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Italiani al voto senza la riforma elettorale e con meno parlamentari da eleggere
Scritto da admin2   
Domenica 18 Settembre 2022 14:18

 

Le elezioni politiche per scegliere le Camere della 19ª legislatura

si terranno domenica 25 settembre 2022

in una sola giornata, dalle 7 alle 23.

 

Le date

I simboli al Viminale sono stati presentati tra il 12 e il 14 agosto; le liste, le firme e i candidati per i collegi uninominali nelle Corti d'Appello tra il 21 e il 22 agosto. Il 26 agosto è stata la data d'inizio ufficiale della 'propaganda elettorale', il mese di campagna elettorale prima del voto, con l'affissione dei manifesti elettorali. Il 15 ottobre, invece, è la data entro la quale deve tenersi la prima seduta del nuovo Parlamento. A stabilirlo è l'articolo 61 della Costituzione, in base al quale "la prima riunione" delle Camere "ha luogo non oltre il ventesimo giorno dalle elezioni". Finché non sono riunite le nuove camere, prosegue l'articolo, "sono prorogati i poteri delle precedenti".



Legge elettorale: c'è ancora il brutto Rosatellum

Dopo quattro anni abbondanti a parlare di riforma elettorale- a cui non credevano in molti nonostante il Rosatellum sia largamente considerato una pessima legge elettorale- la crisi di governo ha messo la parola fine al dibattito per buttarsi tutti a capofitto in campagna elettorale. Si voterà quindi una legge elettorale che implica un sistema misto proporzionale e maggioritario. Inoltre i posti da assegnare alla Camera saranno 400 (e non più 630) e al Senato saranno 200 (e non più 315), numeri frutto della riduzione dei parlamentari cavallo di battaglia del Movimento 5 stelle avvallata dal referendum e poi trasformata in legge. L’attuale legge elettorale (legge n.165 del 3 novembre 2017) è nota come legge Rosato o Rosatellum dal nome di Ettore Rosato (ora in Italia Viva), uno dei principali sostenitori del testo e capogruppo del Partito democratico alla Camera quando il testo era stato approvato nel 2018. La legge prevede un sistema elettorale misto, in parte proporzionale e in parte maggioritario. Nello specifico, un terzo dei seggi tra Camera e Senato sarà eletto in collegi uninominali (quindi tramite un sistema maggioritario), mentre i restanti due terzi saranno divisi tra i partiti rispettando i risultati percentuali ottenuti alle elezioni (quindi tramite un sistema proporzionale).



Che succede alla Camera

Alla Camera saranno assegnati 148 collegi uninominali, usando quindi il sistema maggioritario, dove i partiti e le coalizioni presenteranno un solo candidato. A essere eletta è la persona che prende almeno un voto in più degli altri. Per gli altri 244 seggi è usato il metodo proporzionale. Il territorio italiano è suddiviso in collegi plurinominali: qui ogni partito o coalizione presenta una lista di candidati e riceve un numero di seggi in proporzione al numero di voti ricevuti. In questa circostanza gli elettori non possono indicare preferenze sui nomi dei candidati che sono invece eletti seguendo l’ordine dei nomi sulle liste.



Che succede al Senato

Anche in Senato si segue la combinazione di metodo proporzionale e maggioritario. Sono 74 i collegi uninominali, sono 122 i collegi del proporzionale mentre i seggi degli eletti all’estero sono 4. Non si può scegliere il voto disgiunto ma indicare una sola preferenza. I partiti ottengono i seggi solo se ottengono almeno il 3% dei voti su base nazionale. Per potere eleggere un rappresentante, le coalizioni devono invece raggiungere la soglia del 10%.

 

 
«Comunità di Valle, basta ritardi». La riflessione del consigliere provinciale UPT Piero De Godenz
Scritto da Piero De Godenz   
Lunedì 13 Settembre 2021 21:37

Le Comunità di Valle continuano a rimanere, giustamente, sotto i riflettori. Lo confermano anche i numerosi interventi scritti da amministratori, ex amministratori e cittadini e pubblicati sulla stampa in queste ultime settimane. Credo che occuparsi di questo ente, relativamente giovane e già così “maltrattato” e rallentato sia una priorità e non mi riferisco soltanto alla necessità di superare l’ormai lunga e sterile fase del commissariamento ma anche alla scelta che il Trentino deve fare in ambito istituzionale: vogliamo andare avanti o retrocedere sia a livello politico che amministrativo? 

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I temi caldi: Riforma istituzionale, ospedale e appalti pubblici
Scritto da Giuliano Beltrami   
Lunedì 13 Settembre 2021 21:37

Notte di Ferragosto, calda la spiaggia e caldo il mare... Così cantava cinquant’anni fa quel ragazzone di Gianni Morandi. Mentre ci si avvicinava a grandi falcate a Ferragosto anche la spiaggia politica delle Giudicarie si scaldava, perché davanti aveva (e ha) il mare dei problemi vissuti dai pubblici amministratori. E’ così che i sindaci hanno deciso di convocare i tre assessori provinciali delle Giudicarie, che rappresentano quasi per intero il territorio della Comunità di Valle (rimane fuori solo la valle del Chiese, che peraltro è la più popolosa). Sono Mario Tonina delle Esteriori (fra le altre competenze l’ambiente e la vicepresidenza della Giunta), Mattia Gottardi della Busa di Tione (Enti locali) ed il rendenero Roberto Failoni (che guida l’assessorato del turismo e dello sport).

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Quattro consiglieri per le Giudicarie, un risultato storico
Scritto da Administrator   
Lunedì 05 Novembre 2018 07:45

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Comunque la si guardi queste elezioni provinciali saranno una data storica per le Giudicarie, per i quattro eletti e per la possibilità di almeno tre di loro di rivestire un ruolo importante nel prossimi esecutivo provinciale. Non è però un inedito. Già nel 2003, infatti, le Giudicarie piazzarono ben 5 consiglieri tra gli eletti; con Adelino Amistadi vi erano anche Remo Andreolli, Margherita Cogo, Roberto Bombarda e Iva Berasi, a cui si aggiunse per un periodo anche Tiziano Salvaterra. Alcuni di loro anche come assessori; ma va detto che allora la giunta era formata da 12 componenti, e il meccanismo della “porta girevole” favoriva la possibilità di consiglieri non eletti di venire ripescati in Consiglio. Da allora con le nuove regole, pochi rappresentanti per le Giudicarie, nell’ultima legislatura il solo Mario Tonina.

 

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Ribaltone elettorale: un governo di centrodestra per la Provincia
Scritto da Administrator   
Lunedì 05 Novembre 2018 07:42

 

Cinque anni dopo le scorse provinciali, nelle quali il centrosinistra autonomista di Ugo Rossi trionfò ovunque, cambia tutto anche in Giudicarie.

Con il 59% di preferenze si impone infatti anche nei 24 comuni giudicariesi il centrodestra autonomista e popolare a guida Maurizio Fugatti, facendo segnare addirittura un punto in più della coalizione a guida Patt del 2013 e rifilando ben 39 punti percentuali di distacco al suo principale competitor Giorgio Tonini e al suo centrosinistra, fermo al 20,62% e alla corsa solitaria di Ugo Rossi e del Patt, al 9,68%. Numeri e distanze ancora più marcate di quelle registrate a livello provinciale per queste elezioni. 

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