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Scritto da Administrator |
Venerdì 07 Ottobre 2011 05:09 |
Qualche giorno addietro seguivo ( anche per deformazione professionale) una trasmissione in tv, dove si disquisiva di cucina e tutto quello che ne consegue. Talvolta anche i media nazionali si occupano di campagna e cibo e, lo raccontano con un pò di “colore” La notizia che mi ha incuriosito è presto detta: in Abruzzo- regione orfana della Cassa per il Mezzogiorno, devastata dal terremoto, mancano un centinaio di fornai. E non si trovano nonostante si offrano salari vicini ai 3 mila euro mensili. Il taglio che è stato dato a questa notizia è: e poi dicono che c’è la disoccupazione... Non è così. La verità è che a forza di parlare di innovazione tecnologica, di raccontare l’enogastronomia come il festival di San Remo, di far vedere in televisione i cuochi, che io definirei d’artificio che poi manco sanno fare i canederli o gli strangolapreti o li comprano surgelati, si è depresso il lavoro artigianale. Da noi in Italia, penso che sia il solo Paese europeo dove il pane è ancora fatto dai piccoli forni. In Francia, che si bea delle sue “baguettes” ha l’80% del pane confezionato dalle industrie, surgelato e riscaldato. Da noi in Italia, la cosiddetta arte bianca, è ancora un valore. Se in Abruzzo mancano i panettieri o “Pistor”, ci sono dei laureati che hanno scelto di fare i cuochi o i pasticceri esclusivamente per passione. Altrimenti a farci la michetta provvederanno i forni robotizzati e a scongelarla nel microonde saranno mani che non conoscono il grano. Scopriremo allora con Dante quanto sa di sale lo pane altrui. PS: Desidererei una sintesi e qualche riflessione dell’attento (amico) Amistadi. cordialmente Fausto F. - Tione Concordo, alla grande! E l’hai detto così bene che non saprei assolutamente cosa aggiungere. D’altronde l’esperto di cucina sei tu, io ero, ai tempi, un buongustaio, ora sono in dieta: un po’ di pesce, insalata, niente pane e acqua minerale, una vita da cani, credimi! (a.a.)
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