
Il Saltaro delle Giudicarie - Solo i “belli” in politica? E’ questo il nuovo trend nazionale da importare anche in Trentino. L’inverno, il freddo, l’accidia, rendono l’animo umano poco propenso a pensieri gentili, a dolci testimonianze, a momenti di gaudio comunitario. Il vostro Saltaro, dall’empireo eterno, segue le vicende umane avvolto nel suo caldo mantello e ignaro dell’appannamento delle membra e delle menti. La storia, l’eternità del suo spirito, lo preservano dalle intemperie e dalle perturbazioni malevoli che imperversano nelle nostre valli Giudicarie.
E’ tempo d’elezioni e allora si sprigionano gli umori maligni degli uomini ed ancor più delle donne per non mancare all’appuntamento, le elezioni del Sindaco e dei Consigli Comunali in valle riescono a movimentare più di mille persone, più o meno convinte, più o meno motivate, tutte pronte a giocarsi la reputazione per riuscire nel loro intento: diventare amministratori del proprio comune. Il che sarebbe una cosa buona e giusta che fa loro onore, ma, come ogni cosa importante, dovrebbe essere affrontata con decenza, almeno con un po’ di pudore. Per l’Archimede, il saggio, i candidati alle comunali dovrebbero essere i migliori uomini di ogni comunità. Essere a capo di una amministrazione, coi tempi che corrono, non è cosa facile, occorre gente preparata ed integerrima, e che abbia dato esempio almeno d’essere capace di saper gestire bene i propri affari privati, chi fa bene le sue cose, sa fare bene anche le cose degli altri, secondo un vecchio proverbio che l’Archimede ricorda a gran voce. L’Orsolina, birbanta, non si fida: lei vorrebbe soprattutto gente onesta, niente lestofanti, niente imbroglioni, in un piccolo paese, tutti si conoscono l’un l’altro, si conoscono gli imbroglioni, gli sfaccendati, i faccendieri, i ladri e i disonesti, a tutta questa gente dovrebbe essere proibito candidare perché un ladro rimane ladro, un evasore rimane un evasore, un brigante rimane un brigante, e quando si è al potere, il pericolo che scappi la manina, o tutte due, è sempre possibile, anzi è sicuro. L’Abele, invece, mena alla grande la storiella di chi ha nell’animo il seme della cattiveria e dell’odio, quello è una gran sventura per una comunità se riuscisse a prevalere. Poi c’è l’Osvaldo Caccola che invece ce l’ha con gli stupidi che sono, secondo lui, i più pericolosi perchè non si rendono conto di esserlo e quindi con loro è impossibile dialogare. E ti fa tutta una filastrocca sugli stupidi più o meno stupidi, da quelli talmente stupidi che per far male agli altri fanno male anche a se stessi, a quelli un po’ meno stupidi che fanno male agli altri senza averne nessun vantaggio e questi vengono classificati dall’Abele più che stupidi dei veri e propri imbecilli. Tremendo quell’Osvaldo a cui tolgo la parola per impedirgli di dire altre cose giuste, sì, ma esagerate. Credo anch’io che elezioni comunali rappresentino un momento importante per una comunità, grande o piccola che sia, è il momento in cui si scelgono gli uomini o le donne a cui affidare il proprio paese nei prossimi cinque anni, non è un gioco, ne va dello sviluppo, del progresso, della qualità della vita di tutti i cittadini, sbagliare la scelta vorrebbe dire non poterci più mettere rimedio e per una comunità buttare via un quinquennio può essere drammatico. Quindi bisognerebbe fare una scelta libera, ma meditata, una scelta importante. E’ un po’ come scegliersi la casa in cui si vuole andare ad abitare, non si può sceglierla a cuor leggero, bisogna valutarla in tutti i suoi aspetti, e la casa non la scegli per i volantini che la reclamizzano, non ti fidi di chi te la racconta lunga, non ascolti le malignità di chi vorrebbe affibbiarti una casa scassata e pericolosa, la tua casa la scegli con la mente, con il cuore, con intelligenza, con lungimiranza, perché sarà quella in cui trascorrerai la tua vita insieme alla tua