buone notizie anche per quanto riguarda mozzarella e yogurt, per i quali il rincaro è stato rinviato di due mesi. “Si tratta di una decisione sofferta – spiega il direttore Sergio Paoli – perché i nostri produttori vedono precipitare sempre più i loro redditi a fronte di una qualità riconosciuta. Ma non potevamo restare insensibili di fronte alle reazioni dei consumatori e delle associazioni che ne tutelano i diritti. La nostra attenzione in questo momento di crisi è rivolta in modo particolare alle famiglie”. L’aumento di 5 centesimi al litro, lo ricordiamo, era stato fissato per sostenere il lavoro degli allevatori che si trovano a dover affrontare delle spese sempre più elevate per continuare a garantire ai consumatori un prodotto di alta qualità. Per mettere a disposizione di tutti il latte fresco alta qualità trentino, libero da OGM, è necessario infatti sostenere elevati costi di raccolta e distribuzione. “Ogni notte – ricorda Paoli – si muovono sulle strade trentine trenta camioncini che portano alla mattina, per sei giorni a settimana, il latte fresco trentino nelle mense scolastiche, negli ospedali, nei negozi. Un servizio che incide notevolmente sul prezzo al litro”. A questo si aggiunge il costo dell’imballaggio: la Tetrapak che produce le confezioni ha ritoccato dal primo gennaio il listino mondiale. |