
I recenti arresti di Ponte Arche con la conseguente chiusura del pub “Niko” sono solo l’ultimo di una serie di episodi che ha per oggetto lo spaccio di stupefacenti.
Risalgono a poche settimane fa, ad esempio, alcuni fermi a Campiglio di spacciatori con cocaina ed eroina, o quello di una coppia di Tione in possesso di alcune dosi, senza contare, sparsi su tutto il 2010 diversi episodi che interessano a macchia di leopardo l’intero territorio giudicariese.
E’ chiaro che si tratta di notizie di forte impatto nell’opinione pubblica, specie quando questi colpiscono persone o comunità a noi vicine ed escono dunque dall’astrattezza delle news che leggiamo sui giornali o in tv ed entrano prepotentemente nel vissuto di tutti quanti. Ma qual’è la reale portata del febnomeno droga in Giudicarie e in Trentino? Per capirlo ci affidiamo ai dati del Sert, il Servizio tossicodipendenze attivato presso l’Azienda provinciale per i servizi sanitari e – a commento di questi dati all’opinione e all’esperienza di chi – a diverso titolo – lavora ed opera a contatto costante con questo problema.
Nella popolazione trentina – spiega il rapporto del Sert - le sostanze legali e non più diffuse sono l’alcol, il tabacco e i cannabinoidi. La cannabis è stata usata almeno una volta nella vita dal 32,7% dei trentini. La cocaina dal 7,1% e l’eroina dall’1,7%. Le stime della diffusione e del consumo di sostanze psicoattive nella popolazione sono desunte dall’analisi dei dati raccolti attraverso due indagini condotte a livello nazionale dal Consiglio nazionale delle ricerche (CNR). Quello che subito impressiona dalla lettura dei dati, però, sottolinea il dottor Raffaele Lovaste, direttore del SerT, è «l’idea che i numeri danno di vicinanza culturale. Per esempio, l’alcol è accettato da quasi tutta la popolazione, il tabacco, a seconda delle fasce di età, è accettato dal 61/65%. E la cannabis è la più accettata tra le sostanze illegali». Ma il quadro d’insieme dimostra anche che c’è gran parte della popolazione che è completamente sano: «il 67,3% dei trentini non ha mai fatto uso di sostanze illegali».
Ma cosa racconta il rapporto in sintesi? Le sostanze più diffuse in Trentino sono alcol e tabacco: si stima che il 91,6% (600.000 soggetti) e il 67,1% (440.000 soggetti) dei residenti abbia fatto uso rispettivamente di alcol e di tabacco almeno una volta nella vita. Per quanto riguarda le sostanze illegali, si stima che il 32,7% (215.000 soggetti) dei residenti abbia sperimentato la cannabis almeno una volta nella vita e il 14,2% abbia continuato a farlo negli ultimi dodici mesi. L’utilizzo di cocaina almeno una volta nella vita si riferisce al 7,1% dei rispondenti, percentuale che scende al 2,5%, se prendiamo come riferimento l’utilizzo negli ultimi dodici mesi. La sostanza psicotropa illegale meno diffusa è l’eroina, con un utilizzo da parte della popolazione residente almeno una volta nella vita dell’1,7% (11.000 soggetti) e dello 0,3% nell’ultimo anno. Le sostanze più diffuse nella popolazione studentesca residente in Trentino, di età compresa tra i 15 e i 19 anni, sono l’alcol, il tabacco e i cannabinoidi. Nello specifico, la percentuale di chi ha consumato almeno una volta nella vita tali sostanze sono nell’’ordine: il 90,6% (18.000 soggetti), il 65% (13.000 soggetti) e il 30,2% (6.000 soggetti). Se ci si riferisce al consumo nell’ultimo anno, il consumo di alcolici interessa l’84,5% della popolazione studentesca (circa 17.000), il tabacco interessa il 27% e, infine, i cannabinoidi il 22%.
Circa 1.000 ragazzi (5%) hanno provato la cocaina almeno una volta e circa 600 (3%) ha usato questa droga nell’ultimo mese. L’1,9% dei ragazzi ha provato l’eroina almeno una volta nella vita (390 persone), l’1,1% (220 studenti) l’ha consumata nell’ultimo anno e lo 0,64% nell’ultimo mese. La distribuzione territoriale vede una prevalenza dei consumi a Trento Rovereto e Riva del Garda.
L’uso problematico e la domanda di trattamento In Trentino, per l’anno 2009, si stimano circa 2.073 utilizzatori problematici di sostanze stupefacenti, corrispondenti a una prevalenza di circa 6,1 soggetti ogni mille residenti di età compresa tra i 15 e i 64 anni; il dato risulta sensibilmente inferiore a quello nazionale, ove la prevalenza stimata è di 9,9 soggetti ogni mille residenti. Considerando separatamente le singole sostanze, si stimano 1.417 soggetti utilizzatori di oppiacei e 752 soggetti utilizzatori di stimolanti; per entrambe le sostanze, le prevalenze stimate risultano inferiori alla media nazionale, attestandosi rispettivamente intorno a 4,2 soggetti su mille per gli oppiacei contro i 5,4 nazionali e a 2,2 soggetti su mille per gli stimolanti contro i 4,4 nazionali.
Soggetti in trattamento al SerT I soggetti seguiti dai SerT dell’APSS sono complessivamente stati 1.774. Di questi, 1.183 sono stati trattati per problemi di abuso o dipendenza da sostanze stupefacenti; i restanti 591 utenti sono familiari, partner e consumatori a rischio di dipendenza. Degli utenti in trattamento, 1.123 risultano totalmente in carico (di cui 177 nuovi utenti, 946 utenti in carico dagli anni precedenti) e 60 in appoggio temporaneo da altri SerT del territorio nazionale. L’utenza complessiva in carico appare in costante aumento. La proporzione tra i due sessi vede prevalere nettamente anche nell’anno 2009 la componente maschile rispetto a quella femminile (80% maschi vs 20% femmine). L’utenza complessiva in carico ha un’età media di 35 anni, mentre i nuovi utenti hanno un’età media di 29 anni. La sostanza d’abuso primaria per cui si richiede un trattamento è l’eroina (91%); seguono la cocaina con il 5% e i cannabinoidi con il 4%. L’età media di prima assunzione della sostanza che ha motivato la richiesta di trattamento varia a seconda del tipo di sostanza primaria d’abuso: 16 anni per la cannabis, 21 per gli oppiacei e 23 per la cocaina. La via iniettiva è in sensibile diminuzione rispetto agli anni precedenti.
Conseguenze per la salute Aumentano rispetto al 2008 i ricoveri che presentano almeno una diagnosi direttamente o indirettamente correlata all’uso di droghe, alcol e tabacco: costituiscono poco più del 27% dei ricoveri ospedalieri complessivi (95.221). Solo 166, però, sono stati i ricoveri che hanno compreso le droghe in almeno una diagnosi. Le malattie infettive correlate vedono la prevalenza dell’epatite C (65% dei soggetti testati è risultato positivo), mentre limitata è la prevalenza dell’HIV (10% dei testati).
Le conseguenze sociali Le segnalazioni del Commissariato del Governo sono state 426; la sostanza maggiormente intercettata è stata la cannabis. Sono state effettuate 289 denunce per crimini commessi in violazione della normativa sugli stupefacenti (in aumento del 5% rispetto al 2008). |