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Dopo Dellai... e se fosse una donna? |
Scritto da Roberto Bertolini |
Venerdì 08 Luglio 2011 06:19 |
Se ne sta parlando tanto e sicuramente se ne parlerà diffusamente da qui al 2013, forse sfiorando la noia. Quasi certamente sarà così, ma - giunti alla metà di questa legislatura provinciale - il toto-successore di Dellai è un esercizio quasi obbligato per un giornale come il nostro che parla sì essenzialmente di cose “giudicariesi”, ma che certo non può ignorare i destini della politica provinciale. Anche perchè l’argomento, pur mancando ancora più di due anni all’appuntamento elettorale, è di quelli tosti, che agitano le stanze della politica trentina. Il riassunto è presto fatto: nel 2013 (non così distante se ci si pensa bene, stando ai tempi della politica) Lorenzo Dellai, protagonista indiscusso degli ultimi 13 anni di autonomia trentina dovrà passare il testimone, non essendo più ricandidabile alla presidenza per il limite dei tre mandati consecutivi fissati dalla legge elettorale provinciale del 2003. Un passaggio a suo modo storico, perché, dopo 3 lustri di “dellaismo”, occorrerà trovare un altro uomo (o una donna?) “forte” per il centrosinistra autonomista. Ma tra il dire e il fare c’è tutto un groviglio politico da decifrare, tanti candidati o auto-candidati da scartare fino ad arrivare al dopo-Dellai. Con una (possibile) sorpresa finale. E allora via al toto-nome. Si parte dal primo che è uscito allo scoperto, Claudio Molinari, attuale senatore dell’Api, già sindaco di Riva e assessore provinciale; nome apparentemente già “bruciato” sia in casa Pd che in casa Upt. “E’uscito troppo presto!” – dicono i ben informati di politica. Poi Diego Schelfi, patron della Cooperazione provinciale, un nome forte che in molti danno in pole per ricevere l’eredità dellaiana, ma che non convince tutti in casa Pd e che – sempre secondo i politologi – doveva attendere ancora un anno prima di lanciare, dalle colonne dei quotidiani locali, la propria candidatura. Poi chi altri? Anche il Pd reclama un proprio uomo e allora sotto con Alberto Pacher, vice di Dellai anche in comune a Trento cresciuto all’ombra del Principe o con Gianni Kessler che siede sì sulla prestigiosa poltrona europea di Commissario anti-contraffazione, ma che non ha mai abbandonato l’idea di ripercorrere le orme di suo padre Bruno. Sempre in casa Pd si fa il nome di Alessandro Olivi, assessore provinciale all’industria in ascesa nel partito. E poi ancora, Mauro Gilmozzi e Tiziano Mellarini, i due assessori forti Upt, e perché no? un uomo del Patt come Ugo Rossi. C’è chi auspica e attende il ritorno del pragmatismo di Silvano Grisenti. A qualcuno piacerebbe ancora Paolo Piccoli, presidente dei Notai italiani, trentino, area Upt, già nel 2008 in predicato di prendere il posto di Dellai. Autorevolezza e reputazione da vendere, ben visto negli ambienti della Trento bene, e con un prestigio riconosciuto a livello nazionale. Anche se attualmente la sua candidatura appare improbabile. E se invece alla fine ci fosse una sorpresa? Se invece di una candidatura al maschile, così come si è dibattuta sinora, fosse giunto il momento della prima donna alla guida dell’Autonomia provinciale? Ipotesi certo affascinante, che richiede una scelta importante, in grado di coagulare attorno a sè tanti segmenti della società trentina. Il profilo richiesto dovrebbe essere di grande livello: ottimo curriculum scolastico, esperienza politica, capacità di raccordare i vari mondi della socialità trentina, l’essere – perchè no? - “super partes” rispetto ai tre partiti Patt-Upt-Pd, l’essere benvista negli ambienti ecclesiastici trentini. Forse è chiedere troppo? In realtà un nome che risponde a questi requisiti ci sarebbe, ed è una candidatura di cui si sta parlando sempre più concretamente negli ambienti trentini. Trentina, attorno ai 55 anni, libera professionista. Esperienza per due legislature in Parlamento all’inizio degli anni ‘90, benvista dagli ambienti della Diocesi trentina e anche in ambito Cl. Potrebbe essere lei il profilo giusto per essere trasversale a Pd e Upt e rappresentare il candidato ideale per la coalizione di centrosinistra autonomista. Questo il suo identikit, che basta di certo per capire di chi si sta parlando. In questo scenario Lorenzo Dellai, non sarebbe in procinto di volare a Roma come molti sostengono. In realtà potrebbe restare in Trentino mettendo a disposizione la propria esperienza in qualche ruolo di prestigio, anche non necessariamente legato al mondo della politica. r.b. |