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Dalle Giudicarie a Milano, nel segno della moda. Alessia Cazzolli ha esordito col suo marchio Barakus |
Scritto da Aldo Gottardi |
Domenica 12 Giugno 2011 20:15 |
Era quello che volevi fare da piccola? Posso dire che non conoscevo l’identità precisa che avrebbe preso il mio viaggio, ma sicuramente ho sempre coltivato la voglia di costruire un mondo mio nella moda. Dare libero sfogo all’immaginazione che in me ha sempre preso il sopravvento sui libri di matematica. Paradossalmente sono tornata piccola e ho capito che potevo parlare attraverso il mio linguaggio.
Che scuole hai frequentato? Nonostante la scarsa attitudine mi sono iscritta al liceo scientifico portando a termine gli studi con discreta fatica e soddisfazione. E’ importante assorbire nozioni anche molto distanti dalle nostre passioni, perchè poi tutto torna utile. Ecco perchè dopo qualche utile defaiance ho potuto scegliere il campo che mi rapiva da sempre, quello della creatività. Ho studiato fashion design allo IED di Milano. Questo mi ha permesso di conoscere ed imparare tutti i passaggi necessari per esprimersi attraverso l’abito, che è la nostra carta d’identità. Ritieni che l’istruzione di base ricevuta sia stata sufficientemente stimolante per le tue successive scelte? E’ sul campo che capisci davvero come e dove tira il vento. E nel momento che decidi di imbarcarti non si torna indietro, tutto diviene sempre più naturale ma niente è dato per scontato. Ma non conoscevo tutta la sfera commerciale annessa alla strategia marketing scelta per il posizionamento del prodotto. E’ uno step che sto tuttora imparando ma è in continuo divenire. Nel tuo percorso, c’è qualcuno che ti ha influenzata maggiormente? Ho ricevuto diverse influenze che che sono state materiali, culturali, sociali, artistiche, musicali..nessuna superflua, tutte appartenenti alla stessa matrice: la libertà. Anche la mia famiglia fa parte di questo, perchè alla base c’è la fiducia delle persone che credono in te. Ma devi crederci in primis tu per lanciarti a kamikaze. Sei soddisfatta della tua posizione o hai ancora altri progetti? Considero questo come fase di iniziazione, partenza per creare un’identità nel settore. Raggiungere una posizione reale nel campo richiede diverso tempo e il mio viaggio è appena cominciato! Perseverare senza presunzione ma con una sana grinta nel proprio lavoro porta a far cadere gli incastri al posto giusto nel momento giusto, senza il minimo pensiero. Talvolta senza saperlo, come sta succedendo ora, la stampa, nuovi contatti vicini e alcuni personaggi stanno apprezzando e facendo conoscere BARAKUS. Quali i pro e i contro del tuo lavoro? L’unica certezza che ho scoperto e che non temo di perdere è quella di aver trovato il mio spazio, la mia dimensione.Il mio lavoro è questo. E perchè possa considerarsi una professione ufficiale a tutti gli effetti, garantisco le difficoltà che si incontrano ogni giorno..I sacrifici crescono e può aumentare la pressione mentale se muovi i primi passi in autonomia, ma la felicità interiore è anch’essa esponenziale. Mi auguro di fare sempre più fatica a gestire il piccolo Barakus. Come hai speso il tuo primo stipendio? Non posso dire di aver speso il primo stipendio, perché sono una libera professionista agli albori. Ma posso dire che la buona sorte sta alimentando la sopravvivenza di Barakus perciò le novità positive che mi vengono proposte insieme alla crescita dei rivenditori e l’interesse della stampa sta permettendo di reinvestire sull’evoluzione dell’azienda. Cosa significa per te la tua zona? Il posto in cui sono nata e cresciuta è stato fondamentale nella mia formazione. Sono legata alle mie montagne, so quanto contano le radici ora più che mai ma proprio per questo motivo sono sempre più spinta a viaggiare e a conoscere ciò attira la mia attenzione, il diverso. Qual’è il tuo motto o la tua frase preferita? La mia filosofia e quella del mio alter-ego scimmiesco è “ascoltate il cuore e seguite l’istinto.” Non è la chiave del successo, ma l’unico modo per scoprire chi siamo e cosa vogliamo. Tutto il resto arriva in maniera naturale. Cosa consiglieresti a chi volesse intraprendere una carriera simile alla tua? Il consiglio che mi sento di suggerire a chiunque, a prescindere dalle proprie passioni e attitudini, è quello di evitare di essere vittima degli schemi e di ciò che ci trasmette l’imposizione socio-culturale. Mettersi in gioco, liberare la mente ed avere coraggio di vivere i cambiamenti come modifica di arricchimento alla proprio individualità. E se quello che fai lo senti tuo, ti diverti e la fortuna ti viene a cercare.
CHI E’ Alessia CazzolliAlessia Cazzolli, classe 1982, si definisce “trentina DOC” per il suo senso di appartenenza alla natura e ai boschi della sua zona. Fin da piccola coltiva la passione per il disegno e per la creatività, che la porta a recuperare piccoli oggetti e minuteria per poi utilizzarli in creazioni dove si sbizzarrisce nell’inventare qualcosa di nuovo, partendo da una base standard. Terminati gli studi superiori con la maturità scientifica, si iscrive all’università di beni culturali, non trovando però in essa il terreno giusto per potersi pienamente esprimere. Così dopo un anno lascia quell’università, per approdare allo IED di Milano, dove conseguirà il diploma in fashion design. Il suo stile è il complesso frutto di più fattori, che hanno origine nel suo background familiare, nell’amore verso il proprio territorio e la passione per la musica rock degli anni ‘70: particolare e molto emotivo. Nel 2010 fonda il proprio marchio di abbigliamento “Barakus”, che si pone sul mercato come marchio indipendente e sperimentale, totalmente made in Italy, e che rappresenta una sorta di alter ego di Alessia, racchiudendone tutte le passioni e gli interessi (il logo del brand è formato infatti da più elementi fusi insieme). Un’ avventura che Alessia ha intrapreso totalmente da sola, e dopo i primi periodi di assestamento, il marchio si sta rapidamente facendo conoscere, “colonizzando” sempre più negozi di abbigliamento del settore.
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