
Evviva la Nutella! - La crema più amata vittima del tecnocratismo dell’Unione Europea, come il vino, il formaggio e altri prodotti tipici Ansioso di librare per gli spazi celesti, son finito,ahimè!, fuori dai confini delle Giudicarie, che dico, mi sono ritrovato a svolazzare sulle terre europee che hanno visto nella storia eventi d’ogni genere, belli e brutti, quasi sempre brutti, molte volte tragici. Mi sono ritrovato a Parigi la magnifica, ove settant’anni fa entrò trionfatore Hitler con le sue Armate; ho sorvolato la Normandia, ove alita ancora aria di libertà riconquistata; per non dire della Svizzera tanto simile al nostro Trentino, ma così ben sistemata che quasi quasi mi permetto di suggerire ai nostri politici, ma perchè non ci aggreghiamo alla piccola confederazione elvetica, ci sarebbe tutto da guadagnare.
I venti che soffiano da ovest mi hanno poi spinto su Vienna, la città della Mittel-Europa, che fu fino al 1918 anche la nostra capitale, gran bella città, cosmopolita, limpida, solare con tanta nostalgia dei tempi che furono, nostalgia che mi appartiene dato che il vostro Saltaro, così come tutti i Saltari del Trentino, sono nati con Maria Teresa Imperatrice, figli dell’ordine e della sicurezza, così come lo sono stati e lo sono tuttora i nostri sacri Pompieri. Burrasche improvvide mi hanno poi spinto verso Nord, ho sfidato pericoli e glaciamenti fino a Berlino, città solenne, finalmente unita dopo gli orrori del Comunismo che aveva come fine conclamato la felicità del genere umano, discorsi da non fare a Berlino, per carità! Ormai, perso ogni controllo, sballottato di qua e di là, son infine approdato a Londra, città imperiale, ricca di tradizioni antiche, di gloria e di supponenza, gli inglesi, si sa, si credono i migliori del mondo, ma non sempre lo sono. E poi, dopo tanto girovagare nell’empireo dei più svariati colori, ho deciso, finalmente padrone di me stesso, di planare su Bruxelles, la città capitale dell’Europa Unita, la città da cui dipende gran parte delle nostre regole, del nostro convivere e del nostro benessere. Ho affrontato quella città, neanche tanto bella, con il cipiglio scuro di chi vuol finalmente vedere chiaro in quel “baillame” europeo che la nostra gente stenta ad accettare e capire. L’illusione di una Europa Unita che ci aveva visto convinti assertori con gli ideali di Degasperi, Adenauer ed altri, ci sembrava una intuizione geniale. Tutti europei, tutti eguali nel benessere e nella felicità. Invece oggi l’Europa, dopo aver unito a sproposito popoli d’ogni genere, oves et boves, s’è ridotta ad una gran macchina burocratica che pretende di governare tutto e tutti allo stesso modo. Non solo, vuol entrare con forza anche nelle tradizioni più radicate degli stati membri cercando di svellere cultura millenaria e convinzioni ormai assodate. Ricordo la storia del Crocefisso, ignobile vicenda dell’Europa che pretendeva che il Crocefisso dalle scuole finisse nella spazzatura, ignorando la nostra storia e la storia di altri per seguire un illuminismo intellettualoide purtroppo diffuso non solo in Europa, ma anche in Italia e a Trento, ancor più, fra i nipoti e nipotini di Stalin e Togliatti. E rimanendo in cose meno serie, proprio nei giorni del mio tribolato soggiorno, si discuteva nel parlamento europeo, ove sguazzano anche molti parlamentari italiani, strapagati senza merito, di proibire il consumo della mia adorata Nutella, quella crema del paradiso, che ha addolcito generazioni intere di nostri compaesani. Non sto scherzando, la Nutella italiana ha corso il rischio di essere messa al bando, ed il pericolo sussiste, vedremo. Ho l’impressione che le cose si svolgano, qui a Bruxelles, secondo interessi e lobby di stati ricchi e potenti, l’Italia, purtroppo, da queste parti vale come il due di coppe. Ho scoperto nel mio vagabondare in questa città dalle mille insidie, perfino un ufficio della nostra Provincia, che cosa ci faccia a Brusselles un nostro ufficio, non lo so proprio, due o tre stipendi in più, ( e che stipendi!) un po’ di prestigio per i nostri capi e nient’altro. Così, allibito ed imbronciato, ho manifestato le mie perplessità e la mia indignazione a colleghi dell’etere di queste zone, nel cielo è facile fare conoscenze, l’amicizia fra di noi, uomini del servizio di Dio, è doverosa essendo votati alla stessa missione. Uno, in particolare, un vecchio Saltaro lombardo, che qui svolazza ormai da secoli avendo seguito Napoleone nelle sue campagne, ha cercato di rinfrancarmi dicendomi dell’altro. Pazzesco, prendete nota, son cose vere, noi non conosciamo menzogne. Ecco alcune delle decisioni europee che ci toccano da vicino e che ci faranno imbestialire, parola di Saltaro: - 2009 s’è dato il via libera al formaggio senza latte permettendo aggiunte nella caseificazione che niente hanno a che fare con il latte. - dalla stessa data si concede l’aggiunta di zucchero al vino, una vecchia pratica per aumentare la gradazione alcoolica, combattuta in Italia, ma oggi tornata in essere, per la gioia di cantinieri disonesti e pasticcioni. - Peggio ancora. Dal 28 aprile 2008 è possibile ottenere vino senza uva fermentando frutti diversi come il sambuco, ribes e lamponi, chissà che gran vino! - Sempre sul vino, l’Europa ha dato il via libera all’invecchiamento artificiale del vino attraverso la segatura e pezzi di legno al posto della tradizionale maturazione in botte di rovere. Occhio alla dentiera! - E’ stata inoltre permessa la clonazione dei nostri prodotti più tipici, ricchi di tradizione e di storia, che, venduti a poco prezzo, mettono in crisi le nostre aziende. Già si fa il Parmesan in Romania, il Fontina in Svezia, il Parmi olandese, la polenta che in Montenegro diventa “palenta”, il Barbera bianco ancora in Romania e tanti altri a scapito dei nostri produttori. Ci sarebbero ancora mille esempi, ma la chiudo qui per non farvi ulteriormente arrabbiare. Questa è l’Europa che ci governa, una sommatoria di normative, divieti, imposizioni, non sempre vantaggiose che non sempre giustificano gli interventi finanziari che ci concedono, tra l’altro quasi per niente impiegati in certe zone d’Italia. E’ quanto prima auspicabile che si torni all’ideale degasperiano di un’Europa dei cittadini dove gli interessi della gente siano al primo posto dell’agire europeo, al diavolo le lobby, i poteri e le consorterie. Già in Italia siamo ingolfati di poteri occulti, cricche e camarille, di quelli europei ne faremmo volentieri a meno.
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