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Scritto da Administrator   
Mercoledì 05 Gennaio 2011 06:32

Sergio Paoli direttore del Polo Latte Trento

Dopo anni di passi avanti e ritorni, di perplessità e di dubbi, dal 28 dicembre il Polo Bianco trentino è una realtà.  Il 27 l’assemblea del Caseificio di Fiavè ha approvato la fusione con 79 voti favorevoli e un solo contrario, mentre il giorno seguente è stata la volta dell’assemblea di Latte Trento che, con 82 soci favorvoli e 4 contrari ha fatto la sua parte.

Da questa unione nasce un colosso alimentare con un fatturato di 50 milioni di euro, 170 dipendenti e 359 soci. Il nuovo Consorzio produttori latte delle valli trentine (questo il nome della nuova società) lavorerà circa il 60milioni di litri di latte l’anno ( il 50% dell’intera produzione trentina) ed il suo obiettivo è quello di misurarsi sul mercato con altre grandi realtà come la Mila o le latterie di Sterzing-Vipiteno.
Una scelta comunque impegnativa e sofferta, anche se alla fine votata a larga maggioranza. Tante le perplessità che hanno accompagnato questa operazione, in primis il fatto che, con la fusione, Fiavè dovrà rinunziare praticamente al suo stabilimento nelle Giudicarie esteriori, per anni un fiore all’occhiello della produzione locale e punto di riferimento di tante famiglie a livello occupazionale.  Assieme a Fiavè saranno sacrificati anche Villalagarina e Borgo Valsugana, mentre resterà il punto di Pinzolo che si dedicherà principalmente alla produzione di formaggi tipici come la spressa. La fusione costringe certo Fiavè a perdere tutto questo, e anche a rinunciare alla sua identità, ma gli allevatori-soci che hanno alla fine abbracciato questa scelta si aspettano che da questa operazione possano uscire remunerazioni migliori per il proprio lavoro. In particolare si ragiona sui pagamenti del latte, visto che quest’anno i soci di Fiavè riceveranno – a causa delle note difficoltà economiche in cui versava il Caseificio – solo 39,5 centesimi di euro al litro, (lo scorso anno 38, dunque un piccolo miglioramento si intravede), mentre i loro colleghi afferenti a latte Trento viaggiano attorno ai 48. Per 5 anni i soci di Fiavè riceveranno remunerazioni più basse di 2,5 centesimi rispetto a quelli di Trento, ma anche con questa clausola le cose per loro dovrebbero migliorare rispetto alla situazione attuale.
Che la scelta fosse importante e sentita lo si è avvertito anche nel corso della riunione dei soci presso Latte Trento, con la presenza del presidente della Cooperazione Diego Schelfi, del presidente della Provincia di Trento Lorenzo Dellai e dell’assessore provinciale all’agricoltura Tiziano Mellarini, che ha partecipato anche alla riunione di Fiavè. Tutti in presenti per ribadire la linea della necessità di serrare le fila della produzione trentina, convinti che l’unione fa la forza e solo così il prodotto può affrontare il mercato nazionale, creando una realtà solida ed efficiente che permetta di guardare al futuro con maggiore serenità e fiducia.
La produzione verrà concentrata tutta nello stabilimento di Spini di Gardolo,  recentemente ricoperto da pannelli fotovoltaici da 250KWh, dove saranno prodotti formaggi tipici, yogurt, naturalmente latte mentre sulla mozzarella non vi sono ancora certezze. A Pinzolo resterà la produzione di formaggi tipici. Entrano in “quota Fiavè” nel Cda della nuova società originata dalla fusione Eugenio Schelfi, Mauro Povinelli, Ezio Valenti e Samuel Zambotti che sommano agli attuali consiglieri di Latte Trento.