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Foto 2010
Scritto da Ettore Zini |
Mercoledì 02 Ottobre 2013 21:12 |
Avevamo parlato di miracolo. E il miracolo si è avverato. Anche se solo a metà. Sono solo due le sezioni staccate di tribunale “salvate” dal Ministro Cancellieri. Un provvedimento preso sul filo di lana. Proprio allo scoccare dell’ultimo giorno utile perché la loro cancellazione diventasse definitiva. Una in Trentino, e una in Alto Adige. Una decisione che non mancherà di far discutere. Poichè sono le uniche, su 220, preservate su tutto il territorio nazionale, dalla sforbiciata al pianeta giustizia, dai tagli della spending rewiew. Si tratta di Tione e Brunico. Rientrano in un accordo sperimentale con il Ministero, che proprio il giorno 13 settembre, in extremis, ha concesso una proroga di sei mesi. Tione per il Trentino e Brunico per l’Alto Adige sono le uniche sezioni di tribunale che rimarranno attive in tutt’Italia. Per loro, gli effetti del decreto Monti-Severino che, nel settembre 2011 ha falcidiato 37 Tribunali, 38 Procure e 220 Sezioni, almeno per i prossimi sei mesi non valgono. Da “sezioni” saranno trasformate in “presidi”, mantenendo solo funzioni accessorie: volontà di giurisdizione e ufficio tavolare. Karl Zeller, senatore altoatesino e il sottosegretario agli Enti locali, nonché sindaco di Bocenago Walter Ferrazza, sono stati i primi a confermare il “salvataggio”. “Per ora – hanno spiegato subito dopo il lancio di agenzia Ansa – si tratta di una proroga di sei mesi, durante i quali la Regione deve cercare di firmare la convenzione con il Ministero per garantire la sopravvivenza di queste strutture. E magari ottenere qualche funzione in più”. Non un recupero definitivo, dunque, né con tutte le funzioni esercitate finora. Ma l’obbiettivo di tenere la sede in vita intanto è raggiunto. Poi si vedrà. A Roma, la firma del Ministro Anna Maria Cancellieri(con lei il sottosegretario Cosimo Maria Ferri, e in rappresentanza della nostra Regione il neo sottosegretario Ferrazza) ha comunque evitato una “cancellazione”, che sarebbe poi stata irreversibile. L’iter, per giungere a questo risultato, è stato lungo e laborioso. Le avvisaglie di un esito positivo c’erano già dai primi giorni di settembre, quando a Trento si era riunito, con assemblea straordinaria, il Consiglio Giudiziario Regionale che aveva detto si alla proposta a cui si lavorava da tempo. E per cui, il Presidente del Tribunale aveva sottoscritto una richiesta per il Ministero. Nero su bianco, erano state evidenziate le ragioni per cui era necessario puntare al mantenimento delle sezioni staccate del Trentino e dell’Alto Adige. Cinque a quattro i voti dei nove membri del consiglio. Poi, proprio l’ultimo giorno valido prima dell’entrata in vigore del decreto di chiusura di tutte le sezioni periferiche, lo staff del Ministro Cancellieri ha visionato la documentazione, “recuperando” almeno le funzioni accessorie per Tione e Brunico. Che, secondo indiscrezioni, passano attraverso la regionalizzazione del personale della Giustizia. “Un compromesso – dice il primo cittadino di Tione avvocato Mattia Gottardi, uno dei due comuni beneficiari del provvedimento e uno dei primi ad aver avuto conferma del provvedimento – che in sostanza dovrebbe permettere di mantenere in via definitiva le sedi in questione, e magari rivedere i termini del decreto, anche su scala nazionale”. Il Trentino dice addio a tre su quattro sezioni staccate (Cles, Cavalese, Borgo sono state trasferite a Trento) solo il capoluogo giudicariese potrà godere della deroga speciale e mantenere operativa la sua sede. Lo stesso per l’Alto Adige con Brunico. L’accordo raggiunto a Roma ha sancito un clamoroso dietrofront. Un successo che, per molti, ha il sapore del “prodigio”, ma che è frutto di certosine mediazioni politiche. Dal varo del decreto n. 148 del 14 settembre 2011, che per effetto dei tagli alla spesa pubblica, il Governo era impegnato a razionalizzare il sistema giustizia, numerosi erano stati appelli e manifestazioni per salvare le sezioni periferiche. Ordine Giudiziario e degli Avvocati,Comuni, Comunità di Valle si sono spesi a favore del mantenimento dei servizi sul territorio. Soprattutto per le aree disagiate di montagna. Alle quali, i risparmi non avrebbero compensato le scomodità e i costi aggiuntivi. I senatori trentini Fravezzi, Panizza e Tonini avevano presentato invano alla Commissione Giustizia del Senato una proposta per far slittare la proposta di un anno. Ma nemmeno il ricorso al Tar presentato dall’Ordine degli avvocati aveva sortito alcun effetto. Nelle ultime ore, la gradita sorpresa. Che almeno per Trentino e Alto Adige ha spezzato una lancia a favore degli utenti di due sedi lontano dalla città. Non più costrette, seppur in via temporanea, a sobbarcarsi costosi e disagevoli spostamenti, per fruire di alcune funzioni della giustizia. |