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Strade o trenini? |
Scritto da roberto bertolini |
Domenica 27 Febbraio 2011 10:54 |
Il dibattito su Metroland promosso dal Giornale delle Giudicarie con speciali pagine dedicate è cominciato simbolicamente mesi fa con un articolo del sindaco di Zuclo Paolo Artini, ingegnere, che sottolineava opportunità e criticità del progetto. Poi, nel corso dei numeri, vi sono stati articoli in cui hanno parlato sindaci politici, artigiani, imprenditori, e quello che ne è uscito è la richiesta di fatti concreti per la viabilità, strade, varianti, roba molto terra-terra piuttosto che la futuribile Metroland.
Come ultima puntata proponiamo uno stralcio del dibattito organizzato dall’associazione “Nuovevie” l’11 febbraio a Trento, dove c’è stato il confronto fra Silvano Grisenti ex-superassessore alle opere pubbliche e il suo successore Alberto Pacher. Metroland... o Gardaland?Metroland come Gardaland. Non ha usato mezze misure Silvano Grisenti al convegno di Nuovevie dell’11 febbraio con la sala dell’aeroporto Caproni di Trento davvero piena. Il tema era “Trentino: il futuro è Metroland?” e il momento più atteso era quello del confronto tra Grisenti ed il suo successore Alberto Pacher, ma soprattutto il primo vero test pubblico per l’ex-superassessore della sua nuova vita politica. «Se vogliamo impostare una qualsiasi politica dei trasporti - ha detto – che abbia un minimo di programmazione, dobbiamo tenere presente che essa è legata all’idea di comunità che si vuole costruire, mentre ora mi sembra che all’improsvvisazione. L’idea di Metroland potrà essere buona solo se sposteremo il potere burocratico, le possibilità di lavoro ed occupazione nelle valli periferiche, che chiaramente non possono avere un futuro se tutto il potere politico è a Trento». Meglio inseguire strade concrete, dunque, fattibili, piuttosto che anelare a grandi progetti belli sulla carta ma forse irrealizzabili – questo il senso delle parole di Grisenti, che ha rincarato la dose: «Nel ‘99 – ha detto - abbiamo predisposto un piano di infrastrutture che non è ancora stato portato a termine. Non si può dire basta strade in modo ideologico. Agli amministratori dico di smetterla di cercare delle soluzioni-palliativo, con piccole opere che non risolvono la situazione; meglio idee di respiro più ampio, purchè realizzabili, non come improponibili idee di interramento della ferrovia a Trento». |