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Approvata la nuova legge sulla protezione civile in trentino |
Scritto da Enzo Ballardini |
Venerdì 08 Luglio 2011 06:16 |
Finalmente la riforma della protezione civile trentina è diventata legge. Ma è stata necessaria una “battaglia” in Consiglio provinciale durata 71 ore di dibattito effettivo d’aula ed una serie di polemiche e contrapposizioni che non si vedevano da tempo. La Lega nord, Nerio Giovanazzi e Lista civica per Divina, con il Pdl che si era invece sfilato, hanno attuato un comportamento ostruzionistico che ha bloccato il Consiglio provinciale per oltre due settimane. Cercare di spiegare il motivo di quanto accaduto non è sicuramente facile, tenendo conto che la tradizione dei pompieri volontari e l’attenzione alla prevenzione sono diventate un patrimonio di cui il Trentino va fiero a livello internazionale e considerato che l’argomento non si prestava a contrasti e polemiche. Ma durante l’esame della legge si è visto di tutto: non solo la minoranza contro la maggioranza, ma anche una parte della minoranza (Lega Nord, Giovanazzi e Lista civica per Divina) contro il Partito della Libertà, “reo” di aver concluso un accordo separato con Dellai. Il contrasto più duro tra maggioranza e minoranza è nato sulla norma che prevede la sostituzione, a breve, dei Vigili permanenti di Rovereto con i volontari. Dopo un braccio di ferro durato 12 giorni l’accordo è stato raggiunto e i volontari sostituiranno il presidio dei permanenti quando raggiungeranno il numero di 140 pompieri e con ciò saranno in grado di poter assicurare interventi adeguati per tutta la città. Cedere su questa questione sarebbe stato molto pericoloso in quanto nel tempo altri centri avrebbero chiesto i vigili permanenti e la base volontaristica del servizio sarebbe stata a rischio. La nuova legge vuole sposare l’antica forza e tradizione volontaristica del trentino con la modernità formativa e tecnologica a disposizione. E’ il cuore della riforma che riordina il comparto della protezione civile, preso a modello in giro per l’Italia proprio per questa sua capacità di fondarsi sullo spirito mutualistico e solidaristico diffuso delle vallate trentine. La lunghissima tradizione dei corpi dei pompieri affonda le proprie radici proprio nella tradizione di autonomia e partecipazione civile nei momenti del bisogno, la stessa che ha informato la nascita del cooperativismo in Trentino. Dellai su questi aspetti ha insistito molto e il protagonismo del volontariato all’interno della legge ha anche lo scopo di non perdere, anzi, rinsaldare questi principi. E’ il volontariato il motore della macchina del soccorso trentina, valorizzato e messo nelle condizioni di essere preparato all’uso delle più moderne tecniche interventiste, oltre a questo fondamentale principio, vediamo alcune novità specifiche introdotte dalla legge. Piani di protezione civile obbligatori. Emergenza, spesso, è sinonimo di caos. Un fatto grave e imprevedibile crea panico e impotenza, ma solo quando non si è preparati. La legge impone di predisporre dei piani che mettano in fila le procedure da seguire in caso di necessità, in modo da evitare i classici ritardi negli interventi, ma anche la confusione tra chi è chiamato ad operare. Affinare le modalità di intervento evita di trovarsi tra le mani una macchina potentissima senza sapere come accenderla. La centrale unica. E’ un obiettivo imposto dall’Europa che esige un numero unico di riferimento per le emergenze, come è il celebre 911 statunitense. Il progetto è già in corso (e c’è stata la polemica per il fatto che il dirigente responsabile, l’ex presidente dell’Upt Zappini, è stata nominata prima ancora di fare la legge istitutiva) e non è di semplice realizzazione perché non si tratta solo di collegare i telefoni dei centralini, ma di mettere a punto una macchina tale da non cadere in equivoci sulle competenze d’intervento. La collaborazione tra 118 e 115 già c’è e viene utilizzata come fase sperimentale. In prospettiva il 112 sarà il numero di riferimento: toccherà all’operatore di questo numero di emergenza inviare sull’evento i mezzi e il personale più appropriato, riducendo così i tempi di mobilitazione. Il commissario. Lo vediamo tutti i giorni: quando c’è un’emergenza si muovono diversi corpi dai pompieri al 118, dal soccorso alpino fino agli psicologi. Il rischio è che i soccorritori facciano più danni dell’evento, pestandosi i piedi e intralciando le operazioni. Serve, in caso di calamità, una figura preparata e che abbia pieni poteri, e cioè che possa dare ordini da una posizione riconosciuta da tutti. E’ il commissario, che la legge vuole nominato direttamente dal presidente della Provincia in caso di emergenza. Il volontariato. E’ il cardine della legge. I soccorsi sono affidati ai volontari che, alle loro spalle, avranno il pronto intervento di corpi superspecializzati se dovesse servire. Questo impone però una formazione molto attenta e costante dei volontari a cui vengono messe a disposizioni le attrezzature, ma anche le scuole. Nascerà la “cittadella della formazione”. Alberto Flaim, Presidente della Federazione provinciale dei Vigili del Fuoco Volontari, già Ispettore giudicariese, ha espresso la grande soddisfazione di tutti i Vigili volontari per aver raggiunto questo obiettivo che consente di consolidare questa grande tradizione che costituisce un patrimonio umano e solidaristico formidabile. Con questa legge i vigili volontari possono proseguire la loro attività con maggiore efficacia e professionalità per garantire, in ogni Comunità del Trentino, condizioni di maggiore sicurezza. |