
I Trentini sono molto legati ai loro pompieri volontari. In ogni Comune c’è un corpo di vigili del fuoco che vigila sulla tranquillità di tutti i cittadini e quando succede qualcosa di pericoloso, il loro intervento è immediato e professionale. Desta non poca sorpresa constatare che da qualche settimana il volontariato pompieristico è interessato da polemiche e dispute politiche legate alla formulazione della nuova legge provinciale che il Presidente Dellai ha presentato al Consiglio provinciale.
Per fare chiarezza e capire cosa sta succedendo in un settore che sta a cuore a molti trentini, abbiamo sentito direttamente il Presidente della Federazione dei Corpi dei Vigili del Fuoco volontari del Trentino, ing. Alberto Flaim, giudicariese di Comano Terme, che guida dal 2009 i pompieri trentini.
Ing. Flaim, il Presidente Dellai ha presentato recentemente il disegno di legge sulla protezione civile; era proprio necessario e quali sono gli obiettivi di questa riforma? Il sistema antincendi in Trentino si basa su quanto dettato dalla Legge Regionale del 1954, un’ ottima legge che è riuscita a conservare sul territorio regionale quell’esperienza di autotutela della popolazione e dei loro beni che ci è stata tramandata dalla storia asburgica. Una bella legge, dicevamo, ma una legge che ha quasi sessant’anni e che fotografa le esigenze della società di allora. Va logicamente attualizzata a quanto avviene oggi, guardando quanto ora i nostri Vigili del Fuoco già fanno e per dar loro basi giuridiche e quindi assicurative adeguate. La nuova legge, ovviamente, non sarà solo questo: dovrà immaginare anche uno sviluppo futuro della società civile, delle sue esigenze di sicurezza e quindi anche delle adeguate risposte che il sistema antincendi Trentino dovrà fornire. Il nostro sistema antincendi, costituito di tanto volontariato distribuito capillarmente su tutto il territorio e di poco personale retribuito che si fa carico di alcune incombenze a sostegno del primo, già ora è simile, se non uguale, ai migliori e più evoluti sistemi europei. È poi l’occasione, ribadendo la competenza territoriale dei Corpi, per migliorare alcune procedure operative che, negli anni, hanno evidenziato qualche problema o per, come si diceva, avvicinarsi sempre più all’Europa: basti pensare al convergere di tutti gli attori del soccorso tecnico urgente - Vigili del Fuoco, soccorso sanitario, soccorso alpino, polizia urbana e in un prossimo futuro, pensiamo, anche forze dello stato -, verso il numero unico 112, così come già oggi in tutta Europa avviene.
Come è accaduto nel 2007, si sono scatenate subito le polemiche da parte dei vigili permanenti e di alcuni esponenti di forze politiche, anche di maggioranza; per quale motivo? Permettetemi di dire che, rispetto al 2007, la legge è sostanzialmente diversa; una nota per tutte: questo disegno di legge, diversamente da quello precedente, almeno per quello che interessa i Vigili del Fuoco, mantiene ed anzi si fonda sulla Legge Regionale, che ha il grande merito di aver legato i Corpi ai loro Comuni. Questo fatto importantissimo rappresenta il cardine fondamentale per mezzo del quale il volontariato pompieristico in Trentino, diversamente da altri territori che ci sono vicini e hanno avuto una storia analoga alla nostra, è stato e continua ad essere forse l’unica compagine legata alla disponibilità personale gratuita sempre in continuo trend di crescita sia numerica che di qualità della risposta tecnica. Certo sappiamo bene tutti come, al giorno d’oggi, qualsiasi occasione, purtroppo, sia diventata facile veicolo per rivendicazioni sindacali di parte o il treno su cui salire per avviare polemiche, strumentalizzazioni o pretese politiche, che con l’oggetto della discussione hanno ben poco a che fare, permettendo a queste persone, però, grande visibilità sui media che, per parte loro, hanno bisogno di queste polemiche per vivere.
Cambierà il rapporto tra i Comuni ed i loro Corpi dei Vigili del Fuoco volontari? Sono in previsione accorpamenti e fusioni ? Non direi che cambierà, anzi, potrei dire che si rafforzerà ancor di più. Parlando di Protezione Civile e più precisamente di Piani comunali di emergenza - pianificazioni che i Comuni, per effetto di una legge statale in vigore già da qualche anno, dovranno a breve predisporre – la figura del Comandante del Corpo dei Vigili del Fuoco locali diventerà il “consulente” ed il “braccio destro”, anche in questo ambito, di quel Sindaco che, già ora, la legge individua come “autorità prima” a livello comunale. Questo permetterà anche che il Comandante, e quindi il Sindaco, sappiano sempre quanto accade sul proprio territorio attinente all’emergenza. Ovviamente nulla cambia a proposito di antincendio comunale e, tanto più, relativamente alla vita dei Corpi ed alle scelte che questi possono fare in sintonia con i loro Comuni.
