
Viaggio nei primi passi del dopo-C8 con il presidente Raffaele Armani :“Ora la Comunità può davvero partire”. Con la firma del decreto addio al Comprensorio C8, nasce la Comunità delle Giudicarie. I primi passi del nuovo ente.E’ arrivato finalmente il decreto della Provincia sul trasferimento delle competenze verso la Comunità. Che cosa significa? Martedì 22 dicembre il Presidente della Giunta Provinciale Dellai ha firmato il decreto per il trasferimento alla Comunità delle Giudicarie, con decorrenza 1° gennaio 2010, delle funzioni alla già esercitate a titolo di delega dal Comprensorio Questo significa che da tale data il nuovo Ente opererà con competenze e non più con deleghe provinciali; per chiarire meglio posso dire che avremo maggiore autonomia operativa che deriva dall’autonomia finanziaria. La comunità opererà infatti sulla base di un budget assegnato dalla Provincia per l’esercizio delle funzioni; quindi non saremo più tenuti ad eseguire in maniera puntuale le indicazioni che hanno finora accompagnato l’assegnazione delle risorse, a rendicontare le spese e a restituire alla Provincia le eventuali economie. La Comunità potrà assumere iniziative tenendo conto delle esigenze locali, individuando obiettivi e indirizzando le spese, privilegiando scelte che derivano dalla propria programmazione; questi criteri saranno validi da subito nell’ambito delle competenze trasferite (edilizia abitativa pubblica e agevolata, servizi socio assistenziali, assistenza scolastica), pur nel rispetto di standard minimi di servizio validi per tutto il territorio provinciale.
Le Giudicarie sono assieme al Primiero, la prima Comunità, a partire effettivamente. Ma, mentre il Primero conta solo 7 comuni, le Giudicarie sono un territorio più complesso ed esteso. Come è stato possibile raggiungere questo traguardo in così poco tempo? Effettivamente le Giudicarie hanno la maggiore estensione territoriale tra le 16 Comunità individuate, anche se per popolazione si collocano in una posizione intermedia. Mi preme aggiungere che la complessità territoriale trova un equilibrio nella particolare conformazione geografica: mi riferisco al fatto che tre delle quattro zone nelle quali si articola il nostro territorio sono disposte a raggiera intorno ad un baricentro rappresentato dalla quarta zona e dal centro amministrativo e di servizi di Tione di Trento. Proprio questa articolazione territoriale ha favorito storicamente la collaborazione e l’unità d’intenti e sta alla base delle motivazioni che hanno portato all’individuazione di un ambito unico. Mi limiterò a ricordare che la l’organizzazione burocratica, amministrativa e giudiziaria è unitaria per le Giudicarie e in genere incentrata su Tione: dagli uffici provinciali (Ispettorati foreste e agricoltura, Ufficio Strade, Tutela del Paesaggio, Catasto e Tavolare, Sportello informativo ecc.), a quelli statali (Uffici finanziari,…), e al Tribunale; dalle Scuole superiori a quelle professionali; unico è il distretto sanitario con l’ospedale di zona; i 40 Comuni hanno scelto di organizzare le loro strategie nel campo dei servizi e dell’energia creando la GEAS, società partecipata anche dai BIM e dai soggetti elettrici locali (Consorzi elettrici e ASM di Tione); metanizzazione, distribuzione dell’energia elettrica, viabilità e trasporti sono alcune delle problematiche che coinvolgono unitariamente i giudicariesi in un confronto costante con la Provincia. Anche nei secoli scorsi i giudicariesi sono stati impegnati in tante unitarie contese con il potere centrale del principe vescovo per costruire e difendere assieme l’autonomia e i diritti. Insomma la comunanza di interessi, che la storia antica e recente ha cementato, ha prevalso sullo spirito di divisione che spesso riaffiora e ha portato all’ambito unico.
Comprensorio, si chiude un’epoca. Come la ricorda e che cosa ha significato? Si chiude un’epoca iniziata nel 1972; l’ho vissuta in prima persona e “dal di dentro”, in quanto sono stato ininterrottamente consigliere comprensoriale fin dalla prima assemblea. I Comprensori erano stati ideati nel fecondo periodo riformistico che inizia nel 1964-67 con il PUP; vanno evidenziate le condizioni che ne hanno impedito il decollo riconoscendo nello stesso tempo il ruolo positivo che hanno svolto, nell’ambito dei servizi delegati, pur operando spesso in condizioni di delegittimazione. Sono nati per fare programmazione urbanistica ed economica, per progettare il rilancio delle periferie, per dare alle valli pari dignità delle città e dei territori economicamente più sviluppati. Nel momento topico del loro sviluppo, agli inizi degli anni Ottanta, con il ricorso dei Comuni della Valle di Cembra alla Corte Costituzionale contro l’elezione diretta dell’assemblea, è svanito il disegno kessleriano della “città diffusa” ed è iniziata la lunga e lenta agonia di questi Enti. Non voglio ripercorrere l’intera vicenda che ha portato, dopo alcuni tentativi falliti, alla riforma istituzionale del 2006, ma va ricordato che svuotati di contenuti e deleghe con forte componente di intervento socio economico, hanno svolto, egregiamente, per almeno 15 anni un ruolo di gestori di servizi importanti, da quello socio assistenziale, all’edilizia pubblica e agevolata, alle mense scolastiche, oltre all’impegno in ulteriori iniziative, seppure sporadiche, in diversi altri campi. Il Comprensorio delle Giudicarie ha anche gestito, per conto dei Comuni, il servizio dell’igiene ambientale (raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani), con capacità e competenze, organizzando il servizio, attivando investimenti nella discarica e programmando l’utilizzo della stessa anche per i prossimi 7-8 anni.
Dal primo gennaio dunque, la Comunità è attiva. Quali saranno i primi passi? Il “Documento programmatico delle politiche di bilancio” – atto fondamentale approvato dall’assemblea della Comunità nella seduta dell’11 dicembre – traccia le linee strategiche per i prossimi 3 anni. Mi limiterò a ricordare che da subito si dovranno porre le basi organizzative per consentire l’attuazione di quanto indicato nel Documento. Sinteticamente ci si muoverà in tre direzioni: 1. Verso la Provincia per il trasferimento delle competenze già previste e per l’individuazione delle ulteriori competenze trasferibili; 2. Verso i Comuni per una verifica dei fabbisogni complessivi in termini di servizi e di personale, per definire ulteriori competenze volontariamente trasferibili; 3. Impegno sul fronte delle problematiche che attengono allo sviluppo socioeconomico della Comunità per far assumere alla stessa quel ruolo politico di Ente Intermedio che l’approvazione dell’elezione diretta (seppur parziale) dell’assemblea sembra prefigurare. Mi riferisco all’energia (distribuzione e produzione), alla viabilità, ai trasporti, alla mobilità in generale, alla sanità ecc.. |