famiglia, così il Sindaco e gli amministratori comunali dovranno essere scelti non in base ai soliti schiamazzi, facili slogan, sputtanamenti reciproci ecc, ma valutando le persone che si propongono, la loro vita, le loro pecche, la loro fedina penale, ( purtroppo c’è anche chi ce l’ha sporca!) e soprattutto le loro idee, i loro programmi, cosa si ripropongono di fare in caso di vittoria, come vogliano rilanciare l’economia del paese, idee chiare insomma, e diffidare sempre da chi spende più il suo tempo a denigrare ciò che è stato fatto dagli altri, piuttosto che offrire valide alternative. Tutto giusto, ma allora come li vogliamo questi amministratori? L’Orsolina ha la sua ricetta, per lei gli uomini migliori sono gli uomini brutti, quelli belli sono i più cattivi, e diffida da quelli belli e bravi perché secondo la storia, quelli son gay. Io non metto becco anche perché l’Orsolina non è più clemente con le donne: quelle brave e simpatiche sono brutte, quelle belle sono oche, di belle e di simpatiche ne esistono molto poche. Così disse l’Orsolina. Il vostro Saltaro non concorda per niente, nelle parole dell’Orsolina c’è livore, invidia, e malignità. L’intelligenza è sparsa un po’ dovunque, così volle il Signore, come il sale. E gli amministratori più che belli o brutti devono essere intelligenti. Poi c’è chi preferisce i belli. Secondo l’Archimede, in altre stanze, in altre casi, è il presidente Dellai che colleziona i belli ed elimina i brutti, s’è circondato nel suo partito dei prodotti meglio riusciti del creato, e poco importa se hanno o non hanno sale in zucca, anzi, meno ne hanno meglio è, purché lecchino ed obbediscano, non tollera impertinenze. Lui i brutti li usa per altre cose e non per la politica. E’ un po’ più libertario e meno esigente con le donne, ha in pancia la Cogo ed è tutto dire! A Roma ha scelto Rutelli, detto il bambolo, qui da noi sembra essersi innamorato del bel, più furbo che santo, William, solo che noi in Giudicarie abbiamo gusti diversi! Basta! Ho dovuto chiudere alfine il dibattito non voluto, ma intenso, che stava andando fuori dalle righe, i miei amici sono specialisti nel confondere i bisi con le fave, non sanno attenersi all’oggetto, si voleva parlare di elezioni e si è finiti a sfoderare gusti e debolezze personali, quasi fossimo a Roma, manca solo che tiriamo in ballo le “escort” berlusconiane o i “trans” marazziani. D’altronde, si intromette, concludendo, l’Osvaldo Caccola che mi sorprende, nel Parlamento ci stanno gran belle donne, merito di Berlusconi, purtroppo, gli altri, per anni, ci hanno affibbiato le Iervolino, le Turco e la vergine Rosy Bindi, che quando la vedo mi ricorda mia zia Giuseppina, gran brava donna, non c’è che dire, ma ogni volta che l’andavo a trovare mi attaccava l’orticaria e mi grattavo per tutto il mese. Infine l’Abele vuole l’ultima parola, vuol ritornare a bomba, vuole lasciarci in eredita alcune gocce della sua sapienza, ci ha pensato e meditato, e sulla bellezza degli uomini e delle donne, in particolare, vuol fare chiarezza. A pari intelligenza, le donne se sono brutte hanno meno ‘chance’ degli uomini brutti. Infatti uomini brutti e donne brutte non sono ugualmente brutti; a parità di bruttezza, tra una donna brutta e un uomo brutto, sarà sempre più brutta la donna. L’uomo ha il diritto d’essere brutto, se lo è la donna è solo lei colpevole della propria bruttezza. Persino la vecchiaia favorisce gli uomini. Un uomo anche se brutto rischia, invecchiando, di diventare affascinante. Una donna, quando invecchia, bella o brutta che sia, sarà brutta in ogni caso. Figuriamoci se lo è già in partenza. E visto che le cose stanno effettivamente così, l’Abele si dichiara contento d’essere un uomo correndo a perdifiato per le mulattiere della Rendena per evitare gli improperi dell’Orsolina e le sue mazzolate col manico di scopa, forza Orsolina che se le merita tutte! |