Home

Traduzioni e Comunicazione

Elezioni comunali del 16 maggio 2010 - Candidature al via
Scritto da Enzo Ballardini   
Venerdì 05 Febbraio 2010 07:00

Giudicarie: Elezioni Comunali 2010

Elezioni comunali del 16 maggio 2010 - Candidature al via - La tornata elettorale porterà alla sostituzione di oltre la metà dei Sindaci e degli Assessori comunali.
Mancano meno di 100 giorni alle elezioni Comunali del 16 maggio 2010 e siamo già in piena bagarre elettorale.
Lo sport preferito in questo momento sulle pagine dei giornali locali è il toto Sindaco, con informazioni, notizie, scoop ed anticipazioni di tutti i generi; da quelle vere a quelle semi-vere, a quelle verosimili, a quelle tendenziose, a quelle fantasiose fino ad arrivare a quelle totalmente infondate. Ma trattandosi di uno sport, tutte le opinioni sono vere e al contempo false. 
Proverò a sottrarmi a questo gioco e ad affrontare alcune questioni che mi sembrano più rilevanti.

Con questa tornata elettorale entra completamente a regime la legge che nel 1992 aveva introdotto l’elezione diretta dei Sindaci e come contrappeso il limite dei tre mandati. Dal 1995 al 2010 sono passati  quindici anni e quindi i tre mandati sono conclusi. In Trentino oltre settanta Sindaci non potranno più candidarsi ed in Giudicarie saranno ben quindici in questa situazione. Le nuove elezioni presenteranno quindi un ricambio di oltre la metà dei Sindaci e degli Assessori comunali. Rinnovamento che normalmente è positivo, in quanto introduce nuove idee e nuove energie, ma che deve scontare necessariamente un periodo di apprendimento e di sperimentazione.
In questo momento si stanno formando i gruppi che promuoveranno le liste di candidati e si stanno cercando i candidati alla carica di Sindaco. In precedenza, fino al 1990, i Sindaci venivano eletti dal Consiglio comunale tra i quindici Consiglieri che in precedenza erano risultati eletti. Si teneva conto dei risultati elettorali di ogni consigliere, si concordavano strategie, si formavano alleanze e alla fine veniva eletto il Sindaco. Oggi le alleanze, gli accordi si fanno prima, in questo periodo, nel momento delle formazione delle liste. Nei Comuni con un’unica lista i giochi sono già conclusi ed il Sindaco è tale ancora prima di votare. Negli altri Comuni si creano due schieramenti contrapposti in forte concorrenza con conseguenti divisioni e contrasti all’interno della comunità.

Questo sistema, che ha il pregio di favorire una maggiore stabilità delle maggioranze e più poteri concentrati nelle mani del  Sindaco, se può aver avuto effetti positivi nei Comuni più grandi quelli  sopra i 3.000 abitanti, presenta problemi grossi nei Comuni minori. In questi anni si è assistito ad un aumento dei contrasti e ad una diminuzione di democrazia e partecipazione. Questa opinione è condivisa da molti osservatori e  dovrebbe essere oggetto di una valutazione seria ed approfondita da parte del Consiglio regionale per le successive elezioni.
Un elemento positivo è l’obbligo di presentare, accanto alla lista di candidati, un programma amministrativo. La definizione del programma rappresenta un momento importante per il gruppo che sostiene il candidato Sindaco. E’ l’occasione per riflettere sulla propria comunità, sulle cose che vanno bene, (e sono tante)  e quelle che presentano problemi, su ciò che è giusto fare o non fare in futuro. Aspetti sociali, economici, ambientali dovrebbero essere approfonditi in modo da comporre un progetto ambizioso, ma concreto e realizzabile, per la propria comunità.    
Alla base di queste valutazioni è indispensabile un contatto diretto e un confronto con le diverse sensibilità che compongono la comunità; le famiglie, i giovani, gli anziani, gli imprenditori, i contadini, le associazioni. E poi ancora la definizione di un metodo di lavoro improntato all’apertura ed al dialogo, al confronto e all’impegno personale.

Un programma non sarebbe completo se non tenesse conto delle relazioni sovraccomunali. Oggi diventa indispensabile creare collaborazioni, rapporti, sinergie con gli altri Comuni a partire da quelli limitrofi anche se questo non è sempre facile e le vecchie ruggini sono sempre presenti.
Sarà impossibile, in futuro, gestire un piccolo Comune senza avviare gestioni associate di servizi, unioni di Comuni ed altre possibilità di collaborazione a tutti i livelli. I cambiamenti sociali ed economici di questi decenni richiedono una risposta da parte dei Comuni in questo senso. Il cambiamento dell’opinione pubblica è stato confermato sia nel caso dell’unificazione dei Comuni della Valle di Ledro come nel caso del nuovo Comune di Comano Terme. Non tenerne conto sarebbe un errore fondamentale che allontanerebbe gli amministratori dai propri cittadini con seri rischi di una strisciante delegittimazione.

Ed infine il capitolo nuovo che si è appena aperto relativo al rapporto con le nuove Comunità appena costituite e che in prospettiva dovranno svolgere sempre più funzioni e servizi a livello sovraccomunale.
Questo è il momento giusto per chi ha a cuore il bene della propria comunità, il momento per dare la propria disponibilità ad impegnarsi per il bene comune, a ragionare e confrontarsi democraticamente per il futuro del proprio paese. Non è il tempo delle critiche sterili, delle recriminazioni e della sfiducia.    
Un caloroso augurio a tutti coloro che si stanno impegnando in questi mesi per avanzare proposte e progetti per il futuro delle proprie comunità.