Home Primo Piano Referendum Comunità di valle: Per “l’astensionismo” - Roberto De Laurentis: “Utili, ma serve un cambio di passo”

Traduzioni e Comunicazione

Scritto da r.b.   
Martedì 03 Aprile 2012 10:49

Roberto De Laurentis, presidente dell’Associazione Artigiani della Provincia di Trento, è per l’astensione. «Dobbiamo essere molto chiari, superando le ipocrisie che in Italia circondano sempre lo strumento del referendum; in casi come questi l’unico modo per dire no al quesito referendario è l’astensione»

Quindi presidente lei è contro la soppressione delle Comunità di Valle?

Certamente e mi asterrò. Ritengo che le Comunità possano rappresentare davvero nel medio periodo uno strumento di semplificazione burocratica, ma soprattutto un superamento dei campanilismi e di quello spirito particolaristico che divide il nostro territorio ed impedisce di fare le cose assieme e di lavorare in modo positivo e propositivo. Le Comunità, però, dopo il referendum devono davvero fare uno scatto a livello qualitativo, un cambio di passo e di velocità.

 

Quindi vede nella Comunità un superamento dei comuni, in ottica di unione?

Direi di sì. Nei prossimi anni le Comunità dovranno saper far sintesi e accompagnare il percorso di aggregazione dei comuni trentini e dunque di riduzione del loro numero, mettendo assieme servizi, riducendo le spese e la frammentazione, operando economie di scala. E’ fondamentale questa riduzione e smettiamola di dire che solo la gente del posto conosce a fondo le problematiche di un paese; la gente intelligente ed avveduta sa ascoltare e dunque trovare le soluzioni adatte per la crescita e per lo sviluppo di tutto il territorio.

 

Parlava di un cambio di passo delle Comunità. Che significa?

Sinora le Comunità sono state impegnate nella transizione dal vecchio Comprensorio verso il nuovo assetto. Ora però è fondamentale che davvero diventino delle istituzioni pensanti ed attive, riducano il carico burocratico, pensino allo sviluppo dell’economia locale e che dunque questa riforma venga perseguita fino in fondo. Un difetto delle Comunità è che sono nate non dalla gente, ma per cooptazione ed in esse hanno trovato rifugio tanti “trombati” alle elezioni comunali del maggio 2010. Serve dunque una Comunità più sentita, ma soprattutto uomini più funzionali, che sappiano trasferire in questa nuova avventura impegno e passione, ma soprattutto capacità e voglia di rendere queste istituzioni più efficienti, snelle e soprattutto utili ai cittadini e alle aziende.