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Sabato 05 Dicembre 2009 23:39

Intervista/ Lorenzo Dellai Presidente della Pat
L’intervento della Pat: “tempestivo e preveggente”
Il Trentino e la crisi, le idee per il 2010 e il Trentino che vuole lasciare alla fine del suo mandato. Dellai a 360°

Si chiude il 2009, un anno difficile in cui il mondo ha dovuto fare i conti con la crisi. La provincia ha fatto molto per contrastare la congiuntura, come giudica l’efficacia della manovra?
L’efficacia della manovra anticrisi la possiamo misurare giorno per giorno, con indici che indicano un lento recupero nei vari comparti della società. L’intervento della Provincia ha avuto il grande merito, secondo me, di esser stato tempestivo ma anche preveggente, nel tentativo che mi auguro sia riuscito di mettere in campo risorse capaci non solo e non tanto di “coprire buchi”, di tamponare falle, quanto di stimolare l’economia, di sostenere i consumi, di esser vicini alle fasce più deboli e maggiormente esposte ai rovesci. Attenti, però, ai colpi di coda: comincia adesso quel periodo delicato e fragile in cui, ai primi segnali di ripresa, verrebbe la voglia di abbassar la guardia: la Provincia rimarrà vigile e attenta, pronta ad intervenire laddove si manifestassero particolari necessità ma soprattutto a supportare quei processi di sviluppo, aggregazione, di innovazione e di investimenti che consentiranno alle aziende di approfittare fin da subito delle prime ondate lunghe del dopo-crisi.

Com’è lo stato di salute del Trentino che esce dalla crisi? Sono previste ulteriori misure anticrisi per il 2010?
Permangono difficoltà occupazionali, nei confronti delle quali abbiamo previsto interventi di welfare precisi e efficaci; permangono difficoltà nella fascia più debole delle famiglie, ed anche qui l’intervento pubblico è attento e tempestivo. Sarà naturalmente l’evolvere della crisi nei prossimi mesi a consigliarci eventuali nuovi interventi, per i quali i nostri uffici stanno comunque già predisponendo eventuali ipotesi. Nella manovra di bilancio del prossimo anno le principali voci di investimento riguardano scuola e formazione; istruzione universitaria; cultura e sport; assistenza; sanità; enti locali; comunicazioni e trasporti (reti informatiche, viabilità); edilizia abitativa; ambiente e territorio; lavoro; imprese; interventi di contesto (ricerca, progetti integrati di sviluppo); energia; razionalizzazione della pubblica amministrazione.  Rivolgiamo una particolare attenzione alle fasce di popolazione più deboli, alle misure innovative di welfare, all’edilizia agevolata, ai servizi per le famiglie. La manovra investe anche sui punti di forza del Trentino - innovazione, ricerca, infrastrutture di qualità, buona amministrazione - al fine di rendere la sua piattaforma produttiva ancora più competitiva. A sostegno del lavoro mettiamo a disposizione oltre 20 milioni di euro per fronteggiare l’emergenza occupazionale generata dalla crisi economica in atto. A favore delle imprese sono stanziati oltre 190 milioni di euro come completamento della manovra anticongiunturale. Proseguiremo poi con il reddito di garanzia e le politiche di contesto, per rendere più solido il sistema economico e nello stesso tempo più equa la nostra comunità.

Nel bilancio di previsione per il 2010 fa capolino per la prima volta Metroland. Molti pensano resterà un sogno, ma Lei ha ribadito più volte di credere a questo progetto. Quali sono verosimilmente i tempi e le prospettive per questa grande opera?
Metroland è un progetto che nasce da un sogno. È il concretizzarsi di quel disegno complessivo di mobilità integrata che la Provincia autonoma di Trento sta perseguendo ormai da molti anni. Abbiamo inizialmente dato risposta ai problemi più urgenti della viabilità esistente, che erano conseguenza di una situazione orografica difficile e di un sistema infrastrutturale non più al passo coi tempi. Abbiamo quindi collegato l’asta centrale della Valle dell’Adige con le principali valli laterali (vedi la Galleria di Mori, la variante di Martignano, quella di Cadine e la doppia galleria della Rocchetta a Mezzolombardo) e realizzato varianti per togliere il traffico da alcuni centri abitati (Moena, Villa Lagarina, Primiero...), con l’obiettivo di migliorarne la qualità della vita. Siamo infine nella fase di progettazione e di previsione invece per i rimanenti snodi (Pinzolo, Riva, Rovereto, Cles...). Metroland è quel che sarà, un giorno, il Trentino: Metroland è la chiave di volta che aiuterà la comunità trentina a cambiare comportamenti e abitudini negli spostamenti, è l’opportunità di recuperare ad esempio antichi percorsi ferroviari o di individuarne di nuovi per andare decisamente verso una mobilità realmente integrata, è forse l’ultima possibilità che ci rimane per concretizzare in maniera definitiva una mobilità ecocompatibile.