Dal suo punto di vista di massimo esponente dei pompieri trentini, quale è il segreto di questo movimento che è sempre più vivace e vitale con il passare degli anni? Perché un giovane dovrebbe impegnarsi come vigile del fuoco? Ho già sottolineato come il cardine della vitalità e vivacità dei Corpi e dei loro Vigili stia nello stretto legame con i rispettivi Comuni. Ricordo che, per volontà di legge, i Corpi dei Vigili del Fuoco sono l’unico Ente volontario che è parte inscindibile dei Comuni ed il cui bilancio economico è parte dello stesso bilancio comunale. La legge impone ai Comuni, proprio per dare garanzia di sicura ed efficace risposta del sistema di soccorso antincendi provinciale, che vi sia almeno un Corpo per Comune o che più comuni, se vogliono, si possano convenzionare per averne uno. Appare chiaro che solo un sistema così strutturato, per quanto volontaristico, può dare una necessaria garanzia di continuità che va ben al di là della semplice, pur lodevole, disponibilità dei singoli aderenti alle tante associazioni di Protezione Civile, che possono avere vita limitata nel tempo. Altro fatto essenziale che ritengo doveroso citare è l’assoluta gratuità del servizio reso che, proprio per la totale trasparenza e perché al di sopra di ogni sospetto di qualsiasi interesse personale, attira, sempre più, tanti giovani attenti anche ai temi dell’etica e della moralità dei costumi. Ai giovani ci siamo sempre rivolti con attenzione - in Trentino contiamo su circa 1200 Vigili allievi in età compresa tra i 10 ed i 18 anni che, divertendosi, crescono e imparano anche ad essere, quando maggiorenni, Vigili effettivi.
uali sono i numeri che testimoniano l’importanza dei vigili del fuoco volontari in Giudicarie? Le parlo prima di quelli Trentini, di cui sono l’orgoglioso Presidente; questo Le darà anche l’immagine della consistenza delle Giudicarie che ne rappresentano il Distretto territorialmente più vasto. Il Trentino conta su 7478 Vigili del Fuoco volontari di cui 1280 Vigili allievi. Il servizio antincendi si compone di 239 Corpi dei Vigili del Fuoco volontari, raggruppati in 13 Unioni distrettuali e una Federazione provinciale. Si pensi che la compagine volontaristica si è fatta carico nell’anno 2009 (ultimo dato disponibile a consuntivo) di 28315 interventi di soccorso per un totale di ben 586973 ore di lavoro. Ma arriviamo ai dati delle Giudicarie. Sono 39 Corpi, tutti raggruppati in un’unica Unione distrettuale retta dall’Ispettore Giampietro Amadei. L’entità numerica è rilevantissima, come, per altro, la superficie territoriale che è la più estesa del Trentino, formata da circa 800 Vigili in servizio attivo e quasi 200 Vigili allievi. È una realtà importante sia per interventistica che per tradizione storica, dove si va, in pochi chilometri, dai centri urbani a vocazione turistica a quelli industriali o agricoli, passando per quelli dove sono insediate le grandi realtà ospedaliere e scolastiche. Questa grande varietà interventistica a cui i pompieri giudicariesi devono saper rispondere, determina la necessità di una preparazione del personale ben oltre quella di base, già di per sé estremamente vasta, esigendo una conoscenza specifica delle varie problematiche che il territorio propone e che devono essere affrontate e risolte sempre nel migliore dei modi. Per tanto i Vigili giudicariesi danno grande spazio e dedicano tanto tempo alla formazione ed all’addestramento, con gli eccellenti risultati che sono visibili a tutti e che permettono sonni tranquilli ai nostri concittadini.
Tradizione e futuro; si potrà ancora coniugare il volontariato con l’esigenza di una sempre maggiore professionalità e con le pesanti normative in tema di sicurezza sui luoghi di lavoro? La storia dei nostri pompieri nasce da lontano. È di respiro mitteleuropeo. Proprio questo particolare bagaglio culturale ci ha messo sulla strada migliore, quella che si sta rivelando la più moderna ed efficace. Quella che ci porta a confrontarci alla pari con i sistemi più evoluti in materia antincendio, in Europa e nel mondo. Quella che ci garantisce che il nostro sistema, basato su un ampia partecipazione di un preparatissimo volontariato, presente anche nel più sperduto borgo del trentino e pronto ad una risposta in cinque minuti, a qualsiasi ora del giorno e della notte, è la soluzione per le richieste di sicurezza della nostra società di oggi e per quella di domani. Una risposta impensabile in qualsiasi altra realtà del territorio nazionale dove, se va molto bene, l’intervento dei pompieri ha tempistiche minime che vanno dalla mezz’ora in su. Allora, se riusciamo a mantenere vivo lo spirito di disponibilità e altruismo che è proprio di questo Trentino, non vi sono dubbi che il futuro sarà, per questo settore, roseo. Se continueremo così, anche con le migliorie che ci deriveranno da questa nuova proposta di legge che è stata ampiamente discussa e condivisa da tutti i nostri Comandanti, potremo affrontare e riuscire a convivere con gli appesantimenti che le tante problematiche dettate dalle varie norme amministrative e giuridiche ci impongono. |