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Il vostro Saltaro sta invecchiando.. |
Scritto da Administrator |
Martedì 09 Agosto 2016 09:38 |
Agosto tempo di vacanze, tempo di riposo, di meditazione per tutti, compreso il vostro Saltaro che è stato richiamato lassù, nell’Empireo celeste, per un colloquio a quattr’occhi con le più alte sfere dell’associazione dei Saltari del Trentino. E’ da tempo che mi stanno rompendo, e mi sto rompendo anch’io: stai invecchiando, sei monotono, la tieni troppo lunga, devi cambiare o ti licenziamo. Sei simpatico, la gente ti vuole bene, fai bene il tuo mestiere, ma lo fai così da secoli, è ora e tempo di aggiornarsi, il mondo s’è capovolto, non è più quello di una volta, oggi le notizie corrono come le saette in un temporale d’estate e tu vai ancora col carretto tirato da languidi somari, sveglia…
Tutte cose che mi fanno male. Sto invecchiando? Sono secoli che giro con il vento le nostre vallate, le controllo, le conforto, ne denuncio i mancamenti, i malandrini, i faccendieri, i parassiti, difendo le Giudicarie e la loro storia, scopro gli altarini dei politicanti, ne smaschero le malefatte, mi sta a cuore la qualità della vita dei miei conterranei che è fatta di lavoro, di benessere e di servizi, con gli stessi doveri degli altri ma anche con gli stessi diritti, ohibò! A noi tocca vivere in periferia e subire ogni tipo di oltraggio, l’ospedale smantellato, le donne che partoriscono per strada, i contadini abbandonati al loro destino, le nostre imprese che non hanno più lavoro, la Provincia che fa piani su piani esclusivamente per altre zone, per altre valli, la nostra conta come il due di coppe. Ma siamo ancora provincia di Trento? Ogni tanto me lo chiedo. Sembra che per Piazza Dante la Provincia si sia ridotta quasi esclusivamente alla Val di Non-val di Sole e la piana dell’Adige da Mezzolombardo a Borghetto, con qualche riguardo per la val di Fiemme, ci mancherebbe, e per la val di Cembra, tutto il resto nisba, cancellati dalla politica e dalla finanza. In questi giorni ho assistito dall’alto dei cieli all’inaugurazione della stazione ferroviaria di Mezzana, “la Vacca Nonesa” s’è spinta fino lassù, con treni moderni e confortevoli. Porca vacca! (è il caso di dirlo!) Così le valli di Sole e Non sono servite alla grande, con una strada fra le più belle e costose del Trentino e non manca il servizio corriere, oh no...un noneso può scendere a Trento tranquillamente ogni 10 minuti, beato lui, ma per non creare troppo disagi alle signore, si mantiene in quel di Cles un ospedale da far invidia al Santa Chiara, mica i malati nonesi sono come noi... E noi siamo rimasti con una strada che risale al dopo guerra con qualche accomodamento di poco conto, e possiamo recarci a Trento se va bene, ogni 3-4 ore. Oppure con un’ora di macchina come ai tempi del Duce. I nostri malati poi, devono essere trasportati in elicottero se va bene, o in auto ambulanza, oppure lasciati sul corridoio ad aspettare che qualcuno s’accorga di loro, intanto le nostre partorienti sono disorientate, non sanno più a che santo votarsi...anche i santi si sono dimenticati di noi!
D’altronde cosa possiamo pretendere, abbiamo da smaltire il nostro peccato originale, abbiamo ucciso san Vigilio, cosa pretendiamo! I santi nonesi sono di tutt’altro lignaggio ed hanno la priorità su tutto e su tutti. Evviva la perequazione, fiore all’occhiello della Provincia di Trento! E poi dovrei tarparmi le ali, tacere, obbedire e magari neanche combattere, ma applaudire? Sarò anche vecchio e impaludato, tutto quello che volete, ma sono stato per secoli il difensore della nostra dignità, della nostra gente, lo sarò ancora nei secoli dei secoli. Ma si, giusto, stai facendo il tuo dovere, ma bisogna farlo in maniera diversa, più fric, più rap, più rock, il lento non si balla più, il tango non ci appartiene, o cambi il tuo vestito, o cambierai mestiere. Ma che mestiere posso fare, la mia casa è negli antri delle nostre rocce, siedo sui picchi delle nostre cime, respiro l’aria della nostra storia antica, mi inebrio del profumo dei nostri boschi, soffro i gemiti di chi sta male, di chi non ha lavoro, di chi non sa che fare, di chi non vede futuro per sé e per i prorpi figli, di chi si rassegna ad espatriare. Bella questa! Ci facciamo in otto per accogliere gente d’ogni sorta, di mantenerli, talvolta di sopportarli, e i nostri se ne devono andare a cercarsi il futuro chissà dove...adesso ne arriveranno altri ottocento in Provincia e verranno suddivisi nei comprensori, a noi ce ne spettano circa 150, ben vengano, sono 150 anche quelli che andranno in val di Non, ma guarda...dovrebbero essere distribuiti in base ai contributi che si ricevono dalla PAT, eh no! I nonesi che ricevono finanziamenti a camionate ne ospiteranno quanto noi, poveri diavoli fra poveri diavoli, e poi magari serviranno loro per raccogliere le mele...Mah! Forse anche quello a spese nostre! Cari dirigenti del Cielo, non sempre sereno, delle vostre minacce me ne faccio un baffo! Continuerò a battermi per la mia gente, per le ingiustizie che deve subire quotidianamente, continuerò a urlare, ad incazzarmi, soprattutto con i miei conterranei che non hanno più le palle e si lascano infinocchiare come salami. Noi che siamo famosi per le battaglie storiche contro i Vescovi di Trento (per gran parte anch’essi nonesi!), vi ricordate la battaglia del dazio di Tempesta, la battaglia delle Noci e mille altri episodi contro le ingiustizie vescovili, dove abbiamo dimostrato di avere dignità e coraggio? Ritiriamolo fuori o finiremo raminghi per il mondo com’ è stato nel passato.
Io, obtorto collo mi adeguerò, dalla prossima puntata proverò un altro vestito, meno legnoso, meno lungo, più sprint, più twist, più rock, anche se la dolcezza del valzer me la porto nel cuore. Cercherò d’essere un Saltaro moderno, farò qualche corso d’aggiornamento, il Cielo come il Trentino è pieno di imbonitori, ma manterrò lo stesso spirito, la stessa voglia di battermi per voi e per i vostri figli, mi costasse anche il licenziamento, sarei il primo Saltaro ad essere licenziato...sarebbe il colmo, con i furbetti che girano e la fanno franca io verrei licenziato per aver sempre fatto il mio dovere, fino in fondo, con sincerità e coraggio, con tutte le mie capacità, il mio amore per la nostra terra e per la nostra gente. Viva le Giudicarie!. |