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Scritto da Administrator |
Sabato 01 Agosto 2015 08:11 |
E’ durata solo il volgere di una notte la fiducia del governatore Rossi all’assessore alla sanità Borgonovo Re. Dopo averla difesa il giorno prima in Consiglio provinciale respingendo la mozione di sfiducia delle opposizione, il giorno dopo l’ha silurata senza tanti convenevoli. Con la disinvoltura che, la stessa Borgonovo, ha definito da “Pic indolor”. E senza neanche un grazie. Al posto suo, ha nominato il nuovo assessore alla Sanità il consigliere del PD, Luca Zeni. Nessuna verifica sul programma, né sulla coalizione e neppure un rimpasto – come chiedeva buona parte del Pd. Ma, una sostituzione tout court. Che mette fine bruscamente, alla gestione dell’assessora più votata del Trentino (10.500 preferenze). Alla sua defenestrazione, hanno pesato le polemiche sulla sua scelta di chiudere i punti nascita di periferia. Ancor più, hanno contribuito le contrarietà degli alleati dell’Upt, che chiedevano da tempo un cambio di rotta su tutte le politiche sanitarie. Senza tralasciare la decisione annunciata pubblicamente dall’assessora - non gradita a Rossi - di non voler riconfermare il direttore generale dell’Azienda sanitaria Luciano Flor, scelto nella scorsa legislatura dallo stesso presidente, quando ricopriva l’incarico di assessore alla sanità. Dopo anni di rigidità solitaria della Borgonovo, la giunta provinciale è arrivata a una svolta, affidando le competenze della Sanità al trentaseienne avvocato Luca Zeni di Pergine Valsugana, originario di Spormaggiore. Sarà lui a sobbarcarsi l’onere di un assessorato che, proprio la diatriba aperta sulla chiusura dei punti nascita di Tione e Cavalese, unita al modo ortodosso di fare politica da parte dell’ex responsabile della sanità, ha generato in Giunta. Con gli strascichi e le incomprensioni che hanno indotto l’Upt (con l’aiuto delle minoranze) a puntare i piedi per un cambio ai vertici. Da sabato 25 luglio la politica provinciale ha cambiato corso. Ridistribuendo anche altre competenze quali: gli interventi per lo sviluppo locale a Carlo Daldoss, le infrastrutture e reti all’assessore ai lavori pubblici Mauro Gilmozzi e la responsabilità degli ammortizzatori sociali al vicepresidente Alessandro Olivi, in quanto - ha spiegato Rossi - ricadono nell’alveo delle politiche del lavoro. La sterzata però ha riguardato soprattutto la sanità. Dove ormai le diversità di opinioni con gli alleati dell’Upt erano arrivate a un punto di non ritorno. Come - anche se in modo meno evidente - pesanti rimproveri all’assessora venivano dall’interno del suo partito, dove i suoi metodi e la scarsa condivisione, a cui aveva abituato l’establishment non entusiasmavano. Il 24 luglio, di fatto per la giunta trentina è arrivata la famosa redde rationem che Tonina, Degodenz, Gilmozzi, Passamani e Mellarini attendevano da tempo. Più volte, i colleghi di maggioranza dell’Upt avevano messo sull’avviso il governatore Rossi e Borgonovo Re: la sanità doveva prestare più attenzioni alle valli, e attuare una politica di bilancio che permettesse di equilibrare i bisogni della periferia con quelli del centro. Richieste e moniti rimasti inascoltati. Culminati in quell’improvvida “riunione tecnica” dell’assessora che annunciava la chiusura dei punti nascita di Tione e Cavalese, con la raccomandazione di tenere la bocca cucita, soprattutto con la stampa. Goccia, quest’ultima, che ha fatto traboccare il vaso. E che ha aperto la strada al cambio di guardia con il giovane avvocato Luca Zeni. Quale potrà essere la linea che affronterà il nuovo assessore, nonostante le dichiarazioni all’indomani della sua nomina con l’impegno di prestare maggior attenzione anche per la periferia, è ancora tutta da scoprire. “Prima di tutto la salute per la mamma e per il bambino”, dice. Ma, le tensioni e gli scontenti generati da chi l’ha preceduto fanno presumere che per un po’ starà lontano dai temi caldi di questi giorni. Su cui, tanto per ribadire il pensiero di Unione per il Trentino e Unione Autonomista Ladina, che rappresentano una fetta importante del centrosinistra che governa il Trentino, in tema di sanità si dovrà prestare molta attenzione ai territori. I cui servizi ospedalieri devono essere mantenuti o implementati per operare in piena autonomia, assicurando livelli organizzativi sicuri ed efficienti. O in aggiunta, qualora si decida la rimozione di un servizio, una specializzazione adatta al bacino di utenza.
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