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Centri storici, occorre sburocratizzare |
Scritto da Administrator |
Venerdì 08 Luglio 2011 06:28 |
“Riportiamo il nostro cuore nel centro storico” è il titolo di un importante convegno organizzato dal Lions Club Tione Valli Giudicarie Rendena e andato in scena a fine maggio presso la sala congressi delle Terme di Comano. Importante perchè metteva al centro dell’attenzione una questione quantomai delicata, che è quella della riqualificazione e del recupero dei centri storici dei paesi trentini. Una problematica fondamentale per lo sviluppo urbanistico del Trentino, che si ripresenta in ogni comune ogniqualvolta c’è da pianificare la costruzione di nuove abitazioni e localizzare, in sede di Piano regolatore generale, nuove aree edificabili. A fronte di continue richieste di nuovi spazi edificabili, infatti, vi sono, specie nei paesi più piccoli, tantissime case oramai “disabitate” nei centri storici che molto spesso vengono lasciate all’abbandono, in alcuni casi in condizioni fatiscenti e costituendo così pure un pericolo. Una vera e propria iattura per i borghi trentini, che restano disabitati proprio nella parte più antica, più caratteristica e più bella anche dal punto di vista architettonico. I motivi di questo abbandono sono molteplici: in primis da segnalare che spesso i grandi caseggiati “storici” sono di più proprietari, dunque è spesso difficile (oltre che oneroso) trovare un accordo; poi ci sono gli alti costi degli interventi di ristrutturazione, anche se alleviati dai contributi provinciali per il recupero. Da non sottovalutare anche le maggiori restrizioni dal punto di vista urbanistico poste sugli edifici che ricadono nel centro storico, con le case che devono ricalcare le caratteristiche della costruzione precedente. Infine la difficoltà a ricavare nel centro storico spazi accessori, come garage o giardini. Con queste premesse si capisce bene che i cittadini sono piuttosto disincentivati ad investire nel recupero dei centri storici. Negli anni la Provincia ha messo in campo alcuni strumenti per invertire questo trend, ma ancora non basta. Più flessibilità nella normativa urbanistica e maggiori risorse per chi ristruttura sono le chiavi per il futuro sviluppo di questo settore. Per questo l’appuntamento, organizzato dai Lions giudicariesi del presidente Emilio Cozzio, si segnalava come particolarmente interessante, oltre ad essere caratterizzato dall’elevato livello tecnico degli interventi e da una significativa partecipazione da parte di esponenti di realtà politiche-istituzionali, territoriali e professionali della provincia di Trento. La giornata ha permesso di individuare le principali problematiche legate allo sviluppo e alla valorizzazione dei centri rurali: l’eccessiva burocratizzazione e le evidenti limitazioni strutturali da un lato, il progressivo invecchiamento della popolazione dovuto all’abbandono dei giovani e alle difficoltà legate al sostentamento delle attività artigianali e commerciali dall’altro. Parte in causa era Mauro Gilmozzi, Assessore all’Urbanistica, enti locali e personale della Provincia Autonoma di Trento, il quale ha definito i centri storici come vero e proprio patrimonio culturale del territorio, simbolo dell’identità e della storia del Trentino: “Il nostro territorio - ha detto - con i suoi 217 comuni, e’ composto da numerosi nuclei di antica origine, che spiegano come la gente abbia vissuto nei paesi nonostante le numerose difficoltà dovute all’isolamento. Dobbiamo dare motivazioni e stimoli ai nostri cittadini affinché ripopolino i centri storici, privilegiando la scelta del “vivere in montagna” anziché del “vivere in citta’””. Gilmozzi ha proseguito il suo intervento proponendo un’analisi della situazione dal punto di vista burocratico: “Se e’ vero che i nostri centri storici godono di un’attenzione che altre zone d’Italia non prevedono, e’ altrettanto vero che esistono delle difficolta’ burocratiche che devono essere superate. Proprio per questo la Provincia è costantemente impegnata nel trovare nuove soluzioni, cercando di trovare il giusto compromesso tra demolizione, riqualificazione e ristrutturazione, rispettando una certa armonia negli inserimenti architettonici. Oltre a questo abbiamo messo a disposizione un nuovo fondo per attivare i processi di recupero degli edifici e assegnato un ruolo strategico alla Patrimonio SpA, cabina di regia per il coordinamento delle operazioni di recupero e la gestione delle problematiche legate all’eccessiva frammentazione delle proprieta’”.
