Vi scrivo in relazione all’articolo pubblicato sul “Giornale delle Giudicarie” (Anno 12 n°10 ottobre 2013) inerente il futuro assetto organico-istituzionale della Val del Chiese, intitolato “Comuni, i sub-ambiti “superano” le fusioni” a cura di Ettore Zini. Le mie considerazioni non vogliono di certo contraddire i contenuti dell’articolo in questione, tuttavia l’ultimo periodo dello scritto potrebbe confondere alcuni lettori, o addirittura risultare mendace. In particolare mi riferisco a quando si cita la possibile fusione fra i comuni di Bersone, Daone e Praso, la quale secondo il giornalista sarebbe stata avviata, “salvo poi ingranare la retromarcia”, riportando le parole testuali dell’articolo in menzione; incertezza data sia dal fatto che il progetto di fusione viene assimilato a quello di Cimego e Castel Condino (il quale quest’ultimo viste le considerazioni seguenti degli stessi comuni si è interrotto) sia anche in quanto nella stessa pagina del giornale, si ritrova un altro scritto a cura di un altro giornalista che riporta la medesima situazione inerente la fusione di San.Lorenzo e Dorsino, la quale è già stata approvata dai consigli comunali interessati ed è in procinto di referendum popolare.
Vi scrivo Direttore, per cumunicarVi che anche la fusione fra Bersone, Daone e Praso è al medesimo punto di quella citata appena sopra. I tre consigli comunali in questione hanno approvato il progetto di fusione, nella seconda metà del settembre 2013, e susseguentemente è stato presentato presso la Regione, comprensivo di futuro nome e sede comune, così come deciso dal concordato delle tre giunte in questione. Inoltre nella mensilità del maggio 2013 era stato posto in essere un sondaggio (richiesto dai tre consigli comunali) il quale aveva portato ad esprimersi circa il 55% degli elettori di cui ne erano favorevoli più dell’85%, segno di una volontà popolare, per ora, a sostegno di una futura fusione. Pertanto ribadisco, fatti alla mano, che ci ritroviamo nelle medesime condizioni della fusione del Banale, in quanto, dovremmo fare ulteriori incontri di chiarimento con le popolazioni residenti, in attesa che la Regione stabilisca le modalità e la data del referendum popolare da sottoporre alle stesse. Per questi motivi, nessuna retromarcia, anzi forse è proprio sul progetto dei “sub-ambiti” prospettato in Val del Chiese che vi è maggiore incertezza, in quanto, per ora, è stato pianificato in qualche ufficio amministrativo senza interpellare le cittadinanze interessate, ma questo è un altro discorso. Concludo, a scanso di equivoci, che sostengo e mi felicito per i progetti di fusione intrapresi dai comuni di Bersone, Daone, Dorsino, Praso e San.Lorenzo, in quanto prediligo le scelte volute dal basso anziché le direttive imposte dall’alto, ma lascio la sentenza su queste delicate questioni ai risultati dei prossimi referendum popolari Nella speranza, che nei prossimi numeri del Nostro giornale, vi sia un articolo inerente anche la reale e attuale situazione della fusione fra i comuni di Bersone, Daone e Praso, Vi ringrazio per l’attenzione, per il tempo da Voi dedicatomi e per l’importante impegno d’informazione che ottemperate mensilmente.
Distinti saluti Bontempelli Giorgio
Vado subito al dunque. Lodevole è lo sforzo di alcuni comuni, tra cui i citati Bersone, Praso, Daone in Val del Chiese e Dorsino e S. Lorenzo nel Banale. Capire che non è più possibile, in Trentino, avere un assetto amministrativo basato su micro comunità è già un grande passo avanti. Che, a maggior ragione, avrebbe dovuto capire chi governa dall’alto e, dall’alto, fa le leggi. Se c’è una pecca, insita nella legge sulle fusioni tra comuni, è la discrezionalità. Quella che io chiamo democrazia discrezionale. Di questo passo, tra vent’anni, in Giudicarie, ci troveremo a rimpiangere di non essere stati celeri e determinati nel ridurre i nostri comuni da 40 a 15. O forse meno. A meno che, ma ho dei dubbi, la nostra Autonomia non permetta alle nostre amministrazioni di poter continuare a fare la vita del Michelazzo. Per quanto riguarda la storia dei Sub-Ambiti. Sono il primo ad essere conscio che, almeno per ora, rimane una boutade: o meglio una dichiarazione di intenti. Sottofirmata, però, da 15 sindaci, tra cui Bersone, Praso e Daone. Questa era la notizia. Che come organo di stampa avevamo il compito di dare. Infine per la critica al mio articolo di settembre dove dice che un passaggio “potrebbe confondere i lettori e risultare addirittura mendace”. Mi permetto di osservare, se la sintassi ha un senso, che quel “di cui” era riferito a Cimego e Castello, e non ai virtuosi paesi di “sua appartenenza”, che a quanto lei scrive, stanno marciando come un sol uomo verso l’agognata fusione. Di cui mi complimento. Ma che sono anche curioso di vederne l’applicazione. Ettore Zini
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