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Il partito dei “responsabili” |
Scritto da Adelino Amistadi |
Lunedì 12 Ottobre 2015 21:16 |
In politica, destra e sinistra esistono ancora? O sono categorie ormai logorate dal tempo e dal tramonto delle ideologie? E’ un po’ l’interrogativo che si pongono tutti quelli a cui piace dissetare di politica. In effetti, guardando alla situazione di oggi, a livello nazionale, ma, perchè no, anche a livello provinciale, destra e sinistra, così com’era intesa, non esistono più. Sopravvivono alcuni partiti senz’anima e senza prospettiva. Ma i colori che hanno contraddistinto i partiti fini a pochi anni fa, sono ormai stinti, irriconoscibili. Per nostra fortuna sembra sia nato un nuovo grande partito: il “partito dei responsabili”, comprendente, oltre ai grillini ed ai salviniani, tutti coloro i quali, per coscienza e responsabilità, votano al di la delle indicazioni del partito, e si sentono liberi di navigare a vista, a seconda se ritengono le leggi proposte dal Governo o da altri, idonee a risolvere i problemi del Paese. Così dicono. E di responsabili ce ne sono di vario tipo un po’ in ogni partito, ed ognuno interpreta la responsabilità a proprio gusto e consumo. C’è chi è responsabile e vota per il governo, contro le indicazioni del proprio partito, per la paura di essere mandato a casa con nuove elezioni, e chi vota “no” più o meno per lo stesso motivo.
Gli uni e gli altri potrebbero essere definiti più che il partito dei responsabili, il “partito degli irresponsabili”, vale a dire di coloro che antepongono i propri interessi, personali o di gruppo, al bene comune. Potrebbe avere come slogan il vecchio “tanto peggio, tanto meglio”, che si addice benissimo dato che gran parte dell’azione del nuovo partito si concretizza, in pratica, nel dire “no” a qualunque proposta. Oddio, lungi da me il contestare i diritti dell’opposizione, o la libertà di pensiero e di voto dei parlamentari eletti, perchè sappiamo quanto sia importante il ruolo delle opposizioni. Senza opposizione, non c’è democrazia. Ma è proprio perchè l’opposizione oggi in parlamento è confusa, disorganica e irresponsabile, che il governo Renzi può navigare a vele spiegate. La dimostrazione del ruolo ambiguo degli “irresponsabili”, è l’atteggiamento assunto nei riguardi delle riforme avviate dal Governo. Appena sentono parlare di modifiche allo “status quo”, siano esse utili al Paese o no, portano istintivamente mano alla pistola e dicono “no” sempre e soltanto “no”. Ma dire “no”, senza neppure valutarne il merito, è appunto da “irresponsabili”. E tanto per restare in tema e nell’attualità, basta guardare la posizione assunta nei confronti della riforma del Senato, oggi in discussione. Diciamoci la verità: la riforma elettorale del Parlamento (Italicum) già votata e la legge in discussione in questi giorni sulla riforma del Senato, destinato a diventare la camera delle Regioni, così com’è in quasi tutti gli stati europei, sono riforme epocali. Esse rappresentano un fondamentale cambiamento della Costituzione che finora nessuno era riuscito a varare che garantiscono una maggior efficacia del sistema decisionale, meno lungaggini, meno alibi per affossare anche leggi urgenti ed importanti, e soprattutto garantiscono al Governo la durata necessaria a risolvere nel migliore dei modi e con più efficienza il proprio lavoro. Eppure la questione, nonostante la sua rilevanza, sembra non interessare granchè i nostri politici che votandola rischierebbero di perdere il posto. Così anche su questo fronte i”(ir)responsabili” si sono militarmente schierati, in apparenza pronti a combattere fino all’ultimo sangue. Per la minoranza Pd votare “no” anche contro le direttive del proprio partito, è un pretesto. Un mezzo per raggiungere il loro scopo: azzoppare Matteo Renzi per rimpossessarsi del partito. Fin dai tempi di Togliatti la sinistra è stata fortemente contraria al “bicameralismo perfetto”, c’era fra di loro chi lo voleva addirittura sopprimere, ma ora che a volere la riforma è l’odiato Renzi, l’elettività dei senatori è diventata una “questione di democrazia” Per i grillini l’abolizione del Senato potrebbe smagrire e non di poco la loro rappresentanza dato che non hanno grande “appeal” a livello regionale, Salvini, con quella bocca non potrebbe dire altro, dice “no” comunque e dovunque. Quanto a Forza Italia vien da ridere dato che respingano al Senato la legge votata anche da loro alla Camera. E’ che nel frattempo sono maturati e sono diventati “irresponsabili” anche loro! In definitiva, la riforma del Senato sta a cuore solo a Matteo Renzi (e alla maggioranza degli Italiani) che sembra potercela fare, per fortuna, in barba ai “gufi” del suo partito e ai “responsabili” sempre più irresponsabili. Questo teatrino della politica, un po’ patetico, se non ci fosse di mezzo l’importanza della posta in gioco, trova spazio proprio per lo sgretolamento dei partiti come organi rappresentativi del popolo che può solo assistere impotente allo scialbo spettacolo, immagazzinando rabbia e disgusto. Ma la crisi dei partiti e della ideologie che hanno scombussolato il modo di fare politica “seria” può essere in qualche modo recuperato? E’ molto difficile dare una risposta a questo interrogativo. Quel che si può constatare, ed è un fenomeno non solamente italiano, è che questa crisi di rappresentanza politica, ha finito per dare spazio e libertà d’azione al partito degli “irresponsabili”, ai partiti populisti che devono il loro successo ad un elettorato qualunquista (di destra e di sinistra indifferentemente) che si fonda su stati umorali più che sulla ragione. Non è certo una bella cosa, non è un fatto positivo, proprio ora, in cui la macchina della politica è chiamata ad affrontare trasformazioni epocali (politiche, economiche e sociali) che richiederebbero l’esperienza, la lucidità e vera responsabilità da parte dei piloti naviganti in una barca che fa acqua da tutte le parti.
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