
Antonio Caola, 47 anni, di Pinzolo, con 58 voti (7 schede bianche e 1 nulla), dal 15 ottobre è il nuovo presidente del Parco Naturale Adamello Brenta, eletto dal Comitato di gestione che gli ha accordato la sua fiducia affidandogli il futuro dell’Ente nei prossimi cinque anni. Caola succede ad Antonello Zulberti che ha guidato il Parco per tre mandati contraddistinti da progetti, iniziative e riconoscimenti di carattere non solo locale, ma anche nazionale e internazionale. Il passaggio del testimone a Caola coincide con un altro cambiamento importante: quello del direttore.
Claudio Ferrari, infatti, da dieci anni al timone dell’Ente, ha ricevuto dalla Pat l’incarico speciale per il coordinamento delle aree protette e la valorizzazione delle Dolomiti Unesco che lo riporterà a Trento. A Strembo c’è attesa per il successore che dovrebbe insediarsi a breve. La sua presidenza nasce da un lungo periodo “di formazione” come assessore del Parco iniziato quindici anni fa. In questo periodo ha dunque vissuto il Parco da vicino. Oggi lo percepisce in modo diverso rispetto ai primi tempi? “All’inizio ero perplesso, ma non tanto sull’idea di Parco, piuttosto su come era stato impostato. In Giunta, insieme agli altri colleghi, ho sempre avuto voglia di capire e approfondire i problemi. Al momento dell’approvazione del Piano di Parco le amministrazioni comunali facevano presente che non c’era chiarezza. Il Piano di Parco era sovraordinato alle pianificazioni comunali e questo creava degli attriti. Poi, con le amministrazioni comunali si è parlato e ci si è capiti. Ho avuto anche modo di lavorare con due direttori. Il primo, Arrigo Franceschi, è stato la persona giusta al momento giusto. È riuscito a coinvolgere i comuni e a far approvare il Piano di Parco. Dal 2000, con Claudio Ferrari, c’è stata la svolta, con l’apertura all’esterno, i progetti di respiro internazionale a partire dalla certificazione Iso 14001, primo Parco in Europa ad ottenerla, fino alla Carta europea del turismo sostenibile e all’implementazioni di numerosi progetti e iniziative. Infine la registrazione Emas e l’ingresso nella Rete europea e mondiale dei geoparchi Unesco. Sono orgoglioso di aver seguito in particolare la mobilità nelle valli, fiore all’occhiello tra i vari progetti del Parco, perché ha dato risultati importanti nel risolvere il problema del traffico turistico.
Una questione problematica dei quindici anni passati. L’unico neo riguarda la concertazione con il territorio, la partecipazione della gente del Parco. Abbiamo fatto tanto, ma non siamo stati capaci di comunicarlo. L’obiettivo dei cinque anni appena iniziati è proprio quello di riallacciare il legame con la popolazione, le associazioni e gli enti pubblici che costituiscono il tessuto sociale e vitale dell’area protetta.
Come è iniziato il mandato amministrativo? Proprio con l’intento di coinvolgere. Tutti gli assessori sono neofiti, alla loro prima esperienza come amministratori del Parco. Sono persone nuove e per questo motivo nelle prime due Giunte sono stati coinvolti insieme agli assessori supplenti ai quali è stato fornito un inquadramento generale delle attività svolte dal Parco. Nel secondo incontro, svoltosi a Villa Santi, i dipendenti e i collaboratori del Parco hanno illustrato i vari progetti in corso. C’è stata attenzione da parte di tutti, con la voglia di ascoltarsi. Questo è un segnale importante, forse stiamo ricostruendo la grande famiglia del Parco.