Anche nella Giudicarie sono partiti i cantieri della Ss. 237 in località Ponte dei Servi, della rotonda di Storo e del collegamento Pinzolo-Campiglio. Qual è l’importanza di queste opere?
Gli obiettivi che si siamo posti nel pensare e nel realizzare gli interventi sulla viabilità sono semplici: rendere le strade più sicure rettificandole e allargandole laddove possibile e necessario, nell’ottica di favorire soprattutto il trasporto pubblico su gomma che, per essere competitivo con quello privato, deve essere veloce e conveniente da un punto di vista economico. Nell’ambito di questo disegno complessivo rientrano tutti i progetti che tendono a rendere più sicuri quei tratti di strada (come appunto il Ponte dei Servi) che storicamente sono stati fonte di incidenti e di rallentamenti. Analogamente, anche i tratti viari di collegamenti tra le stazioni turistiche durante le stagioni di maggior afflusso sono sottoposti a stress da traffico assai pesanti, che devono trovare risposte moderne ed efficaci. Ecco perché queste opere sono importanti ed ecco perché su di esse il governo della Provincia ha investito notevoli risorse.

Nonostante crisi e la costante minaccia di  tagli all’autonomia, anche il bilancio 2010 riesce ad essere sostanzioso destinando parecchie risorse sul sociale e per le opere pubbliche.
L’Autonomia di cui godiamo non è un benefit che ci è concesso, ma uno stato di diritto che nasce dalle particolari condizioni storiche e sociali del Trentino. Ciò non toglie che ogni anno noi si debba riconfermare e ricontrattare a livello nazionale una disponibilità di risorse sufficienti per far fronte a quegli impegni che abbiamo preso con la nostra comunità. Certo, siamo in presenza di alcune contrazioni di risorse e, come si diceva prima, l’uscita dalla crisi dovrà essere accompagnata da provvedimenti di sostegno all’economia, ai consumi e alla sopravvivenza delle famiglie più esposte, ma la tradizione di buona amministrazione che tutti ci riconoscono e l’agganciarsi a quei valori e a quelle realtà tradizionali della cooperazione, della solidarietà, della laboriosità, del risparmio e della saggia gestione di quel che abbiamo ci aiuterà anche nel 2010 a far crescere la qualità della vita della nostra comunità.

Il 2010 sarà anche l’anno del via ufficiale alle Comunità di valle. Cosa si aspetta da questa riforma e quanto ci vorrà per vedere le vere potenzialità del nuovo ente post-comprensorio? Può rappresentare veramente la rivoluzione istituzionale tanto annunciata? Che Trentino vuole lasciare nel 2013?
Io sono intimamente convinto che la riforma istituzionale sarà una rivoluzione che ci aiuterà a cambiare modo di intendere l’amministrazione degli enti locali, di quella che chiamiamo “la periferia”. La nascita delle Comunità di Valle, che io mi auguro abbia una velocità capace di rispettare le esigenze di riflessione, di approfondimento, di convincimento e di dialogo delle singole entità di valle, sarà la rivoluzione copernicana del modo di gestire la cosa pubblica, con un occhio alla razionalizzazione dei costi che sia però in grado di aumentare la qualità dei servizi. Noi abbiamo sempre detto che vanto del Trentino è quello di mantenere abitata la montagna: ciò però non deve andare a discapito dei servizi resi ai cittadini e io penso che in questo la Comunità di Valle sia realmente lo strumento ideale e più efficace. Non più, quindi, un semplice assemblamento di realtà comunali qual era il Comprensorio, bensì una rete di valle capace di gestire a nome di tutti i servizi essenziali, garantendo comunque visibilità e autorevolezza alle identità dei singoli comuni. Certo, saremo tutti costretti a ragionare nel senso del “noi”, più che in quello dell’”io”: ma questo ci chiedono i nostri giovani, lasciar loro in eredità un tessuto sociale e territoriale coeso, brulicante di attività, denso di cultura e di formazione, capace di rispondere ai bisogni dei singoli in modo moderno ed evoluto.
È questo il Trentino che mi piacerebbe immaginare per il futuro: non un Trentino che nasce per volontà o preveggenza di un singolo, bensì un Trentino che si è costruito con le mani di tutti i suoi abitanti, che sa farsi forte delle proprie diversità ma che sa trovare unità di intenti quando ce n’è bisogno. Un Trentino dinamico nella solidarietà così come in economia, ospitale con quelli che lo scelgono come terra di vacanza o di lavoro, attento alle tematiche ambientali, alla formazione delle giovani generazioni e pronto a piegarsi su coloro che non ce la fanno o che hanno bisogno di aiuto per farcela.