Home Attualità Viabilità, non c’è ancora accordo sulle opere

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Scritto da Administrator   
Sabato 15 Marzo 2014 14:34

Qualcuno si sarà chiesto come mai le Giudicarie, in fatto di viabilità, sono la Cenerentola del Trentino? A giudicare da quanto sta succedendo all’interno della Conferenza dei sindaci, proprio in tema di mobilità e sicurezza viaria, si direbbe proprio di no. La Valsugana ha un’autostrada che la collega al Capoluogo. Più la strada ferrata che, in caso di interruzioni, può rappresentare una valida alternativa. Lo stesso vale per Valli di Sole e Non, che oltre ad una rete viaria completamente rifatta, ha la Trento-Malè: una la ferrovia che si inerpica su fino a Dimaro ed oltre. Solo le valli del Chiese, Rendena e Busa di Tione, per raggiungere Trento, devono per forza passare sotto le Forche Caudine delle gallerie di Ponte Pià. 

Costoni di roccia che scendono a strapiombo sulla statale del Caffaro tanto che, in più di un’occasione, solo per miracolo, non c’è scappato il morto. Frane, smottamenti, valanghe e sassi di grossi come un’utilitaria, che quando meno te lo aspetti, te li ritrovi in mezzo alla strada. Solo allora preghi Iddio di non essere passato un minuto prima, o un minuto dopo.

E’ accaduto venti giorni fa, con una slavina di 500 metri cubi. Ed è capitato nei mesi scorsi con una frana che ha obbligato per giorni a fastidiose deviazioni. Proprio come due anni or sono, quando un’ancor più importante massa nevosa ha divelto guard-rail e protezioni anti valanghe, e anche in quel caso la fortuna è stata guardinga. Una Spada di Damocle  che, in quel budello obbligato, mette a repentaglio le automobili e i suoi occupanti. Un problema grave. Di cui finalmente la Comunità di Valle sembra essersi resa conto, proponendo di impegnare due milioni di euro. Un contributo iniziale, per incentivare un incisivo intervento provinciale. Capace di eliminare, una volta per tutte, i pericoli sulla statale. L’idea è un serpentone di cemento armato che faccia da ombrello a qualsiasi tipo di smottamento. Per  cui, par ovvio, che con due milioni non si va da nessuna parte. Per un’opera di quelle dimensioni occorre che la Provincia metta mano al portafoglio ad almeno altri 25 milioni. Solo così sarà possibile dare a quella strada quella garanzia di sicurezza, attesa da anni. Sindaci avveduti avrebbero forzato addirittura la mano per mettere subito sul piatto quella cifra. E se necessario sarebbero scesi compatti in quel di Trento, per reclamare - come un sol uomo – l’urgenza di quell’intervento. Sindaci avveduti, però! Non primi cittadini, pronti a sbranarsi per una piccola opera del Fut (Fondo Unico Territoriale), ma incapaci di avere una visione territoriale complessiva. Non circoscritta al proprio ambito. Chiedetene conto a chi era presente durante l’ultima conferenza dei sindaci a Tione! Dove è accaduto di tutto. Dove ci si è accapigliati su tutto: fuorché ragionamenti collettivi seri, di cui dovrebbero beneficiare tutti i trentasettemila abitanti della valle, e non i cento o i mille cittadini di questo, o di quel comune. Le cronache di quell’incontro sono impietose. E ancora una volta raccontano di primi cittadini divisi. Incapaci di guardare oltre. Anzi, pronti alle barricate, pur di difendere i privilegi dei loro ambiti comunali. Non si è trovato l’accordo sui milioni da destinare alla viabilità. Né si è condivisa la scelta di investire parte di quei dieci milioni derivanti da canoni e sovra canoni ambientali e da avanzi d’amministrazione per il completamento della rete di ciclabili, a sostegno del turismo.

Denari a disposizione, che saranno motivo di delibera nell’imminente assemblea di Comunità di Valle, dove -  come sempre - si arriverà in ordine sparso. Con i quattro ambiti (Chiese, Rendena, Busa di Tione e Giudicarie Esteriori), pronti a tirare la coperta ognuno dalla propria parte. Anzi, con sempre più marcati sentimenti di rivalsa. E, soprattutto sempre più pronti ad andare ognuno per conto proprio. Non desiderosi di comprendere che, se si vuol far crescere un ambito territoriale come il nostro, c’è bisogno di unità. Di una leadership, in grado di fare sintesi. Capace, soprattutto, di avere una visione d’insieme: pronta ad affrontare le problematiche che i singoli comuni, o i singoli ambiti, non sono in grado di risolvere. Sia si tratti di viabilità, di ospedale, di servizi collettivi e quant’altro aiuta una comunità a crescere. Non a regredire. Dentro i recinti di micro cosmi comunali, che staranno pur tentando di fondersi, staranno pur tentando di arrivare a delle gestioni associate. Ma, con un’indecisione e una tal lentezza, da far dubitare sulla reale volontà di mettersi insieme.