Discorso ripreso dal dirigente del Servizio urbanistica e tutela del paesaggio della Provincia di Trento Piergiorgio Mattei nel saggio dal titolo “Il fondo per il paesaggio e gli insediamenti storici”, nel quale ha proposto un’analisi dell’attività di regolamentazione svolta dall’ente pubblico sin dagli anni ’70 per la tutela ed il recupero dei centri storici. Un approfondimento specifico riguardante il “Fondo per la riqualificazione degli insediamenti storici e del paesaggio” ha permesso di apprezzare l’importanza di uno strumento che e’ stato di supporto alla successiva elaborazione di atti di pianificazione urbanistica da parte dei Comuni. “In futuro – ha affermato in chiusura il dott. Mattei – sara’ determinante il ruolo che andranno ad assumere le Comunità di Valle in Trentino; al loro interno nuove commissioni di esperti saranno chiamate a definire nuovi piani in materia urbanistica, assorbendo competenze che attualmente sono in capo ai Comuni”. In questo senso significativo l’intervento dell’architetto Maurizio Polla, responsabile del Servizio tecnico della Comunità delle Giudicarie, autore di un’analisi del passaggio dalla realta’ comprensoriale alla Comunita’ di Valle, che ha sottolineato lo sviluppo in Giudicarie negli anni di una mentalità legata alla necessita’ di recupero e valorizzazione dei centri storici, pur con qualche difficolta’ legata alla definizione delle tipologie di intervento finanziabili a causa di parametri troppo fissi e l’affidamento della competenza specifica ai Comuni avvenuto nel 1991. Poi l’intervento dell’arch. Enrico Ferrari, esperto in materia di paesaggio e centri storici, che ha messo in evidenza la necessita’ di favorire un approccio d’insieme, promuovendo l’armonia tra gli elementi paesaggistici ed urbanistici che caratterizzano un territorio: “E’ fondamentale capire come rispettare la relazione tra i diversi costituenti del paesaggio, centri storici, espansioni, campagna, bosco e monti. Il Trentino vive dell’equilibrio di questi elementi”. Al termine delle relazioni tecniche, ampio spazio e’ stato dedicato alla tavola rotonda – diretta dal dott. Alberto Faustini, direttore del quotidiano Trentino – che ha riunito esponenti di categorie imprenditoriali interessate direttamente alla tematica della rivalutazione dei centri storici urbani. Alla discussione hanno preso parte l’architetto Enrico Garbari, presidente di ANCE-Confindustria Trento, l’ingegner Antonio Armani, presidente dell’Ordine degli Ingegneri, l’architetto Aldo Marzoli, libero professionista iscritto all’Ordine degli Architetti, l’ingegner Gianfranco Pederzolli, Presidente Bacino Imbrifero Montano del Sarca, il geometra Elvio Busatti, membro del Collegio dei Geometri, e Narciso Marini dell’Associazione Artigiani e Piccole imprese di Tione. Unanime la richiesta alla pubblica amministrazione di sburocratizzare le procedure per la progettazione in centro storico, scongiurando il rischio di una conservazione di tipo “museale”, ovvero distinguendo il risanamento conservativo di edifici storici dalla ristrutturazione di edifici semplicemente “vecchi” e in evidente stato di degrado. L’auspicio di rendere piu’ snella e propositiva la normativa riguardante la progettazione nei centri storici, si accompagna alla richiesta di incentivare una riqualificazione di tipo energetico degli edifici mediante la promozione dell’utilizzo di fonti alternative per il riscaldamento. L’amministrazione pubblica è stata dunque chiamata a trovare soluzioni per riportare il cuore della popolazione trentina nei centri storici, garantendo l’impegno da parte dei Comuni e delle Comunita’ di Valle, che in futuro rivestiranno un ruolo fondamentale per la riqualificazione edilizia nelle valli trentine (a.g.) |