Home Attualità L’Università di Trento progetta il nuovo Chalet Fiat

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Scritto da Administrator   
Martedì 17 Novembre 2015 13:00

I protagonisti sono un albergo in quota – il ristorante e albergo Dosson allo Spinale, meglio noto come Chalet Fiat – la proprietà collettiva delle Regole di Spinale e Manez, l’Università di Trento e l’Accademia della Montagna. L’idea è quella di chiedere l’aiuto degli studenti all’ultimo anno di progettazione nel fornire punti di vista per il rinnovo della struttura ricettiva sullo Spinale.

Da tre anni a questa parte, Accademia della Montagna e Università di Trento con il professor Claudio Lamanna e i suoi due assistenti, Riccardo Giacomelli e Giovanna Salgarello, si sono interessati al tema del variegato panorama delle strutture in quota.

La scelta non è casuale, lo spiega il professor Lamanna: “Siamo a Trento, anzitutto, in ambiente montano, e le strutture di alta quota forniscono buoni casi di studio e sperimentazioni per i nostri studenti al quarto anno che si testano grazie a casi strutturalmente complessi come questi”. Quindi negli scorsi anni si sono occupati di un rifugio escursionistico, poi di due rifugi alpini e quest’anno di una struttura ancora diversa come un albergo in quota, tutte con proprietà diverse: privata, della Sat e del Cai, e quest’anno delle Regole. Il patto ha l’intenzione di essere virtuoso: i ragazzi hanno una buona palestra sulla quale cimentarsi, la proprietà avrà a disposizione una ventina di proposte di sviluppo diverse dalle quali prendere spunti, visioni e individuare criticità.

 

“La montagna sta cambiando – spiega infatti Egidio Bonapace, alpinista e presidente di Accademia della Montagna - la frequentazione negli ultimi quindici anni è diversa: non è più l’alpinista di una volta che si reca al rifugio e lo vede come il punto di partenza delle sue salite, ma il rifugio è diventato la meta per molti frequentatori odierni, e alle loro richieste va, nel bene o nel male, adeguata la struttura rifugio. Questa è una bella opportunità di sentire giovani slegati dal nostro modo di pensare di una volta”. All’inizio per Chalet Fiat si era pensato solo ad alcuni interventi mirati, poi il Comitato di gestione della Regola ha valutato che le carenze strutturali dell’edificio avrebbero portato ad un risultato poco soddisfacente in termini di risparmio energetico e adeguatezza della struttura alle esigenze contemporanee e optato per la demolizione dei piani fuori terra e il loro rifacimento.

“Abbiamo aderito volentieri perchè sicuramente il rapporto con Università e Accademia della Montagna ci può dare una visione più complessiva dell’intervento e della sua valenza – spiega Enzo Ballardini, vice presidente delle Regole di Spianale e Manez - La ristrutturazione di Chalet Fiat è uno degli interventi più significativi che faremo in questi quattro anni, quindi va posta grande attenzione all’avere una struttura all’altezza delle bellezze naturali fra le quali si trova, sia come aspetto qualitativo che tecnico e i giovani possono darci un bello stimolo in questo senso”. Il progetto è iniziato il 14 settembre scorso e già in questi giorni i ragazzi hanno presentato una primo step del loro lavoro, per concludere entro fine anno. “ Uno degli elementi più importanti che i ragazzi affrontano– spiega Riccardo Giacomelli -  è capire come, rispetto all’area dello Spinale che ha grandi potenzialità paesaggistiche in termini di quinta scenica con i suoi 360 gradi di visuale, il manufatto inciderà su questo sito sia in termini di percezione dello stabile rispetto alla punta del Brenta sia come possibilità di fruizione dell’area. Spesso e volentieri i luoghi dove confluiscono più linee di accesso funiviario e servite da strutture ricettive sono figlie di una mancata valutazione degli aspetti esterni che rischia di far scadere l’area. Quindi capire se la relazione, per esempio, fra Capanna Hofer, che è un bene culturale e ambientale, e Chalet Fiat vada corretta o rivista; inoltre, le relazioni fra gli spazi interni e queste visuali e paesaggi esterni, sono fra i punti chiave del lavoro che gli studenti devono portare avanti”.