Quali i prossimi passi? Nella prossima Giunta cominceremo a parlare del Programma Annuale di Gestione (Pag, il documento che pianifica tutte le attività che l’Ente intende portare avanti l’anno successivo: dagli interventi di manutenzione e valorizzazione del territorio alle iniziative di turismo sostenibile, dall’educazione ambientale alla ricerca scientifica, etc.). Per favorire la massima condivisione dell’importante documento di programmazione, il prossimo mese incontreremo i sindaci delle due aree, ovest ed est, per presentarlo. Poi, quando il nuovo direttore si insedierà, ci saranno altre riunioni di zona più specifiche che coinvolgeranno tutti coloro, enti, gruppi, comuni ed associazioni, che sono in qualche modo legati al Parco.
Cos’è per lei il Parco? Le grandi questioni da affrontare nel breve periodo? È un valore aggiunto per il territorio e per l’economia locale. Abbiamo avuto la fortuna di ricevere in eredità un ambiente sano e integro. Oggi ci dobbiamo impegnare a mantenerlo tale, consentendo possibilità di sviluppo che siano compatibili con gli equilibri naturali. La grande questione del 2011 è la Revisione del Piano di Parco che tecnicamente sta procedendo, ma non c’è fretta, ogni passo sarà curato con attenzione e coinvolgendo le comunità locali. Gli altri progetti continueranno lungo i percorsi già tracciati.
Il voto

Nella Giunta del Parco sono stati eletti: Gilio Ceranelli (40 voti, di Ragoli; supplente Michela Simoni di Montagne), Giovanni Ghezzi (41 voti, di Breguzzo; supplente Alan Pellizzari di Daone), Roberto Gusmerotti (39 voti, di Comano Terme; supplente Monica Mattevi di Stenico), Silvano Maestranzi (42 voti, di Giustino; supplente Ivano Rambaldini di Carisolo), Gilberto Masè (41 voti, di Strembo; supplente Alberto Ongari di Pelugo), Marco Odorizzi (49 voti, di Tuenno; supplente Romina Menapace di Tassullo), Ivano Pezzi (54 voti, di Campodenno; supplente Nadia De Marco di Sporminore), Rodolfo Pozza (42 voti, di Spormaggiore; supplente Clara Campestrin di Molveno) e Giuseppe Scrosati (38 voti, di San Lorenzo in Banale; supplente Gianluca Gregori di Dorsino). Ivano Pezzi è stato eletto vicepresidente. Oltre a questi hanno presentato la propria candidatura, ma sono rimasti esclusi, anche Zeffirino Castellani (16 voti), presidente delle Regole Spinale Manez, Massimo Ferrazza (17), rappresentante delle Asuc della Val Rendena e di Stenico, Raffaella Masè (12) di Strembo (espressione dell’opposizione consiliare) e Michele Cozzio (16). Michele Cozzio, uno dei tre componenti del Comitato di gestione espressione del Comune di Spiazzo Rendena, ha pure presentato la propria candidatura a presidente del Parco, ma una volta illustrate le linee programmatiche l’ha ritirata proponendosi come componente di Giunta. Il commiato Ad inizio assemblea il commiato di Antonello Zulberti: “Sono l’ultimo superstite degli amministratori del 1988, l’anno in cui il Parco è stato istituito, ed è giunto il momento di lasciare. Non ho rimpianti, sono stati quindici anni, quelli da presidente, importanti e improntati alla dialettica con i Comuni, ma sempre con la volontà di risolvere le questioni. Ringrazio il mio vicepresidente Paolo Ciardi, che è stato un grande appoggio oltre che un grande amico e ha fatto sì che molti progetti venissero portati avanti, i funzionari provinciali, la struttura operativa del Parco, costituita in gran parte da gente giovane, garanzia per il futuro di questo Ente, e i direttori Arrigo Franceschi e Claudio Ferrari che ha fatto fare al Parco il salto di qualità”. Da parte sua il direttore Claudio Ferrari, al quale il primo ottobre è stato affidato l’incarico speciale per il coordinamento delle aree protette trentine e per la valorizzazione delle Dolomiti Unesco, che lo vedrà presto impegnato in Provincia, ha affermato che dirigere per dieci anni il Parco Naturale Adamello Brenta è stato un privilegio che lo rende particolarmente orgoglioso. |