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5 questioni per il 2010 -
Scritto da r.b.   
Lunedì 04 Gennaio 2010 14:35

L’anno che sta iniziando - 5 questioni per il 2010 - Opere pubbliche e viabilità, occupazione, elezioni comunali e avvio della Comunità. Sono i temi caldi per l’anno che inizia. Con un dubbio, la sentenza del Consiglio di Stato che tiene in ansia la politica provinciale.
Opere pubbliche e viabilità, occupazione, elezioni comunali e avvio della Comunità. Sono i temi caldi per l’anno che inizia. Con un dubbio, la sentenza del Consiglio di Stato che tiene in ansia la politica provinciale. Inizia il 2010, anno cruciale, difficile, quello che, in teoria, dovrebbe decretare l’uscita dalla crisi economica. Molte le questioni sul tappeto, 5 quelle principali per le Giudicarie che cerchiamo di riassumere qui sotto.

Opere Pubbliche. Sono diverse le opere pubbliche sovra-comunali, soprattutto nel settore viario, che attendono di essere portate avanti. Il 2010 dovrebbe essere l’anno buono soprattutto per quanto riguarda la variante di Pieve di Bono, il cui appalto è stato riavviato a ottobre, dopo che il primo bando era andato deserto e dunque occorrerà attendere ancora 6-7 mesi per conoscere la ditta assegnataria. Il nuovo quadro economico prevede un costo totale di 41 milioni di euro (con un aumento rispetto al precedente di 1 milione di euro). L’arteria stradale, dello sviluppo complessivo di 3.360 metri, collegherà Forti di Lardaro con l’abitato di Cologna con un nuovo tracciato stradale in variante all’attuale sede della strada statale 237 del Caffaro nel territorio del Comune di Pieve di Bono.
Per quanto riguarda i lavori al tratto Ponte dei Servi-Ponte Arche, il cantiere dovrebbe riprendere con la fine del flusso maggiore della stagione turistica e –dopo la pausa estiva – terminare nell’ottobre 2010. Altro fronte importante è il Collegamento sciistico Pinzolo-Campiglio con i lavori che sono proseguiti speditamente fino all’inizio della stagione sciistica; per il 2010 è prevista la consegna di gran parte dei lavori. Anche la rete delle piste ciclabili attende da tempo alcuni link di collegamento fra tratti già esistenti. Le maggiori difficoltà nel tratto Agrone-Lardaro (causa pendenza) e nel collegamento tra Ponte Arche e la Busa di Tione, a causa della “stretta” di Ponte Pià. Già previsto e finanziato invece il tratto Sarche-Ponte Arche che collegherà le Giudicarie alla valle dei Laghi e in dirittura di arrivo il tratto da Sesena alla Val Rendena. Un’ultima questione importante è quella della variante di Terme di Comano, che l’assessore provinciale Alberto Pacher ha indicato come una priorità per la zona termale per il 2010. Dopo molti rinvii è venuta finalmente l’ora della tanto sospirata circonvallazione che bypassa il centro di Ponte Arche?

Occupazione -  I dati occupazionali del terzo trimestre 2009 fanno pensare ad una ripresa e lasciano intravedere un cauto ottimismo, come sottolinea anche l’Agenzia del lavoro locale, ma è chiaro che la situazione rimane grave. La crisi economica ha colpito soprattutto il settore metalmeccanico e molte aziende che ricadono in questa tipologia (soprattutto nella valle del Chiese) hanno chiuso o hanno dovuto ricorrere alla Cassa integrazione. Importanti in questo senso saranno i dati consolidati del quarto trimestre 2009 e quelli di andamento congiunturale del primo trimestre 2010.

Elezioni Comunali – Non c’è da nascondersi. Uno degli argomenti che infiammeranno il dibattito e le polemiche nei prossimi mesi sarà quello delle elezioni comunali, che vedranno – giocoforza, è legge regionale – il ricambio di molti primi cittadini che hanno già fatto tre mandati e dunque non di possono più candidarsi. Al centro dell’attenzione, naturalmente, i “grossi” centri come Tione, Pinzolo e Storo (di cui abbiamo già parlato nei numeri scorsi) ma anche il nuovo centro di Comano Terme (di cui si parla in questo numero) e gli altri 35 paesi delle Giudicarie in cui tutti stanno già affilando le armi in vista di una tornata elettorale – quella di maggio 2010 – a suo modo storica.

Comunità – Un’altra sfida suggestiva è quella della Comunità di Valle. Il suo percorso vero e proprio inizia col primo gennaio con il decreto del presidente della Provincia Lorenzo Dellai che decreta la fine dell’attività dei comprensori C8 Giudicarie e C2 Primiero (i primi ad avere espletato l’iter di costituzione della Comunità) e la nascita del nuovo ente territoriale che dovrebbe segnare una svolta nei rapporti fra cittadini e pubbliche amministrazioni e creare un modello nuovo di autonomia diffusa sul suolo provinciale. Altro appuntamento clou saranno poi le elezioni di ottobre (le prime a suffragio universale) che decreteranno la composizione della prima assemblea della Comunità (dopo quella attuale di transizione votata solo dai consiglieri comunali) e vedranno impegnate liste civiche (o di partito?) di 40 persone sparse su tutto il territorio comprensoriale e sarà interessante vedere come le varie comunità risponderanno a questo appello elettorale.

Ricorso – Tutte queste prospettive, peraltro molto vicine, di sviluppi giudicariesi sui vari fronti della vita civile, stanno però sotto una spada di Damocle che pende sulla testa del Consiglio e della Giunta provinciale e che mette in dubbio il proseguo della legislatura. Si tratta del famoso ricorso promosso dalla Fiamma Tricolore all’indomani delle elezioni provinciali del 9 novembre 2009 che – secondo i ricorrenti – sono contrarie allo Statuto di autonomia e dunque vanno invalidate e rifatte. Il vulnus, sempre secondo i ricorrenti, è che le elezioni in provincia di Trento non siano avvenute contestualmente a quelle in provincia di Bolzano, come prevede lo Statuto, visto che poi i due consigli provinciali vanno a formare il Consiglio regionale. Il differimento delle elezioni, inizialmente previste per il 26 ottobre, si era reso necessario per l’esclusione dell’Udc dalla competizione elettorale, al seguito della quale furono ristampate tutte le schede elettorali e i cartelloni. Inizialmente prevista per novembre, la sentenza del Consiglio di Stato è ora slittata a marzo. Inutile dire che, se fosse accolto, il ricorso farebbe saltare il banco e ripiombare il tutto in una situazione di incertezza fino a nuove elezioni, e lo stesso vale anche per l’Alto Adige che si ritroverebbe esso stesso obbligato a rifare tutto. Ovvio che in questo caso molti dei punti sopraccitati si congelerebbero a data da destinarsi.